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Football Brindisi, mentre si parla della "cordata Brigante" ai giocatori imposto il silenzio

BRINDISI – Il consigliere regionale Pd Giovanni Brigante starebbe per rompere gli indugi e sarebbe pronto a presentare il suo progetto per rilevare il Football Brindisi nel tentativo di rimettere in sesto la baracca. Si tratta di una indiscrezione che circola da qualche ora anche se al momento non ha trovato conferma. Solo indiscrezioni. Si dice che Brigante abbia raccolto attorno a sé alcun i imprenditori brindisini e tutti assieme, con lui capofila, avrebbero deciso di farsi avanti nel tentativo di rilevare il football Brindisi che attualmente è di proprietà della moglie di Vittorio Galigani, che ricopre la carica di presidente (2% di quota) e della moglie di Antonio Pupino, vice presidente (98% di quote).

BRINDISI – Il consigliere regionale Pd Giovanni Brigante starebbe per rompere gli indugi e sarebbe pronto a presentare il suo progetto per rilevare il Football Brindisi nel tentativo di rimettere in sesto la baracca. Si tratta di una indiscrezione che circola da qualche ora anche se al momento non ha trovato conferma. Solo indiscrezioni. Si dice che Brigante abbia raccolto attorno a sé alcun i imprenditori brindisini e tutti assieme, con lui capofila, avrebbero deciso di farsi avanti nel tentativo di rilevare il football Brindisi che attualmente è di proprietà della moglie di Vittorio Galigani, che ricopre la carica di presidente (2% di quota) e della moglie di Antonio Pupino, vice presidente (98% di quote).

Già nei giorni scorsi Brigante aveva fatto sapere che stava lavorando a questo progetto. Galigani aveva replicato che non ne sapeva niente e, comunque, le trattative non si fanno attraverso gli organi di informazione o con interviste televisive, ma contattando i diretti interessati. Ora sembra che questo contatto stiano per cercarlo. Lo si saprà nelle prossime ore.

Intanto continua a suscitare sconcerto la denuncia fatta da Galigani e Pupino su presunte combine che sarebbero avvenute nella gara di domenica scorsa tra Football Brindisi e Vibonese conclusasi con il risultato di zero-a-zero. La coppia di dirigenti, stando ad una stringata nota stampa, aveva annunciato di essersi rivolta agli organi federali affinché facciano chiarezza su questo loro sospetto. A corroborare il sospetto avrebbero citato quali testimoni l’allenatore Massimo Rastelli, il team manager Domenico Pellegrini, il dirigente Stefano Trinchera e lo stesso Galigani. Rastelli domenica in conferenza stampa disse: “Non è possibile perdere così le partite, non sono possibili tante espulsioni e procurare tanti rigori”. Sospetta anche lui che sotto ci sia qualcosa? Lui non ha voluto commentare la nota della società. E’ in vacanza e sta riflettendo su cosa farà. Se continuare alla guida del Brindisi o andare via. Rifletterà sino al 27 prossimo, giorno in cui si incontrerà con Galigani e farà sapere la sua decisione.

Cosa sarebbe avvenuto, dunque, non è dato sapere. Come non è dato sapere chi sarebbero i responsabili della presunta combine. Nel comunicato, del quale abbiamo già parlato diffusamente, si parla in generale, lanciando dubbi su tutti quelli che erano in campo. Pochi minuti dopo la diffusione del comunicato, contattato telefonicamente, Moscelli ha respinto ogni addebito affermando che lui difenderà con ogni mezzo e in ogni sede la sua immagine. Non è stato possibile parlare con altri giocatori perché nel frattempo il presidente ha ordinato a tutti i giocatori di non rilasciare dichiarazioni.

Una vicenda che non è molto chiara. Intanto non si capisce perché il presidente e il suo vice decidano di rendere pubblica un’iniziativa che sicuramente arreca un danno a tutti i giocatori che erano in campo nel secondo tempo. Se è solo un sospetto avrebbero potuto tenere segreta la loro iniziativa e attendere l’esito degli accertamenti da parte della Procura federale. Che non si concluderanno in tempi brevi. Che succederà il 16 gennaio quando la squadra dovrà ritornare in campo? Chi cancellerà il sospetto che tra i giocatori in campo ci possa essere qualcuno che si vende le partite? Diverso sarebbe stato, se i presidenti hanno il sospetto su qualcuno, metterlo fuori rosa e spiegare che è stato deciso così in attesa che si faccia chiarezza.

Eppoi, perché imporre ai giocatori il silenzio? Se non si ha nulla da temere perché non consentire loro di parlare, difendersi, spiegare? Vedremo cosa accadrà. Oggi si saprà se la Procura federale ha ricevuto le carte ed ha già disposto accertamenti. Un fatto è certo. A questo punto gli inquirenti del calcio, comunque, farebbero bene a verificare cosa potrebbe essere accaduto, se realmente c’è stato qualcosa oppure no. Intanto, di fronte ad una accusa così generica, è necessario procedere con molta cautela prima di fare il tiro al bersaglio.

Sul fronte debiti, la società ammette che ci sono delle difficoltà. Ma non dell’entità di cui si parla. Sostiene che i fornitori vengono pagati regolarmente, e pure gli affitti della case che ospitano i giocatori. Galigani, peraltro, lo ha detto ieri sera in un’intervista rilasciata a Studio 100. E’ vero, ha sostenuto, che alcuni giocatori non vengono pagati. Ma si tratta di elementi indesiderati che lui e Pupino vorrebbe andassero via. Il resto? Tutte invenzioni di chi non ama questa società e vuole a tutti i costi mandarli via da Brindisi. Ed a BrindisiReport  ha aggiunto: “Sono anche disposto ad andare via, purché ci sia qualcuno disposto a rilevare la società”.

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