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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Football Brindisi, se ne va il segretario generale Bellante: "Motivi personali"

BRINDISI – Il Football Brindisi continua a perdere pezzi. Si è dimesso il segretario generale Franco Bellante. “Motivi personali”, pare sia la motivazione addotta da Bellante nella lettera di dimissioni consegnata alla proprietà della squadra di calcio. Bellante, nativo di Casarano, era giunto a Brindisi lo scorso campionato, chiamato dagli ex proprietari (i fratelli Giuseppe e Francesco Barretta) per la gestione di tutta la parte relativa ai rapporti con la Federazione, forte di una lunga carriera nel calcio, apprezzato funzionario, con solidi agganci in Lega. Ed era rimasto anche quest’anno su richiesta di Galigani anche se, si dice, il segretario generale aveva già lasciato Brindisi a luglio. Era stato richiamato dai Barretta in fretta e furia perché doveva preparare la documentazione per il ripescaggio che, come è noto non andò in porto. Poi arrivarono Vittorio Galigani e Antonio Pupino e lo convinsero a restare.

BRINDISI – Il Football Brindisi continua a perdere pezzi. Si è dimesso il segretario generale Franco Bellante. “Motivi personali”, pare sia la motivazione addotta da Bellante nella lettera di dimissioni consegnata alla proprietà della squadra di calcio. Bellante, nativo di Casarano, era giunto a Brindisi lo scorso campionato, chiamato dagli ex proprietari (i fratelli Giuseppe e Francesco Barretta) per la gestione di tutta la parte relativa ai rapporti con la Federazione, forte di una lunga carriera nel calcio, apprezzato funzionario, con solidi agganci in Lega. Ed era rimasto anche quest’anno su richiesta di Galigani anche se, si dice, il segretario generale aveva già lasciato Brindisi a luglio. Era stato richiamato dai Barretta in fretta e furia perché doveva preparare la documentazione per il ripescaggio che, come è noto non andò in porto. Poi arrivarono Vittorio Galigani e Antonio Pupino  e lo convinsero a restare.

E’ evidente che al momento non si potrà sapere se queste dimissioni sono la conseguenza della crisi societaria esplosa con la gestione della coppia  Galigani e  Pupino.  Indubbiamente una crisi non facile da gestire, a prescindere dalla dichiarazioni riguardo a ciò che merita la città di Brindisi, perché non ci sono soldi.  Galigani dice che non era questa la situazione che gli era stata prospettata. Sarà pure così. Ma ci si chiede come è possibile pensare di gestire una squadra di Seconda divisione senza avere un capitale che ti consenta di affrontare l’eventuale venuta meno di alcune delle voci di entrata? Uno navigato come lui non si è sognato minimamente di vedere sul sito della Lega la media degli spettatori del Brindisi? E ancora. Non si è chiesto se la delusione della mancata iscrizione in Prima divisione avrebbe influito negativamente sulla presenza di tifosi allo stadio?

Ed infine, non sapeva Galigani che rilevava una società con i contratti biennali, molto onerosi, che ben undici giocatori avevano? Che non ci sia stata oculatezza nella gestione lo dimostra anche il fatto che a quei giocatori con il biennale rimasti a Brindisi, pur di ridurre di qualche migliaio di euro lo stipendio è stato prolungato di un altro anno il contratto. L’assurdo della situazione che si è venuta a creare è che non ha uno sbocco. Debiti nei confronti dei giocatori (in sei,  quelli che hanno messo in mora la società, non hanno preso un centesimo, gli altri sono stati pagati sino a settembre),  debiti nei confronti dei fornitori.  Questi ultimi Galigani li smentisce. Afferma che ha onorato tutto e che se ha fatto alcune scelte è solo per convenienza economica.

Quindi non è vero che ha dovuto cambiare ditta di pullman perché non pagava. E invece è proprio così. La ditta D’Aversa, dopo varie richieste di saldare il pregresso, giorni or sono gli ha inviato una lettera con la quale chiede il saldo delle spettanze arretrate e comunica che non effettuerà più il servizio di trasporto dei giocatori. Ed è per questo che nell’ultima gara interna il pullman era di un’altra ditta. Cosa faranno i proprietari delle abitazioni in cui vivono i giocatori nel momento in cui gli assegni o le cambiali dati in pagamento non saranno onorati? Manderanno via gli inquilini. E quindi? E’ ovvio che continuando di questo passo, con la società che non ha fondi, c’è il rischio concreto che la squadra non possa nemmeno terminare il campionato.

Su tutto questo poi non ci scordiamo che ora incombe lo spettro dell’inchiesta federale sul presunto illecito denunciato da Galigani del quale si sarebbero resi responsabili alcuni giocatori biancazzurri in occasione dell’ultima gara giocata. Il presidente ha fatto sapere che se si è mosso in questo modo ha le prove certe di quello che dice e quindi ha voluto tutelare la società. Chi sono questi giocatori? Galigani non li elenca. “La Procura federale – dice – sta svolgendo accertamenti e alla fine di tali accertamenti verrà tutto reso di dominio pubblico”. Intanto il 27 dicembre l’allenatore Massimo Rastelli si incontrerà con Galigani per far sapere la sua decisione. Continuare o andare via. Per restare ha chiesto almeno dieci giocatori nuovi. Perché con quelli che ci sono non si va da nessuna parte. E non già perché si vendono le partite, ma perché sono inadatti a questo campionato e poi se non ricevono i soldi non giocano, e si va incontro alle figuracce come quella di domenica scorsa.

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