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Giovedì, 18 Aprile 2024
Sport Mesagne

La sfida di Monica al diabete: nuoterà i 22 chilometri della Capri-Napoli

MESAGNE - Donna dalle spalle larghe, decisamente, in tutti i sensi. Monica Priore, mesagnese, 34 anni, torna al mare, per una traversata lunga ventidue chilometri. Lunghezza mozzafiato, che vale una vita intera di estenuante lotta contro il diabete. In nome di tutti i bimbi ai quali un medico, una mamma piegata dalle ansie a corredo necessario e deteriore della malattia, un allenatore, hanno detto “no”. Monica torna al mare a dire, ancora una volta, “Yes, we can”. Anche i diabetici possono, con senso del limite, rispetto del mare, ma soprattutto gioia di vivere, portare a compimento imprese che paiono, ma soltanto paiono, impossibili.

MESAGNE - Donna dalle spalle larghe, decisamente, in tutti i sensi. Monica Priore, mesagnese, 34 anni, torna al mare, per una traversata lunga ventidue chilometri. Lunghezza mozzafiato, che vale una vita intera di estenuante lotta contro il diabete. In nome di tutti i bimbi ai quali un medico, una mamma piegata dalle ansie a corredo necessario e deteriore della malattia, un allenatore, hanno detto “no”. Monica torna al mare a dire, ancora una volta, “Yes, we can”. Anche i diabetici possono, con senso del limite, rispetto del mare, ma soprattutto gioia di vivere, portare a compimento imprese che paiono, ma soltanto paiono, impossibili.

A patto di avere spalle larghe, come quelle della piccola Atlante pronta a percorrere bracciata dopo bracciata il tratto di mare che separa la costa di Anacapri da quella di Meta, nello splendido scenario della costiera sorrentina. Appuntamento per i fan, piccoli e grandi, il 4 settembre. Evento emblematico e conclusivo della storica Capri-Napoli, gli organizzatori della quale hanno voluto il volto e le braccia di Monica Priore a chiudere la kermesse sportiva, valore aggiunto di quelli che fanno tanto bene allo sport. E non solo.

Si racconta col sorriso, come si conviene ad una eroina che si porta addosso il peso delle imprese compiute, e quelle tutte ancora da compiere, con leggerezza che sarebbe cara al papà del Barone Rampante. La stessa con la quale, ad appena cinque anni, ha ingaggiato una lotta senza fiato, ma non senza paura, contro il diabete. Ventinove anni su trentaquattro di insulina, di cali ipoglicemici, e una energia esplosiva, quasi rabbiosa, rigurgita nello sport, fin da subito. “Ho giocato a pallavolo fino a diciassette anni, ho smesso nel preciso istante in cui non sono riuscita ad ottenere il certificato per l’attività agonistica. Le teorie sui benefici dello sport erano tutt’altre, solo in tempi molto recenti si è capito il valore terapeutico dell’esercizio fisico. All’epoca, in pochi ci credevano e nessuno era disposto a prendersi le responsabilità necessarie al rilascio del certificato in questione”.

E’ la storia in pillole delle conseguenze collaterali, spesso invisibili, delle malattie, quali che siano. Per Monica sarebbe stato solo un nuovo inizio. A diciassette anni, donnina intemperante e coraggiosa, ricomincia, dall’acqua. Converte le sue forze al nuoto inaugurando una avventura che, da allora, non è mai finita. Con una fede contagiosa nelle sue proprie spalle di fronte alla quale, burocrati e medici, sono capitolati, uno ad uno. E allenatori, come Davide Perez, costantemente al suo fianco. Ancora oggi.

Si allena, praticamente tutti i giorni. E scala, vasca dopo vasca, le distanze solo apparentemente siderali fra la normalità e la malattia. E vince. Anche quando non arriva alla meta, dimostrando a se stessa di poter ricominciare ogni volta. Mutando di segno, a botta di pazienza e sacrifici, quello che il mondo avrebbe relegato nella nomenclatura degli handicap, in un qualunque accidente esistenziale. Nel 2004 decide di cimentarsi nei campionati regionali master stile libero. L’ostacolo, per lei, è sempre lo stesso: e col diabete c’entra solo per metà. Per poter gareggiare, e aggirare gli ostacoli opposti della burocrazia medica, tace la malattia, e solo così ottiene il certificato necessario a partecipare alla competizione. E Monica vince, terza sul podio, medaglia di bronzo.

Ma il monile al collo, o in bella vista nella vetrina di casa, non è gioiello che possa bastarle. Ci sono donne e donne. Monica Priore, mai stanca di guerra, vuole di più. Assai di più. Dimostrare che un’altra vita è possibile, essere lei stessa viatico e monito di coraggio. E allora, si fa nuotatrice clandestina, è il 21 luglio 2007. “Ho fatto la mia prima, lunga traversata nello stretto di Messina”. Come dire che c’è qualcosa che vale più dell’esistenza stessa, che è la qualità della vita. Il risultato sta scritto nella buona stella che sempre l’accompagna, bagliore più che terreno, scolpito nella forza delle sue braccia, arrivate a meta, quella prima volta.

A dispetto del fiato corto, che certe volte rapprende anche i piccoli eroi quotidiani, e della malattia. Il risultato è tutto in un piccolo aneddoto, che vale più di ogni monile: “L’altra mattina mi ha chiamata la mamma di una bimba diabetica, di Chieti. Erano state al mare, con un’amichetta della figlia, che con una sorta di premura anche sincera, aveva detto alla bimba di non sforzarsi troppo, altrimenti sarebbe stata male. La piccola ha risposto, lapidaria, Se può nuotare Monica, posso farlo anch’io”. “Yes, we can”. Monito di coraggio balbettato a prescindere da ogni vittoria, da ogni esito futuro, impossibile da divinare. L’obiettivo, anche questa volta sarà il viaggio, non la meta.

La città e il Comune di Mesagne sono con lei, l’orgoglio per la piccola grande nuotatrice si misura anche dalla tempestività con cui l’amministrazione ha messo a disposizione un pullman prenotato a tempo di record dai fan. Tutto esaurito. Ma anche dagli sponsor, che questa volta ci hanno dovuto mettere il cuore oltre al capitale. Il presidente del Lecce calcio Giovanni Semeraro, diabetico anche lui. L’associazione milanese contro il diabete“Sostegno 70 onlus”, la “Mizuno”, ma anche la “Mikrolink diabetes care”, che si accinge a importare in Italia un rivoluzionario microdiffusore per la somministrazione della terapia contro il diabete, utile a semplificare un altro po’, la vita di chi ha da convivere con questa malattia. Insomma, il mondo dei diabetici, da un capo all’altro della penisola, si è mobilitato a fianco di Monica Priore.

Che conta fra gli altri, due fan d’eccezione. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha indirizzato il suo sostengo personale prima ancora che istituzionale alla bella mesagnese pronta alla ennesima peripezia, e Vincenzo, fratello maggiore per l’anagrafe, compagno di ventura sempre e da sempre al suo fianco.  Si tufferà con lei nel mare azzurro di Anacapri, il tempo di un via e un “Forza Monica”, a muso duro, “siamo tutti con te”.

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