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Mesagne calcio e questione morale, Molfetta: "Le critiche? Furia giustizialista"

MESAGNE - Basta con “illazioni, teoria del complotto, furia giustizialista”. A invocare la pax sulla vicenda che arroventa l’estate mesagnese è il capogruppo consigliare della Sinistra unita, Pompeo Molfetta che interviene a muso duro sulla questione Mesagne-calcio. Molfetta risponde al Partito democratico, che nei giorni scorsi ha accusato frontalmente l’assessore Maria De Guido chiedendo di esplicitare quale ruolo avesse avuto il Comune nella contesa fra l’Atletico Mesagne e il Mesagne 1929, società calcistica presieduta dall’ex consigliere brindisino Massimiliano Oggiano che ha infine spuntato l’iscrizione nel campionato di Promozione. Mettendo fuori gioco l’Atletico, letteralmente.

MESAGNE - Basta con “illazioni, teoria del complotto, furia giustizialista”. A invocare la pax sulla vicenda che arroventa l’estate mesagnese è il capogruppo consigliare della Sinistra unita, Pompeo Molfetta che interviene a muso duro sulla questione Mesagne-calcio. Molfetta risponde al Partito democratico, che nei giorni scorsi ha accusato frontalmente l’assessore Maria De Guido chiedendo di esplicitare quale ruolo avesse avuto il Comune nella contesa fra l’Atletico Mesagne e il Mesagne 1929, società calcistica presieduta dall’ex consigliere brindisino Massimiliano Oggiano che ha infine spuntato l’iscrizione nel campionato di Promozione. Mettendo fuori gioco l’Atletico, letteralmente. Secondo il Pd, non può essere Oggiano a rappresentare la città messapica, nemmeno sui campi da gioco, almeno fino a quando il processo che lo vede imputato per concorso esterno in associazione mafiosa, non vedrà l’epilogo. Questione morale dunque, per il Partito democratico. Questione di lana caprina, per Molfetta. O, peggio, creata ad arte per vendette incrociate che con il calcio e la moralità, sembrano avere molto poco a che fare.

Il capogruppo, in nome della trasparenza invocata dai colleghi di maggioranza, riepiloga: “L’amministrazione comunale ai suoi massimi livelli (sindaco, vice-sindaco e assessore allo Sport) si è spesa strenuamente per realizzare l’unica cosa sensata in questa confusa vicenda cioè cercare di mettere insieme esperienza e risorse delle due società mesagnesi che avevano militato nello scorso campionato di Promozione per costruire un’unica società capace di rilanciare il calcio locale ai livelli che la città merita così come chiedevano tanti appassionati e tifosi dopo una stagione deludente per tutti. Nel corso delle trattative l’Amministrazione ha mantenuto un atteggiamento di neutralità ed equidistanza oltre che di trasparenza e lealtà nei confronti di entrambi gli interlocutori proprio per non correre il rischio di legare il buon nome della città alle sorti di questa o quella squadra, all’onorabilità di questo o quel presidente. Chiarendo fin dall’inizio che nessun contributo di carattere economico sarebbe mai stato erogato per garantire le iscrizioni ai campionati”.

Queste le premesse, alle quali segue l’affondo. Scrive ancora Molfetta: “Purtroppo per contrapposti interessi economici, per l’azione di veti incrociati e reciproci pregiudizi la trattativa per la fusione non si è mai avviata e, dopo numerosi colpi di scena, soltanto il Mesagne 1929 ha iscritto la propria squadra al prossimo campionato di Promozione. Infatti l’Atletico Mesagne, pur avendo trovato risorse ed imprenditori, non ha voluto ripetere una seconda stagione calcistica in “condominio” ed ha quindi rinunciato all’iscrizione senza polemiche, anatemi o rivendicazioni di alcun tipo. Quindi, piaccia o non piaccia, è il Mesagne 1929, depositaria del titolo e accreditata dalla Figc, la società calcistica con cui dovrà rapportarsi il Comune di Mesagne”.

Chiarito tutto quel che c’era da chiarire, il capogruppo della Sinistra unita Pompeo Molfetta, conclude: “Questi i fatti, il resto sono solo illazioni, teoria del complotto, furia giustizialista. Pertanto noi non abbiamo da chiedere niente a nessuno né “apertis verbis” né col deprecabile linguaggio della insinuazione con cui scientemente si è voluto lasciar cadere l’ombra di innominabili sospetti sull’operato dell’assessore De Guido che noi apprezziamo e sosteniamo. Anche perché se mai responsabilità ci fossero, ed in questo caso senza tema di smentita non ne esistono, esse riguarderebbero tutta l’Amministrazione comunale tenuta al corrente passo dopo passo dell’evoluzione della “telenovelas” estiva, lasciata fuori dalle rivalità personali e societarie, ancora non sopite, e chiamata solo all'adempimento di atti formali dovuti e necessari”.

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