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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Questa squadra si merita la "nuova casa"

BRINDISI - Un primo quarto da Nba! Da non crederci. Ignorando di avere di fronte una delle squadre più forti del campionato ed aspirante al titolo italiano, con la sfrontatezza e la sicurezza che si addice alle grandi squadre, l’Enel Brindisi ha giocato 10 minuti ad altissimo livello.

BRINDISI - Un primo quarto da Nba! Da non crederci. Ignorando di avere di fronte una delle squadre più forti del campionato ed aspirante al titolo italiano, con la sfrontatezza e la sicurezza che si addice alle grandi squadre, l’Enel Brindisi ha giocato 10 minuti ad altissimo livello, da manuale del basket, stordendo letteralmente gli uomini di coach Meo Sacchetti. In 10 minuti di gioco si è visto tutto quello che di meglio si può vedere in una partita di basket, ritmo infernale, intensità difensiva, vigore atletico e percentuali di realizzazioni al limite della perfezione. Un tempo chiuso con il risultato di 34-19 per i ragazzi di coach Bucchi che si sono ripartiti un formidabile 8/9 nel tiro da tre punti fra Dyson (3/4), Lewis (2/2), Campbell, James e Todic (1/1)fissando una percentuale di 88,9 ,tirando con il 50 per cento da due punti e distribuendo ben 11 assist.

Il tempo giusto perché Sassari e Meo Sacchetti si chiedessero sbigottiti e confusi “…ma dove siamo capitati stasera”. Erano Capitati in casa dell’Enel Brindisi, campione d’inverno, squadra non più sorpresa ma conferma e realtà di un campionato superlativo che fin dall’inizio ha visto la squadra di coach Bucchi protagonista, sempre in vetta alla classifica, che ha fatto diventare “pigmei” i più titolati “giganti del basket” di Milano, Cantù, Siena, Reggio Emilia, che ha violato i campi di Venezia, Varese e Caserta e che ora non intende più fermarsi. E anche vero poi che la squadra di coach Bucci non avrebbe mai potuto tenere il campo per gli altri 30 minuti di gioco a quel ritmo infernale, che quelle percentuali al tiro da tre punti non potevano restare inalterate fino al termine e che, in ogni caso, la squadra di Sassari non sarebbe rimasta a guardare ancora a lungo.

E così quel “drago” di un Drake Diener ha ripreso per mano la sua squadra ricordando ai suoi compagni di essere una delle più forti formazioni del campionato, ed ordinando e disponendo la rimonta. Il risultato è stato rimesso in discussione nel terzo quarto ma è valso a far riemergere il vero valore della squadra di coach Bucchi che è riuscita a trovare la forza ed il coraggio di reagire nei momenti di maggiore difficoltà, facendo leva su un impegno costante e su una difesa aggressiva capace di limitare i danni e consentire di portare a casa un altro risultato prestigioso chiudendo la partita a + 9 (89-80). Difficile trovare nel gruppo un giocatore emergente considerato il valore delle prestazioni individuali e fare una graduatoria di merito fra Dyson, Lewis, James, Todic, Campbell e dello stesso Chiotti, “new entry” che ha dato un contributo notevole nella prima parte della gara, in una partita dove anche chi non ha brillato (Zerini ed in parte anche Bulleri) ha fatto la sua parte, e dove ancora Michael Snaer è sembrato l’unico ad essere in ritardo rispetto ai suoi compagni di squadra.

Discorso a parte merita l’arbitraggio “capitanato” da Luigi Lamonica, arbitro internazionale reduce da Istanbul dove due giorni prima aveva diretto, in qualità di primo arbitro, la partita di Eurolega fra Fenerbache e Barcellona. Se questo è il miglior arbitro italiano c’è da preoccuparsi per i livello raggiunto da questo settore nel campionato italiano. Probabilmente a Brindisi non si trova bene se ogni volta che arbitra al PalaPentassuglia costa multe pesanti alla società per “offese collettive frequenti rivolte dal pubblico agli arbitri” (per domenica scorsa solo 1000 euro, forse perché c’erano…. i saldi!”). E pensare che domenica sera Lamonica era tanto fuori dalla partita che per un fallo di Gordon Drew Edward su Lewis che metteva in bonus Sassari , e quindi concedeva al giocatore brindisino due tiri liberi, lui assegnava d’istinto la rimessa laterale, clamorosamente ed immediatamente coretto da Bartoli e Aronne.

Sarebbe stato un altro clamoroso errore ai danni di Brindisi in un momento delicatissimo e decisivo della partita, commesso sotto gli occhi di Fabio Facchini, responsabile unico del settore arbitri di serie A, domenica scorsa presente in prima fila al Pala Pentassuglia, a cui è giusto chiedere che almeno per qualche partita risparmi ai brindisini la presenza del signor Lamonica. A conclusione del girone d’andata questa squadra è già stata promossa in matematica. Ha già conseguito da tempo il sicuro accesso alle Final- Eight di Milano in programma il 7 – 8 e 9 febbraio prossimi, dove si presenterà con il privilegio della capolista e numero uno della griglia per incontrare subito Venezia, ha già maturato l’obiettivo della permanenza in serie A anche per il prossimo campionato ed ora mira direttamente ad un posto nei play off fra le squadre che dovranno contendersi il titolo italiano. Cosa manca a questa squadra per consacrarsi definitivamente fra le grandi del basket italiano?

E’ superfluo ed ormai monotono aggiungere che questa squadra, che meriterebbe un casa luminosa, bella e capiente, adeguata alla sua straordinaria impresa ed alle radici ed alle tradizioni che ha il basket in città, è costretta ancora a vivere in una “baracca” che in molti si ostinano ancora a chiamare palazzetto e che è invece un “pala pidocchietto” che provoca denigrazione e derisione alla città e non onora certamente la memoria di Elio Pentassuglia. I tifosi continuano a protestare e qualcosa dovrà pur muoversi nei prossimi giorni. Il sindaco Mimmo Consales e Donato Leone, responsabile relazioni esterne territoriali area sud dell’Enel, domenica scorsa seduti in prima fila l’uno accanto all’altro, si saranno pure parlati. Se è vero, com’è vero, che…” l’Enel è l’energia che ti ascolta” perché Donato Leone, leader del “pensare globale e agire locale”, non dovrebbe aver ascoltato giusto il sindaco di Brindisi?

 

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