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Saluti fascisti e stupidi cori calcistici: gli inutili "tifosi di rinforzo" al PalaElio

I tifosi del basket a Brindisi hanno sempre sofferto una sorta di inferiorità rispetto agli ultrà del calcio, ritenuti più caldi e più “tifosi”. Ma questo, a ben guardare, potrebbe essere un vanto, visto quel che accade in certe curve degli stadi

BRINDISI - I tifosi del basket a Brindisi hanno sempre sofferto una sorta di inferiorità rispetto agli ultrà del calcio, ritenuti più caldi e più “tifosi”. Ma questo, a ben guardare, potrebbe essere un vanto, visto quel che accade in certe curve degli stadi. Così, per colmare questa presunta inferiorità, ogni tanto qualcuno decide di chiamare i rinforzi, nella speranza di trasformare il PalaPentassuglia in qualcosa di diverso, di più rovente e più coinvolgente. È accaduto anche ieri, forse per non lasciarsi sovrastare da 20 innocui tifosi casertani.

I rinforzi però non hanno portato bene: partita inguardabile e pubblico giustamente sfiduciato (anche un po’ incazzato, vista la partita abbastanza squallida). Ma il peggio lo si è visto proprio sugli spalti, quando durante il già inutile Inno di Mameli che precede ogni partita, 4-5 “tifosi” hanno pensato bene di fare il saluto romano, loro che i tempi di Mussolini e del Fascio l’hanno vissuto o studiato in maniera approfondita.

Tifosi Enel Brindisi 2-2-2E poi ci sono stati i soliti cori dedicati alle mamme e alle mogli dei tifosi casertani che, per inciso, quanto ad eleganza e sportività non è che fossero da meno rispetto ai loro “avversari” sugli spalti. Il colmo è stato raggiunto quando gli ultrà hanno lanciato il grido “siete come la Nocerina”, che tanti sostenitori dell’Enel, specie i ragazzi e le signore, stanno ancora cercando di decifrare, visto che la Nocerina non è mai apparsa sul parquet del palasport brindisino.

Saremo retrò e fuori moda, ma un palazzetto freddo e muto è preferibile a certi spettacoli. Il basket non ha bisogno di questi show e di questi soggetti. La curva del PalaPentassuglia va bene così com’è e come è sempre stata. Non servono presunti “rinforzi” per renderla più calda (e più brutta). Tanto più che il pubblico biancazzurro ha sempre dimostrato che, quando serve, sa riscaldarsi e trainare la squadra.

È vero, i rinforzi ieri servivano, ma in campo, più che in curva. Il problema è che se ti capitano partite come quelle contro Reggio Emilia e Caserta, puoi sgolarti quanto vuoi, ma il risultato finale non cambierà. Nemmeno se fai il saluto fascista, se dai della zoccola alle sorelle dei tifosi avversari, o se dimostri la tua infinita cultura (calcistica) citando la Nocerina.

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