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Luca Capuano: una vita di sacrifici, sognando il titolo mondiale

Il pugile brindisino, fresco vincitore del quinto incontro su cinque disputati da professionista, costretto a emigrare al nord per la mancanza di lavoro, si racconta a BrindisiReport

BRINDISI – La carenza di lavoro lo ha costretto a trasferirsi momentaneamente al Nord Italia, a oltre mille chilometri dalla palestra che era diventata la sua seconda casa: quella della Pugilistica Rodio, al PalaMelfi di via Ruta. Luca Capuano racconta nel video servizio realizzato da Salvatore Barbarossa i sacrifici che deve sostenere quotidianamente per scalare le vette della nobile arte.

IL VIDEOSERVIZIO

Nato 29 anni fa, Luca ha vinto tutto quello che c’era da vincere (dal Guanto d’oro al titolo di campione italiano, passando per le partecipazioni ai giochi del Mediterraneo e a diverse competizioni internazionali) da dilettante. La scorsa estate è stato accompagnato dai tecnici della Rodio (Antonio Musio, Fabio Pignataro e Lino Mazza) nel passaggio al professionismo. Nella categoria dei pesi medi Luca ha già vinto cinque gare su cinque: l’ultima la scorsa settimana, in provincia di Padova, contro il georgiano Giorgi Kandelaky.

Forte degli ottimi risultati fin qui conseguiti, Luca, come dichiarato nell’intervista, punta al titolo italiano, sognando il match per la cintura mondiale. Ma non è semplice coltivare questo sogno. Luca non può contare sul supporto di uno sponsor che gli consenta di dedicarsi al 100 per cento alla boxe. Deve far affidamento solo ed esclusivamente sulle sue risorse per stare al passo con gli avversari, in un territorio che di opportunità lavorative ne offre ben poche ai suoi giovani. Per questo Capuano ha dovuto prendere la difficile decisione di emigrare al Nord, allontanandosi da una città che, nello sport come in altri ambiti, non riesce a trattenere i suoi migliori talenti. 

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