TORINO - Il linguaggio della malavita è universale, le modalità d'azione sono le stesse, quale che sia lo sgarro, nel profondo Sud come alle pendici delle Alpi. La lezione, una scarica di piombo, è toccata a un brindisino di 48 anni, Cosimo Damiano Vasile, residente da tempo a Chivasso, giustiziato a Torino, in via Taranto sabato sera. L'uomo, già noto alle forze dell'ordine perché coinvolto in inchieste sugli affari della 'ndrangheta, era in auto con la moglie che è stata raggiunta all'addome dai colpi partiti da un fucile caricato a pallettoni, a quanto pare un'arma a canne mozze.
CEGLIE MESSAPICA - Confermata in appello la condanna a sei anni di reclusione per l’uomo che sparò un colpo di fucile a un imprenditore di Ceglie Messapica per vendicare il licenziamento del figlio. I giudici della Corte d’Appello di Lecce, infatti, non hanno riqualificato l’accusa, così come aveva chiesto l’avvocato, a carico di Antonio Idrontino, 57 anni, che ferì gravemente al volto (provocando lesioni permanenti) Rocco Cavallo, il titolare della ditta per cui egli stesso aveva in passato prestato servizio, assistito dall’avvocato Aldo Gianfreda.
GENOVA – L’ombra del terrorismo si addensa sopra l’agguato di stamani a Genova all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. L’analisi proviene da fonti qualificate della sicurezza nazionale, secondo le quali la tecnica del ferimento di Adinolfi è quella delle Brigate Rosse e quello di Genova è un gesto “altamente simbolico”. Le stesse fonti ricordano che uno dei primi attentati della lunga stagione delle Br fu proprio all'Ansaldo negli anni Settanta.
GENOVA – Numerose le reazioni politiche sull’agguato di Roberto Adinolfi, amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, ferito mentre usciva da casa questa mattina a Genova per recarsi a lavoro insieme al figlio di vent’anni. Sulla vicenda il ministro Elsa Fornero, ha risposto in maniera lapidaria ai giornalisti: “ Sono cose che non si commentano”. Ma Raffaele Lauro, del Pdl, teme retroscena con nuovi conflitti sociali e attacchi terroristici, e dice : “Tempismo, luogo, soggetto colpito e modalità dell'attentato di Genova rappresentano il messaggio esplicito di un ritorno ad un drammatico passato, che rischia di inaugurare una nuova stagione di conflitti sociali e di attacchi terroristici”.
CEGLIE MESSAPICA - Quando i carabinieri lo hanno prelevato dall’Eurobar, il locale a pochi passi dall’agenzia Aci dove si era appena consumato il tentato omicidio dell’imprenditore cegliese Rocco Cavallo, Antonio Idrontino, 56 anni, ha chiesto cosa volessero da lui. Altrettanto incredulo ha accolto qualche minuto dopo il legale Cosimo Deleonardis nella caserma dove era stato portato a braccio dai militari: “Avvoca’ – ha detto – io non so nemmeno perché sto qua”. I risultati dello stub effettuato qualche istante dopo l’agguato nel comando provinciale di Brindisi, diranno se l’incredulità di Idrontino sia una recita ad arte oppure no, in attesa dell’interrogatorio di convalida che dovrebbe tenersi verosimilmente domani mattina stessa.
CEGLIE MESSAPICA - Voleva vendicare il licenziamento del figlio trentenne, congedato appena una settimana fa dall’impresa edile dove lavorava. Ha impugnato un fucile esplodendo un colpo in pieno volto contro l’imprenditore edile di Ceglie Messapica Rocco Cavallo, 45 anni, di fronte all’agenzia Aci di proprietà della vittima, in via San Lorenzo, nell’affollata periferia della città. Cavallo è ricoverato al Perrino di Brindisi, è stato ferito alla tempia e l’occhio destro, ma non corre pericolo di vita. Il presunto assassino, il 56enne Antonio Idrontino è stato fermato questa sera stessa intorno alle 19, pochi istanti dopo l’agguato, dai carabinieri della stazione di Ceglie al comando del maresciallo Sante Convertini. L’accusa è di tentato omicidio. L’arma del delitto non è ancora stata ritrovata, quel che è certo è che era detenuta irregolarmente, dato che Idrontino non ha saputo esibire nessun porto d’armi.
CEGLIE MESSAPICA - Gli hanno sparato all'uscita della sua agenzia Aci a Ceglie Messapica, poco prima delle 19, ed è grave. La vittima dell'agguato è il costruttore edile, ma anche imprenditore in altri settori, Rocco Cavallo. Sul posto i carabinieri della stazione di Ceglie Messapica e della compagnia di San Vito dei Normanni, ma anche la polizia sta raggiungendo la zona. L'agenzia dove i killer hanno atteso Cavallo si trova nei pressi della chiesa di San Lorenzo.
BRINDISI – In due a bordo di una moto di grossa cilindrata arrivano affiancano la Nissan Micra verde a bordo della quale viaggiava Gaetano Provenzano, sparano due colpi in rapida sequenza e fuggono ad altissima velocità coperti dal caos dell'ora di punta. Potrebbe essere questa la dinamica dell'agguato più verosimile nei confronti del mediatore immobiliare gambizzato proprio nei pressi della scuola media Marzabotto. Non trova riscontri l'ipotesi secondo la
quale uno dei due sicari potrebbe aver aperto la portiera del conducente per sparare il colpo che ha ferito il 55enne alla coscia destra. I malviventi avrebbero perso troppo tempo, rischiato di essere riconosciuti e di rimanere bloccati nel traffico intenso di primo mattino.
BRINDISI - Investigatori a caccia del movente che si cela dietro l'agguato ai danni del 55enne Gaetano Provenzano, avvenuto intorno alle 8.05 del mattino in viale Aldo Moro, proprio in corrispondenza della scuola media Marzabotto. Potrebbe trattarsi di un episodio collegato alle attività di Provenzano, che nel 2004 finì nei guai per truffa, ma la polizia non omette di verificare altre possibilità. E non si anfdati molto lontano dalla tragedia perchè qualche pallottola fuori controllo avrebbe potuto colpire non solo la vittima designata ma anche qualche bambino che si recava a scuola.
BRINDISI – Agguato a colpi di pistola stamani alle 8,05 a due passi dall’ingresso della media Marzabotto di Brindisi, dal lato di viale Aldo Moro, con i marciapiedi affollati di genitori e bambini diretto a scuola. Tutto si è consumato in una manciata di secondi al semaforo dell’incrocio con via Martiri delle Ardeatine e via Tirolo. La vittima designata, il 55enne brindisino Gaetano Provenzano, mediatore immobiliare, era fermo col rosso sulla corsia di sinistra, per svoltare in direzione del quartiere Bozzano, quando la sua auto è stata affiancata da una moto o da un’altra vettura, da cui è partito un primo colpo di pistola diretto verso il finestrino lato passeggero, che lo ha mancato. A quel punto, lo sparatore o un suo complice, ha aggirato rapidamente l’auto di Provenzano, una Nissan Micra di colore verde, ne ha spalancato la portiera dal lato guida ed ha esploso un secondo colpo agli arti inferiori dell’uomo. Poi la fuga.
FRANCAVILLA FONTANA – Le condizioni di salute di Nicola Canovari sono stabili ma sempre molto gravi, mentre sono praticamente in una fase di stallo le indagini sui killer che la mattina dell’11 novembre lo crivellarono di colpi (uno al polmone sinistro) e ammazzarono il suo lavorante, il diciottenne Francesco Ligorio. E sarebbero praticamente nella stessa situazione le indagini sull’omicidio di Vincenzo Della Corte, francavillese, commerciante, cugino omonimo del sindaco, assassinato la sera dell’8 ottobre in un locale a San Michele Salentino, preso in affitto da lui e dal socio Cosimo Rochira, francavillese anch’esso.
BRINDISI - Grave atto intimidatorio ai danni di un militare dell’Arma in servizio nel Nucleo investigativo del comando provinciale dei carabinieri. Il sottufficiale è stato avvicinato da due malviventi a bordo di una moto che, volto coperto dai caschi, gli hanno puntato contro una pistola, intimandogli di consegnare loro l’arma d’ordinanza. Il militare è stato assalito nottetempo mentre rientrava nella propria abitazione in un paese della provincia di Brindisi. Il timore che l’imboscata potesse poi coinvolgere anche i propri famigliari, che dormivano a un passo dal luogo del fatto, non ha lasciato scelta al militare.
MESAGNE – I fratelli Francesco e Sandro Campana dovrebbero essere in zona. “Difficilmente i latitanti – dice un investigatore – lasciano il territorio di origine. Francesco Campana lo prenderemo, a meno che prima non lo ammazzino”. Al momento il latitante numero uno della Sacra Corona Unita non dovrebbe correre il rischio di incappare in una vendetta tra clan. E’ un rogoliano di ferro e questo gli dà la forza derivante dall’appoggio di Giuseppe Rogoli, che nel panorama criminale pugliese, può vantare di essere il fondatore della Scu e di essere uno dei pochissimi capi storici della quarta mafia a non essersi pentito.
MESAGNE – Francesco e Sandro Campana, fratelli mesagnesi, sono ricercati dalla polizia per il tentativo di omicidio di Vincenzo Greco, 35 anni, di San Donaci, residente a Mesagne, compiuto giovedì scorso. Stando alle indagini svolte dai poliziotti del commissariato locale, diretto dal vice questore Sabrina Manzone, i due mesagnesi avrebbero cercato di ammazzare Vincenzo Greco, muratore di 35 anni,per far capire al fratello minore del ferito, Leonardo di 31 anni, che non doveva intromettersi negli “affari” mesagnesi.
MESAGNE – I due killer della Scu hanno colpito Vincenzo Greco ma il vero obiettivo era Leonardo, 31 anni, fratello minore dell’uomo scampato miracolosamente alla morte. Gli investigatori non lo confermano, ma indiscrezioni danno per certo che l’avversario da ricondurre alla ragione fosse Leonardo, uscito di prigione una ventina di giorni fa dopo una lunga detenzione perché condannato per associazione mafiosa.
MESAGNE – Forse c’è la Sacra Corona Unita dietro il ferimento di Vincenzo Greco, il 35enne nativo di San Donaci, residente a Mesagne, raggiunto da due colpi di pistola all’addome e alla spalla tra le 12,30 e le 13 di giovedì. I due killer, giunti su una motocicletta di grossa cilindrata, apparterebbero ai gruppi che hanno ereditato lo scettro dei boss della Scu detenuti da anni. Uno dei due killer, probabilmente quello che ha sparato, sarebbe un nome di rilievo dello scenario mafioso e sarebbe ricercato da tempo per altri reati.
MESAGNE – I killer di Vincenzo Greco hanno un nome. I poliziotti del locale commissariato li avrebbero già identificati e li starebbero cercando in lungo e largo. La notizia si è diffusa questa mattina nonostante lo stretto riserbo osservato dagli agenti diretti dal vice questore Sabrina Manzone che stanno indagando sul ferimento del 35enne nativo di San Donaci, residente a Mesagne, colpito da due pallottole, probabilmente esplose con un revolver, all’addome e alla spalla. Gli agenti hanno già inoltrato al magistrato titolare dell’inchiesta, sostituto procuratore Antonio Costantini, il rapporto contenente i nomi dei due, che sarebbero persone già note agli investigatori.
SAN PIETRO VERNOTICO - Agguato ieri sera a San Pietro Vernotico ai danni di un 35enne Johnny Serra, già noto alle forze dell'ordine per spaccio di sostanze stupefacenti, contrabbando, estorsione, ricettazione e reati contro il patrimonio. Il ragazzo è rimasto ferito al polso e alle gambe, a seguito dell'esplosione di tre colpi di pistola partiti da un'auto che si è affiancata alla sua, mentre rientrava a casa assieme ad un amico.