Incastrati da un affare che la moglie del braccio destro del boss stava trattando con la moglie di un altro boss: così è nata da una costola dell’indagine Fast Line sugli interessi del clan di Albino Prudentino nel settore delle scommesse online un’altra operazione, Remetior II.
MESAGNE - Non c’è dubbio. La Sacra corona unita degli anni Duemila rifiutava i riti di affiliazione, i gradi e simili formalismi. Di mafia si trattava, comunque, stando alla decisione del Tribunale di Brindisi in composizione collegiale che oggi ha inflitto condanne pesanti.
Torna al centro delle cronache giudiziarie un personaggio di spicco del vecchio contrabbando che era rimasto sulla breccia anche dopo il crollo del traffico di sigarette tra i Balcani e la provincia di Brindisi, Albino Prudentino. E questa volta, dopo l'Operazione Ellas condotta dalla Finanza di Bari nel 2002, l'operazione Calipso condotta dal Ros dei carabinieri nel settembre 2010, sono ancora le "fiamme gialle", quelle di Brindisi, a puntare sull'organizzazione di Prudentino.
MESAGNE - Si svolgerà il 16 novembre prossimo di fronte alla sezione penale collegiale del Tribunale di Brindisi la prima udienza del processo per l’Operazione Calipso, condotta il 29 settembre 2010 dal Ros dei carabinieri contro uno dei due nuovi gruppi della Scu di Mesagne, quello capeggiato da Daniele Vicientino e da Ercole Penna, poi passato alla collaborazione con la giustizia, e con referenti in carcere i “colonnelli” Massimo Pasimeni e Antonio Vitale.
OSTUNI - Respinta l’istanza di scarcerazione: Albino Prudentino (59 anni, ostunese) resta in carcere. Così ha deciso il Tribunale del Riesame. Non sarebbe imminente neppure il suo trasferimento dal carcere romano di Rebibbia presso la Casa circondariale di Lecce. Prudentino avrebbe deciso infatti di rinunciare a prendere parte a una imminente udienza presso il Tribunale salentino, nell’ambito di un processo d’appello in cui è chiamato a rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al contrabbando di sigarette. Imputazioni che gli sono costate, in primo grado, una condanna a quattro anni di carcere, per fatti e circostanze che lo portarono in cella agli inizi del Duemila. La requisitoria del Procuratore generale è fissata per il 17 febbraio prossimo.
OSTUNI - Discussa dalla Difesa l’istanza di scarcerazione: Albino Prudentino (59 anni, ostunese) saprà a giorni le decisioni del Tribunale del Riesame. Due le ipotesi: potrebbe lasciare il carcere romano di Rebibbia e tornare in libertà, qualora la domanda di scarcerazione fosse accolta. Viceversa, verrebbe trasferito presso la Casa circondariale di Lecce, anche al fine di consentirgli di prendere parte a una imminente udienza già fissata presso il Tribunale salentino nell’ambito di un processo d’appello in cui il presunto boss ostunese è chiamato a rispondere di associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al contrabbando di sigarette. Accuse che gli sono costate, in primo grado, una condanna a quattro anni di carcere, per fatti e circostanze che lo portarono in cella agli inizi del Duemila. La requisitoria del Procuratore generale è in calendario il 17 febbraio prossimo.
BRINDISI - Chiusa la pratica dell'estradizione dall'Albania in Italia dell'ex capo contrabbandiere Albino Prudentino di Ostuni, giunto a Roma in nottata su un volo partito da Valona e sotto scorta di personale dell'Interpol per essere messo a disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Lecce e del giudice delle indagini preliminari. Prudentino è coinvolto nell'Operazione Calipso del 29 settembre scorso, su indagini dei carabinieri del Ros che aveva colpito uno dei due clan della Scu attualmente in attività, quello di Massimo Pasimeni e Antonio Vitale (entrambi detenuti), la cui direzione era stata affidata a Daniele Vicientino, riuscito a sfuggire alla cattura e ancora latitante, e ad Ercole Penna, che dopo 40 giorni ha chiesto di parlare col pm ed è diventato collaboratore di giustizia, scatenando poi l'Operazione Lsast Minute condotta da Squadra mobile di Brindisi e commissariato di Mesagne.
BRINDISI – Ha parlato di violazione dei diritti umani, cui costantemente sarebbe stato sottoposto in Albania dal giorno della cattura, il 29 settembre scorso. E solo per questo, per avere la possibilità di dimostrare la propria innocenza, giovedì scorso davanti al tribunale di Valona, Albino Prudentino non si è opposto alla propria estradizione in Italia. L’ex capo contrabbandiere ostunese sarà perciò presto a disposizione del pm della Direzione distrettuale antimafia di lecce, Alberto Santacatterina, il quale ha coordinato l’Operazione Calypso, condotta proprio il 29 settembre dal Ros e dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi contro un nuovo network nato su un ceppo della nuova Sacra Corona Unita, che aveva nel latitante Daniele Vicientino il capo territoriale e militare, e in Prudentino l’esperienza e la mente per realizzare un nuovo progetto: quello del controllo del giro delle scommesse e dei videopoker.
TIRANA – Nel governo albanese scoppia un caso Prudentino. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa da Tirana, Albino Prudentino, 59 anni di Ostuni, arrestato l’altro ieri a Valona nell’ambito dell’Operazione Calypso dai carabinieri del Ros e dalla polizia locale, avrebbe stretto legami d'affari con personaggi vicini al governo di Tirana. Il fatto è riportato con grande risalto dagli organi di informazione albanesi che hanno pubblicato gli atti societari delle tre compagnie fondate, con altri soci, da uno dei figli del contrabbandiere internazionale, Angelo, già coinvolto col padre ed altri fratelli bell’Operazione Hellas del novembre 2001, condotta dalla Guardia di Finanza di Bari tra Italia e Grecia.