CELLINO SAN MARCO - E' durato circa 4 ore l'incendio che nella tarda serata di ieri si è sviluppato nella ex discarica comunale denominata ex Rafi a Cellino San Marco. Le fiamme – nel sito di contrada Cazzei - sono divampate dopo le 20. Il rogo partito da un incendio di sterpaglie nelle campagne limitrofe si è propagato all'interno della struttura presso la quale stavano per iniziare i lavori di bonifica già finanziati dalla Regione.
BRINDISI - Si è svolta a Roma un’importante riunione per gli stabilimenti che non hanno definito le procedure di caratterizzazione ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente.
BRINDISI - Bisognerà attendere non meno di un mese per capire in che tempi sarà messa a punto, quanto costerà, e soprattutto a spese di chi la bonifica della gigantesca discarica a ridosso dell’oasi naturale della Saline. Sono più o meno questi, in previsione, i tempi contemplati per la realizzazione del progetto di bonifica recentemente assegnato dal ministero dell’Ambiente alla Sogesid, società in house dello stesso dicastero che qualche giorno addietro ha notificato la designazione al Comune di Brindisi. Il bubbone ecologico seppellito sotto terra, scomodo vicino della splendida oasi naturalista, è anche la più imponente discarica del territorio estesa su un’area di circa 40 ettari, pari ad almeno 1,5 milioni di metri cubi di carbonato e idrossidi di calcio infiltrati da clorurati organici.
BRINDISI – L’Eni, inviando stamani una delegazione di alto livello, cerca alleati nel territorio non solo nel mondo dell’impresa, ma anche in quello delle amministrazioni locali per guadagnare spinta in una trattativa con il ministero dell’Ambiente che dura, almeno nel caso della zona industriale brindisina, sin dal 2007. Sul tavolo una questione centrale, quella delle bonifiche, che ha visto proprio Polimeri Europa quale soggetto antagonista del ministero sul modello di soluzione da seguire per mettere in sicurezza e bonificare quel lago sotterraneo di inquinanti che è la falda che flotta sotto la zona industriale di Brindisi. Si vedrà se il ministro Stefania Prestigiacomo sarà disposta a fare ciò che non hanno fatto i predecessori, ciò accettare come soluzione una barriera idraulica di pozzi di emungimento tra la falda stessa e il mare al posto di un confinamento fisico – scelta sostenuta dall’apparato tecnico del dicastero – tramite una barriera di cemento armato, come è avvenuto a Marghera.
BRINDISI - Passi in avanti verso una soluzione del problema delle bonifiche nel Sito di interesse nazionale di Brindisi, dove vige un accordo di programma tra enti locali, Regione Puglia e Ministero dell'Ambiente che prevede incentivi e riduzione dei costi per le aziende che vi aderiscono. Ma in movimento anche il processo che porterà Eni, che controlla Polimeri Europa, ad un intervento finanziario per la bonifica della falda anche a Brindisi, uno dei nove insediamenti per i quali il gruppo energetico ha deciso di destinare da 2,5 a 3 miliardi di euro nei prossimi anni.
ROMA – Paolo Scaroni ha confermato nuovamente stamani in Commissione bilancio alla Camera la decisione di Eni di procedere alle bonifiche dei siti inquinati di interesse nazionale dove operano stabilimenti del colosso chimico ed energetico italiano. Anche se, ha sottolineato Scaroni davanti ai deputati della commissione, Eni non farà altro che andare a porre rimedio a danni fatti da altri, ma in questo caso prevale la responsabilità sociale dell’azienda, ma prima ancora la volontà dell’Europa. Tra i siti in questione c’è anche quello di Brindisi, dove è già operativo un accordo di programma sulle bonifiche, sottoscritto sin qui dalle maggiori aziende operanti nell’area, Enel inclusa.
BARI - Oggi, con la firma del Protocollo d’Intesa per la bonifica dei siti inquinati si conclude la prima fase del percorso di concertazione avviato nella primavera 2010, per l’attuazione della Programmazione Comunitaria Puglia Fesr 2007/2013, a valere sui fondi dell’Asse II - azione 2.5.4. Alla firma hanno partecipato l’assessore regionale alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, il dirigente del Servizio ciclo dei rifiuti e bonifica e i rappresentanti delle quattro Province pugliesi di Bari, Brindisi, Lecce, Taranto.
BRINDISI – Si avvia verso la fase finale il primo intervento di bonifica del Seno di Ponente del porto di Brindisi, appaltato dall’Autorità Portuale alla società Cillarese Scarl, composta da Teseco di Pisa e Vittadello di Padova. Dal 15 dicembre la Capitaneria di Porto ha autorizzato l’inizio dei lavori di dragaggio in un tratto compreso tra la banchina Garibaldi e la banchina de Revel sul versante della base della Marina Militare, all’intera estensione della Lega Navale Italiana sulla sponda opposta, incluso un tratto del banchina mento via Vespucci.
BRINDISI – Comincia la bonifica di un nuovo settore del Seno di Ponente del porto di Brindisi, che all’inizio del mese di aprile 2011 dovrebbe portare il programma degli interventi esattamente a metà dell’opera, come evidenziato dalle carte allegate all’ordinanza con cui la Capitaneria ha autorizzato la tranche semestrale di lavori di dragaggio. Si tratta del piano di messa in sicurezza d’urgenza e bonifica dei fondali, il cui appalto è stato aggiudicato nel 2008 alla società consortile “Cillarese” formata da Teseco di Pisa e Vittadello di Limena (Padova).
BRINDISI – Le caratterizzazioni del Sito d’interesse nazionale di Brindisi sono quasi terminate, lo confermano dalla sede brindisina di Arpa: tutti i dati che riguardano i terreni e la falda acquifera saranno presto sottoposti al Ministero dell’Ambiente. Intanto il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, che ha anche delega all’ambiente ha annunciato che la bonifica sarà possibile investendo molto meno rispetto ai 135 milioni di euro ipotizzati dal Governo.
BRINDISI - Rilievi ed analisi chimiche eseguiti nel mese di febbraio lo confermerebbero: la falda acquifera superficiale della zona industriale non necessita dei 135 milioni di euro previsti dal Governo, per la bonifica del Sito di interesse nazionale di Brindisi. Tommaso Elia, geologo che ha analizzato i risultati di prelievi fatti proprio in quella zona, conferma il sovradimensionamento del livello di inquinamento di cui si parla nell’accordo di programma tra gli enti coinvolti, firmato insieme al Ministero dell’Ambiente.