BRINDISI – L’allagamento della trincea del nastro trasportatore Enel è la terza di una certa rilevanza negli ultimi otto anni. E in tutti questi casi la società elettrica ha di fatto attribuito alle canalizzazioni di competenza del Consorzio dell’Arneo la responsabilità di ciò. La risposta è stata che al momento della costruzione della trincea, in sede di richiesta e concessione dei nulla osta da parte del Genio Civile di Brindisi e dello stesso Consorzio dell’Arneo, Enel avrebbe firmato un atto in cui si assumeva le responsabilità dei danni che avrebbero potuto causare le tracimazioni dei canali circostanti l’opera.
BRINDISI - Tempo scaduto. La Regione Puglia, che non era indicata come parte offesa, arriva in ritardo con la propria costituzione di parte civile e viene esclusa. Stessa sorte per quattro produttori agricoli di Cerano che non potranno rivendicare alcun danno subito, perché si sono uniti alla schiera di coloro che si ritengono lesi dall’azione di Enel Produzione solo il 7 gennaio scorso, quando i termini, in realtà, erano altri.
BRINDISI – Escono dal processo per la dispersione delle polveri di carbone Enel già alla terza udienza la Regione Puglia, per costituzione tardiva (l’istanza era stata depositata stamani), ma anche il movimento No al Carbone, il Wwf, Italia Nostra, Federutenti, il Comune di Trepuzzi e quattro produttori agricoli. Saranno parte civile invece Comune e Provincia di Brindisi, Greenpeace, Legambiente, l’associazione Salute Pubblica, Medicina Democratica, i Comuni di Torchiarolo e S. Pietro Vernotico, oltre ad alcune decine di agricoltori o loro eredi.
BRINDISI - La dispersione di polveri di carbone ha provocato senz'altro, secondo l'accusa rivolta a 13 dirigenti Enel e a due imprenditori di Brindisi, il danneggiamento dei terreni vicini al nastro trasportatore. Il nodo da sciogliere, per l'ammissione delle parti civili, è un altro. In seguito ai reati di getto pericoloso di cose e danneggiamento, c'è stato anche un danno ambientale più generale al territorio? I difensori degli imputati sostengono che non sia questa una tesi condivisibile.
BRINDISI – Dal punto di vista della cosiddetta ragion politica, l’assenza del Ministero dell’Ambiente oggi all’udienza di apertura per la dispersione delle polveri di carbone dalla centrale Enel di Cerano, non desta scandalo. Dal punto di vista del diritto di un territorio ad un ambiente salubre, e quindi ad ottenere il massimo delle tecnologie mitigatrici da una grande società – che è il nocciolo della vicenda – il silenzio del ministro Corrado Clini sul caso è assordante. Perché l’apertura del resoconto della giornata con questa notizia? Perché il Ministero dell’Ambiente è al primo posto nell’elenco delle parti offese depositato dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza. L’avvocatura dello Stato farebbe comunque in tempo a presentarsi alla prossima udienza, quella del 7 gennaio 2013.
BRINDISI – Su istanza della difesa di parte dei manager Enel, in difficoltà per giungere nella prima mattinata da Roma, l’udienza odierna di apertura del processo per la dispersione delle polveri di carbone dal deposito scoperto della centrale di Cerano, nato da una indagine della Digos e della procura di Brindisi, con decine di parti lese che chiederanno di essere ammesse come parti civili, è stata spostata alla tarda mattinata. Le parti saranno chiamate dal giudice monocratico Cacucci non prima delle 12, ma si prevede anche ad ora più tarda a causa delle decine di processi a ruolo stamani.
BRINDISI – “Il movimento No al Carbone insieme a Salute Pubblica e Medicina Democratica saranno all'interno dell'aula a chiedere la costituzione di parte civile e saremo anche fuori in un presidio pacifico”, annuncia lo stesso Nac in un comunicato in vista della prima udienza fissata per mercoledì 12 dicembre, dopodomani davanti al tribunale di Brindisi, del processo per la dispersione delle ceneri dal carbonile di Enel Cerano.
BRINDISI – Trecentomila tonnellate di rifiuti speciali e pericolosi interrate nei terreni del Brindisino. È questa la sconcertante scoperta fatta dai carabinieri del Nucleo Operativo Ambientale di Lecce e dai militari della compagnia di Francavilla Fontana, nell'ambito di un'operazione che ha smantellato un grosso giro di traffico illecito di rifiuti, ceneri e materiale edile, smaltiti in modo del tutto irregolare (violato in pieno l'articolo 260 del testo unico ambientale).
BRINDISI - Manager di una grande società energetica, autotrasportatori e amministratori di imprese locali sono coinvolti in una indagine che riguardo lo smaltimento delle ceneri da carbone di una o più centrali termoelettriche in una discarica del Brindisino, sembra in territorio di Francavilla Fontana dove sarebbe coinvolta la Euroscavi 2000 Srl. Il Nucleo operativo ecologico di Lecce dei carabinieri sta notificando 18 avvisi di garanzia per reati che riguardano le norme sullo smaltimento di rifiuti speciali e le autorizzazioni al trasporto e allo stoccaggio.
BRINDISI - Tre associazioni brindisine annunciano che il 12 dicembre, in apertura di processo, avanzeranno al tribunale richiesta di costituzione di parte civile contro gli imputati dell'inchiesta sulle dispersioni di polvere di carbone dall'area di stoccaggio scoperta all'interno della centrale Enel di Cerano e dal nastro trasportato del combustibile, vcondotta dalla procura di Brindisi, dalla Digos e dai carabinieri del Noe. Si tratta di Medicina Democratica, del Comitato Salute Pubblica e del movimento No al Carbone.
BRINDISI – Il piano di Giovanni Antonino per rientrare nell’affare del carbone Edipower era semplice e nello stesso tempo avventuroso. Per mettere in discussione l’egemonia decennale della società che gestisce la movimentazione del combustibile fossile per la centrale di Brindisi Nord, la Peyrani, appalti assegnati a trattativa privata, serviva una concorrente agguerrita. Ma, dall’altro lato, serviva forse anche la politica. Bastone e carota. Per fare da bastone bisognava arruolare nell’operazione due imprenditori in grado di corazzare una nuova impresa portuale, o forse solo per dare consistenza ad una minaccia di concorrenza forte. Qui entrano in gioco Teo Titi, affermato agente marittimo, e Lino Giurgola, Bis Srl.
BRINDISI - I pm Giuseppe De Nozza e Marco D'Agostino ieri hanno affidato gli incarichi peritali per analizzare il contenuto dei telefoni cellulari e delle memorie dei computer sequestrati nel corso del blitz di mercoledì 19 settembre presso l'Autorità portuale di Brindisi, gli uffici dell'assessorato comunale alla Programmazione economica, gli uffici ed i domicili privati della quattro persone per ora indagate nell'ambito dell'indagine su un tentativo di inserimento nell'affare della movimentazione del carbone Edipower, che si ipotizza sia stato progettato e forse messo in atto utilizzando procedure illegali. I reati in base ai quali sono state disposte le perquisizioni ed i sequestri documentali e di supporti elettronici sono quelli di abuso di ufficio e, per un solo caso, anche di istigazione alla corruzione.
BRINDISI - Diventa più chiaro, col passare delle ore, almeno lo scenario generale delle indagini sulla movimentazione del carbone Edipower, che ipotizza l'esistenza di un gruppo di affari che avrebbe avuto contatti anche con un assessore della giunta comunale, Francesco Cannalire, e che per operare aveva bisogno di costituirsi in impresa portuale, o quanto meno di trovare una impresa portuale con cui allearsi per concorrere all'appalto delle operazioni di scarico e trasporto del combustibile fossile destinato alla centrale di Brindisi Nord - Costa Morena.
BRINDISI – Il fitto riserbo che copre le indagini dei pm Giuseppe De Nozza e Marco D’Agostino, sfociate nelle perquisizioni di ieri mattina al Comune, all’Autorità Portuale, e nei domicili di alcune delle persone raggiunte dai decreti, non consente di chiarire l’interesse dei magistrati e degli investigatori del Nucleo di polizia tributaria della Finanza nei confronti della stessa Authority. Ma di una delle perquisizioni era destinatario il segretario generale dell’ente Nicola Del Nobile, e gli uffici interessati sono stati passati al setaccio.
BRINDISI – Ancora una volta il carbone Edipower. E ancora una volta la magistratura che copre i vuoti di un sistema di vigilanza della politica e dei partiti a Brindisi pressoché inesistente. Il timore è che la città per l’ennesima volta a pochi passi da un nuovo trauma, anche se è troppo presto per tirare conclusioni e puntualizzare accuse. Ma la sensazione è quella. Il punto focale di questa nuova indagine è sempre lui, Giovanni Antonino, già passato tra le fiamme della Tangentopoli brindisina e dello scandalo British Gas, vicende sviluppatesi nel corso della permanenza a palazzo di città delle tre maggioranze di cui fu sindaco: 1997-2003 gli anni cruciali.
BRINDISI - Affiorano con difficoltà, dato lo strettissimo riserbo osservato dalla procura della Repubblica e dalla polizia giudiziaria, in questo caso la Guardia di Finanza, i particolari sulle attività investigative che hanno condotto stamani il Nucleo di polizia tributaria di Brindisi a sequestrare documentazione presso gli uffici dell'assessorato alla Programmazione economica, al Comune capoluogo, e presso l'Autorità portuale. Le persone oggetto delle perquisizioni della polizia tributaria, oltre quelle effettuate presso gli uffici pubblici, sono l'assessore Francesco Cannalire, l'ex sindaco Giovanni Antonino, che svolge attività di consulenza industriale, il vice presidente dell'Asi e della Camera di Commercio, Mimmo Convertino, ma sembra nel ruolo di imprenditore e non di amministratore degli enti, e il segretario generale dell'Autorità portuale, Nicola Del Nobile.
BRINDISI - Mentre la politica continua a litigare sulle politiche industriali e sugli assetti del polo energetico (che, va ricordato, non si decidono nel territorio ma a Roma, quindi con il governo), e la maggioranza al Comune subisce le pressioni del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, resta aperto il problema della transizione tra l'assetto attuale della centrale di Cerano - e della termoelettrica Edipower - e quello previsto dai piani industriali. In altre parole, il problema che il sindaco di Brindisi poneva al consiglio comunale del 9 agosto quando parlava dell'urgenza di incalzare Enel per ottenere interventi di mitigazione ambientale anche urgenti.
BRINDISI - Edipower chiude, Edipower vende, Edipower ambientalizza. Parole, tante parole. La realtà è che da due giorni una nave carboniera scarica carbone nel porto di Brindisi, dove rimarrà per complessivi 25 giorni, per alimentare la vecchia centrale di Brindisi Nord, quella che secondo la convenzione del 1994 doveva chiudere in quanto ritenuta già allora obsoleta.
BRINDISI - “Come già anticipato la settimana scorsa ai segretari provinciali dei miei partiti – ha dichiarato questa mattina il presidente della Provincia Massimo Ferrarese - porterò all'attenzione della prossima giunta provinciale il provvedimento attraverso il quale la Provincia di Brindisi si costituirà parte civile nel procedimento penale a carico di alcuni dirigenti dell'Enel, nell'ambito del quale la Provincia ha ricevuto la notifica del decreto che fissa l'inizio del processo".
BRINDISI – E’ il contenuto del computer di Calogero Sanfilippo, responsabile della produzione termoelettrica Enel, e in precedenza della filiera carbone, uno degli assi che la pubblica accusa giocherà a partire dal 12 dicembre prossimo al processo per la dispersione delle polveri dal deposito di combustibile fossile di Cerano. In quell’hard disk la Digos di Brindisi ha trovato numerosi elementi probatori che dimostrano, secondo le accuse, come l’azienda fosse perfettamente consapevole di essere la fonte della contaminazione dei terreni agricoli circostanti. E di come Enel abbia cercato di tacitare le parti danneggiate con risarcimenti più o meni palesi, ma chiedendo a tutti il silenzio.
BRINDISI - Con un decreto di citazione in giudizio per il 12 dicembre prossimo davanti al giudice monocratico, il pm Giuseppe De Nozza (che ha condotto l'attività con la collega Miryam Iacoviello) ha chiuso una delle indagini più importanti sull'impatto ambientale della centrale di Cerano sull'area agricola circostante. A base dell'inchiesta, una serie di documentazioni video e fotografiche, raccolte dalla Digos della questura di Brindisi assieme ad altri accertamenti di polizia giudiziaria come l'ascolto delle parti lese, ed una corposa perizia - svolta alla presenza anche dei consulenti della stessa Enel - di Claudio Minoia, ctu della procura, sui campioni di polveri da carbone prelevati in sette giorni su colture, terreni e all'interno delle abitazioni rurali.
BRINDISI – Sono i giorni della protesta degli agricoltori brindisini dopo la perimetrazione di una parte delle aree agricole di Cerano considerate contaminate in base a caratterizzazioni ed analisi condotte su disposizione del Commissario straordinario per l’emergenza ambientale della Puglia, e in cui un’ordinanza del sindaco Domenico Mennitti impone il divieto di coltivazione, raccolta e consumo delle produzioni. I coltivatori vogliono raggiungere il municipio e rovesciare davanti ai cancelli di palazzo di città l’uva che nessuno può vendere e mangiare. La Digos li convince a desistere, ma quell’uva annerita da una polvere scura induce il vicequestore Vincenzo Zingaro ed alcuni investigatori a farsi condurre sino ad una delle auto dove è stato caricato il prodotto.
ORIA - I Carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana hanno tratto in arresto Michele Carbone (52 anni, di Oria) che, nei giorni scorsi, era stato condannato alla pena di 14 anni per l’omicidio di Mario Nania, mentre il figlio Francesco (di 22 anni), già recluso, era stato condannato alla pena di 17 anni.
BRINDISI - Il Comitato promotore dell’iniziativa nazionale “Fermiamo il carbone” che nell’ottobre del 2011 ha organizzato in varie realtà italiane, compresa Brindisi alcune manifestazione per protestare e sensibilizzare la popolazione sull’uso indiscriminato dei combustibili fossili, in primis il carbone, oggi a 15 anni dalla stipula del Protocollo di Kyoto, si propone nuovamente di indire per sabato 18 febbraio 2012 una giornata nazionale di sensibilizzazione su tali tematiche.
BRINDISI – Se Massimo Ferrarese fa sul serio, per la faccenda della riduzione del carbone a Cerano, vale a dire la richiesta al ministro dell’Ambiente Corrado Clini di trasformazione a gas di uno dei quattro gruppi della termoelettrica “Federico II”, cosa che ha indotto ieri Enel a prendere posizione dichiarandosi sorpresa della sortita del presidente della Provincia, e comunque nettamente contraria a tale ipotesi, dia subito corso alle procedure necessarie per giungere ad un incontro nelle sedi opportune. La richiesta arriva oggi dal movimento No al Carbone, che “ha da sempre sostenuto la necessità di ridurre l’impatto sull’ambiente e la salute dato dalla combustione del carbone a Brindisi”.