In vista della prossima sfida in programma domenica 23 aprile alle ore 18.15 al Palamaggiò di Caserta, la tifoseria organizzata della New Basket Brindisi annuncia l’apertura delle adesioni per la trasferta campana
Prima vittoria in trasferta per l’Enel Basket Brindisi che sospinta da Mays e James viola il PalaMaggiò. I ragazzi di Bucchi hanno avuto la meglio, 69-78, sugli uomini di Molin, che pure hanno messo in difficoltà gli ospiti fino agli ultimi minuti di gioco. La differenza l’hanno fatta le prove del centro e dell’ala biancazzurre
BRINDISI - I “giganti del basket”? Coach Piero Bucchi non ci crede più e per superare una fase critica della partita e per battere Caserta ha schierato senza indugi l’Enel Brindisi con una formazione a dimensione ridotta, composta dal così chiamato “quintetto di piccoli”.
BRINDISI - Mai così in alto nella sua storia, ma così in alto che ora la New Basket Enel Brindisi è vincolata a guardare la classifica da una posizione di prestigio con nuovi obiettivi, scrutando la zona bassa quasi con disinteresse e con estremo distacco. E’ il risultato della vittoria contro Caserta che porta a quattro le partite vinte nelle ultime cinque di campionato, con la sola sconfitta subita ad Avellino, e con due prestigiose vittorie esterne di cui una in casa della capolista Sassari. Di certo non si poteva pretendere di più da una matricola e vengono i brividi a pensare cosa sarebbe stata ora la classifica se la squadra avesse vinto almeno la partita contro Varese, regalata agli avversari nel finale da proprie distrazioni e offerta su un piatto d’argento dalla terna arbitrale.
BRINDISI – La Digos è già sulla pista giusta per giungere ai responsabili dell’inseguimento, avvenuto nel primo pomeriggio di ieri nella zona dello stadio “Fanuzzi”, degenerato poi in un incidente stradale in cui sono rimasti coinvolti tre cronisti campani al seguito della Casertana, Giuseppe Frondella, Piero Maiello di Radio Prima Rete e Nico Marotta de Il Mattino, e un automobilista brindisino al quale è toccata la peggio (per lui ricovero in osservazione). Gli autori del tentativo di aggressione prima, e della sarabanda culminata nella collisione tra l’auto dei cronisti, una Lancia Lybra, e l’altra vettura, un fuoristrada Suzuki, sono elementi della frangia più estrema degli ultras biancoazzurri, gente già condannata ieri non solo dalla società SSD Città di Brindisi, ma anche dal resto della tifoseria brindisina.
BRINDISI – Prima una sprangata sulla portiera, poi l’inseguimento, l’incrocio semaforico di viale Duca Degli Abruzzi superato col rosso e lo schianto contro il suv Suzuki condotto da un 45enne brindisino. Inizia così quella che doveva essere una tranquilla domenica di lavoro di tre cronisti di Caserta - Giuseppe Frondella, Piero Maiello e Nico Marotta - giunti a Brindisi per documentare una delle tante imprese della squadra campana, ma finita, ancor prima di varcare le soglie dello stadio Franco Fanuzzi, direttamente all’ospedale Perrino.
LECCE - L’Enel Basket Brindisi non vince ma convince, e si batte alla pari per 45 minuti contro un buon Caserta, squadra quadrata e dal bel gioco, che ha la meglio sui biancazzurri solo dopo un tempo supplementare. Come già si era visto contro Montegranaro, l’Enel fa male agli avversari quando gioca in velocità e parte in contropiede.
CASERTA - Da tempo accusava atroci dolori allo stomaco e al ventre, per i quali il 25 gennaio scorso l’avvocato difensore Daniela D’Amuri aveva chiesto il ricovero con urgenza, ma in ospedale l’ex boss della Scu Francesco Sparaccio, 53 anni, non ci è mai arrivato. E’ morto a mezzanotte fra domenica e lunedì nella cella del carcere di Carinola, dove stava scontando l’ergastolo per l’omicidio di Francesco Incantalupo, scomparso la sera del 12 aprile 1992 e mai più ritrovato, il primo caso di lupara bianca in terra di Brindisi. Per la morte di Sparaccio la famiglia ha presentato un esposto alla procura della Repubblica di Caserta, nei prossimi giorni l’autopsia che stabilirà se la mancanza delle cure richieste e il mancato ricovero siano stati determinanti oppure no nel cagionare la morte del detenuto.