Riceviamo e pubblichiamo un intervento del segretario Generale della Cgil Antonio Macchia e della resposabile Cgil Politiche Immigrazione Filomena Schiena sulle condizioni di vita nei Cie e Cara di Restinco, dove il diritto alla libertà e alla sicurezza viene sempre più calpestato.
Adriana è stata rinchiusa nel Cie dopo aver perso lavoro e permesso di soggiorno. Si trova in un reparto di soli uomini. Chiede di essere trasferita altrove
BRINDISI – E questa volta il Centro di identificazione ed espulsione di Restinco (Cie) rischia la chiusura almeno provvisoria. Questo suggerirebbe la logica dopo i disordini avvenuti tra le 22 di ieri e l’1 del mattino di oggi, che si sono conclusi con la distruzione totale delle camerate e dei servizi, causata dall’incendio appiccato da un gruppo numerosi di internati tunisini – non c’entrano con gli immigrati di Lampedusa – che si erano procurati accendini e liquido infiammabile.
BRINDISI – Giornata di tregua nel Cie-Cara (Centro di identificazione ed espulsione e Centro accoglienza richiedenti asilo ndr) di Restinco dopo la “notte di fuochi” tra sabato e domenica sia sul fronte degli attacchi alle forze dell’ordine, sia sul fronte dei possibili nuovi arrivi, mentre peggiora la situazione a livello internazionale. Finora a Lampedusa, non si sono registrati nuovi sbarchi anche se sull’isola ci sono al momento 2.200 immigrati con il centro di accoglienza che scoppia e necessariamente gli ospiti dovranno essere trasferiti nel resto delle strutture disponibili in Italia, laddove non dovessero essere respinti.
BRINDISI – Bottiglie d’alcol usate come lanciafiamme contro le forze dell’ordine, tentativi d’incendio, devastazioni ed un nuovo cratere aperto proprio sul muro di cinta in prossimità dell’uscita del centro di Restinco, quasi a mò di sfida a polizia, carabinieri, finanzieri e militari del “San Marco” intervenuti a sedare la più violenta tra le ultime rivolte. Fortunatamente nessun ferito, né tra le forze dell’ordine né tra gli ospiti, il più violento e pericoloso gruppo che il Cie-Cara (Centro di identificazione ed espulsione e Centro accoglienza richiedenti asilo ndr) di Restinco abbia mai accolto.
BRINDISI - Dopo le evasioni dei giorni scorsi, nuovo tentativo di fuga questa sera dal Cie (Centro di identificazione ed espulsione) di Restinco, dove però uomini delle forze dell'ordine ed Esercito sono riusciti a bloccare i progetti di fuga, cui sono però seguiti atti di autolesionismo, che hanno reso necessario il trasporto in ospedale di alcuni dei protagonisti della nuova ribellione. La zona è ancora presidiata da diverse pattuglie, sul posto è stato inviato anche il personale reperibile oltre quello già in servizio.
BRINDISI – Forse non aveva alcuna intenzione di essere rimpatriato in una patria attraversata in queste settimane da fortissime tensioni, violenze e incertezze. O forse voleva tornarci subito, per stare con la propria famiglia, senza aspettare la trafila prevista per le espulsioni dalle leggi vigenti in Italia. In un modo o nell’altro, ieri Mohamed Hedi Lakhdhari, cittadino tunisino di 32 anni, è evaso dal centro Cie di Restinco, a pochi chilometri da Brindisi, scavalcando l’alto muro di cinta dell’ex campo profughi ed ex deposito militare, saltando poi da un’altezza di 4 metri e infilando di corsa i campi circostanti.