BRINDISI – Il Giudice delle indagini preliminari, accogliendo le rispettive istanze di revoca della misura cautelare depositate dalla Difesa, ha disposto la liberazione di tre dei quattro componenti la famiglia di imprenditori D’Astore (titolari di uno tra i cantieri navali più noti a Brindisi). Daniele D'Astore, Maria Michela D'Astore e Vittoria Giuri, finiti agli arresti domiciliari il 28 gennaio scorso, nell’ambito dell’operazione battezzata “Black Hole”, sono tornati così in libertà.
BRINDISI – Si sono svolti stamani davanti al giudice delle indagini preliminari Paola Liaci gli interrogatori di garanzia dei quattro componenti della famiglia D’Astore arrestati dal Nucleo di polizia tributaria nei giorni scorsi con l’ipotesi di reato di concorso in bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale aggravata nonché di omesso versamento delle imposte, conseguente al fallimento della Cantieri Balsamo Srl per un debito di 5,5 milioni con gli enti previdenziali, l’erario e l’Autorità portuale di Brindisi, e ad una presunta distrazione di beni della società fallita a favore della nuova società Cantieri Balsamo Shipping Srl per un valore di 3 milioni di euro.
BRINDISI – Una bancarotta milionaria ha condotto la procura di Brindisi a chiedere ed ottenere l’arresto degli amministratori e proprietari di uno dei cantieri navali brindisini più noti, i D’Astore. L’operazione è stata condotta col massimo riserbo nella serata di ieri dai militari del Nucleo di polizia tributaria, che ha notificato quattro ordinanze di custodia cautelare, con la contestuale concessione dei domiciliari, agli imprenditori Gaetano D’Astore, alla figlia Michela, alla moglie e al figlio Daniele D’Astore, consigliere della sezione nautica di Confindustria Brindisi e amministratore della Damarin, una delle tre società di famiglia, che si occupa di costruzioni su licenza, vendita, manutenzione nel settore del diporto ed è concessionaria di noti marchi della nautica.