BRINDISI – Doppio vincolo di sequestro sui tre grandi impianti fotovoltaici facenti capo a sei società controllate dalla famiglia Degennaro di Bari, che erano stati artificiosamente frazionati in 19 impianti inferiori ad un megawatt di potenza nominale per aggirare l’obbligo della Valutazione di impatto ambientale e utilizzare invece la procedura semplificata della Dia, secondo l’allora vigente regolamento della Regione Puglia poi modificato a fine dicembre 2010 per restringerne le maglie e tutelare maggiormente il territorio. Il nuovo provvedimento (mentre il primo era di natura probatoria) è un sequestro preventivo per equivalente, proporzionato ad un danno per l’erario stimato in poco più di 11 milioni di euro.
BRINDISI - Nuova tappa dell'indagine sugli investimenti nel settore del fotovoltaico nel Brindisino da parte del Gruppo Energia legato ad alcuni membri della famiglia Degennaro di Bari. E questa volta la procura di Brindisi e Guardia di Finanza hanno bloccato con un sequestro per equivalente applicato a liquidità e ad altri impianti riconducibili ad alcune società di capitali operanti nel settore della produzione di energia da fonti rinnovabili, "un’indebita richiesta di fondi pubblici per complessivi 182 milioni di euro, di cui 11 milioni circa già erogati".
BRINDISI – Forze dell’ordine in congedo? Alloggi non riscattabili. E così chi ha servito lo Stato in prima fila nella lotta al crimine, una volta in pensione, riceve lo sfratto. “Legge da modificare”, tuona il senatore Euprepio Curto, consigliere regionale e coordinatore provinciale di Fli. Innanzitutto i fatti. L’Istituto Autonomo Case Popolari ha attivato, mediante diffida, le procedure finalizzate al rilascio dell’alloggio di servizio occupato da soggetti originariamente assegnatari in quanto appartenenti alle Forze dell’Ordine. Tanto, in quanto sarebbe venuto meno, a seguito di entrata in quiescenza per limiti di età dei medesimi, la sussistenza del requisito dell’effettiva attività.
BARI - “Il sindaco Michele Emiliano non è indagato, ha spiegato le sue ragioni davanti a tutto il Consiglio comunale e soprattutto, chiedendo scusa ai baresi, ha riconosciuto la necessità di avviare una fase nuova e di rilancio dell'azione amministrativa”. Lo afferma il vicepresidente del gruppo del Partito Democratico al Senato, Nicola Latorre, a proposito delle reazioni all'inchiesta della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese sul presunto malaffare che vede coinvolti alcuni imprenditori e funzionari comunali. Inchiesta che ha travolto, tra gli altri, il consigliere regionale del Pd Gerardo Degennaro, con riflessi politici anche per il sindaco di Bari.
BARI - Dalle cassette di pesce ai rapporti tra il gruppo Degennaro e il Comune. Un lungo intervento in apertura del Consiglio comunale, per rispondere alla valanga di accuse piovutegli addosso. Emiliano è un fiume in piena. Si difende, non rinunciando ad attaccare. E lo fa nelle stesse ore in cui la magistratura barese ritiene di aver messo le mani sui fondi neri del Gruppo Dec. “Anche senza sapere nulla di cosa accadrà né domani e né tra cinque anni, io, per rendere onore a questo Consiglio comunale, sto parlando perché ho piena fiducia nella giustizia e perché so che nessuno lavora in una Procura della Repubblica in Italia per fare trappole a qualcuno”. Così ha esordito il sindaco di Bari, aprendo la seduta.
BARI - Tangentopoli barese: gli indagati si difendono. È durato meno di un'ora l'interrogatorio di garanzia di Gerardo Degennaro, amministratore di fatto della Dec Spa e consigliere regionale Pd, agli arresti domiciliari dal 13 marzo scorso con le accuse di frode in pubbliche forniture, falso e corruzione nell'ambito dell'inchiesta della procura di Bari sul presunto malaffare nelle opere pubbliche realizzate dalla Dec a Bari dal 2004 ad oggi. Degennaro ha risposto alle domande del gip, Michele Parisi, spiegando, per quanto riguarda le contestazioni di falso e frode nei progetti per i due parcheggi interrati di piazza Giulio Cesare e piazza Cesare Battisti, di non esser un tecnico e quindi di non essersi mai occupato degli aspetti tecnici dell'appalto in ragione del suo ruolo di amministratore all'interno della società.
OSTUNI - Un effetto-domino tra Bari e Ostuni, per il caso Degennaro? Per l'opposizione consiliare alla maggioranza di centrosinistra che regge da lungo tempo il Comune della Città Bianca, un nesso politico c'è, nel senso che interessi imprenditoriali erano palesemente presenti nella maggioranza stessa quando furono avviati e conclusi gli iter per la costruzione della case delle forze dell'ordine, in cui c'era l'interesse diretto dell'azienda dell'attuale consigliere regionale del Pd, Giovanni Epifani.
BARI - Prima l'onore personale, poi la carriera politica, della quale a questo punto non gli importa più nulla. Lo ha detto Michele Emiliano in una intervista a Repubblica, annunciando che ha intenzione di restare sindaco di Bari sino alla fine del mandato, e poi di lasciare. Una scelta che viene approvata e difesa anche dal governatore della Regione Puglia, Nichi Vendola, che invece parla dalle colonne de La Stampa.
BARI – “Se qualcuno pensa di potermi mandare a casa solo per qualche chilo di pesce e cozze pelose si sbaglia: rimarremo qui consapevoli degli errori commessi ma con la determinazione che solo le persone perbene riescono a mettere insieme”. Fa outing ma resta al suo posto, il sindaco di Bari Emiliano, che ha risposto così, nel corso di una conferenza stampa, a chi nelle ultime ore ha chiesto le sue dimissioni in relazione ai rapporti suoi e dell'amministrazione comunale con la famiglia di imprenditori baresi Gerardo e Daniele Degennaro, coinvolti nell'inchiesta su alcuni appalti realizzati nel capoluogo pugliese negli ultimi anni.
BARI - "Con le sue prese di posizione Sergio Blasi conferma il ruolo del Pd come architrave del processo di cambiamento e dell'impegno per la moralizzazione nella vita pubblica". Lo dice l'europarlamentare Enzo lavarra, della direzione nazionale deel Partito Democratico, a proposito delle dichiarazioni rilasciate oggi al Corriere della Sera da Blasi, e in cui il segretario regionale del Pd afferma: "Sono amareggiato, mortificato. Non è questo il mio Pd. Non è una giustificazione, ma qualcuno mi dia atto che io l’allarme l’avevo lanciato. Ora correggiamo la rotta. A tutti i livelli. Diamo vita subito a un comitato dei saggi che valuti le candidature. Predisponiamo subito una legge regionale sul conflitto d’intesse. Subito. Prima che la Primavera pugliese si trasformi in autunno".