Il Tribunale: “Il Comune ha adempiuto alle prescrizioni per la tutela dell’ambiente e della salute. Restano due criticità compatibili con la messa in esercizio: estrazione biogas e percolato nel IV lotto”. Possibile apertura entro fine anno
Il pm Pierpaolo Montinaro ha disposto il dissequestro della scuola elementare Pessina di viale Pola, nel centro di Ostuni, interessata lo scorso 13 aprile dal cedimento di alcuni pezzi di intonaco, con ferimento di due bimbi. I sigilli sono stati rimossi sulla base della relazione consulente tecnico nominato dal magistrato, Michele Colella
Dissequestrato l'impianto per l'estrazione del nocciolino grezzo di un frantoio posto sulla strada che collega Villa Castelli a Grottaglie, a cui erano stati posti i sigilli circa 10 giorni fa perché si riteneva fosse stato realizzato senza le dovute autorizzazioni
BRINDISI – Non è più la procura delle Repubblica che deve occuparsi delle torce e degli impianti del Petrolchimico di Brindisi, ma gli organi di controllo come Arpa e Comitato tecnico regionale. L’indagine diretta dal pm Antonio Costantini, che aveva delegato alla Digos gli accertamenti di polizia giudiziaria, si è infatti conclusa quando le aziende interessate, l’allora Polimeri Europa ed ora Versalis, e Basell, hanno ottemperato alle prescrizioni realizzando i lavori prescritti dal magistrato inquirente (12 i milioni investiti) sulla base della relazione del consulente tecnico. Inoltre i reati ambientali a base della stessa indagine sono ormai estinti su oblazione, meccanismo previsto dalle norme vigenti.
LECCE - La villetta di Copertino e il deposito di carburanti dell’azienda sono intestati a Giuseppina Marchello, moglie dello stragista reo confesso dell’attentato di Brindisi, Giovanni Vantaggiato, e quindi vanno esclusi dal novero di beni da sottoporre a sequestro conservativo (oltre che preventivo) indispensabile per garantire alle parti civili il risarcimento dei danni che saranno rivendicati durante il processo.
BRINDISI – Sarà dissequestrato oggi su decreto del magistrato inquirente l’immobile della presidenza di Cittadella della Ricerca, dove hanno sede anche gli uffici della Santa Teresa, la società in house della Provincia di Brindisi, dove il 21 ottobre scorso, un incendio doloso ha distrutto l’80% dei documenti custoditi negli uffici, relativi a progetti e attività della stessa Cittadella Spa e del vecchio Pastis. Gli investigatori della Digos di Brindisi continuano tuttavia ad indagare sugli autori del gesto. Al vaglio degli inquirenti ci sono anche gli esiti degli accertamenti tecnico-scientifici che potrebbero rivelare alcune sorprese.
BRINDISI - Il Comune di Brindisi, grazie ad un provvedimento della magistratura, è rintrato in possesso di tutti i dati ed i ruoli tributari di sua competenza. Ciò, fa sapere l'amministrazione civica, eviterà i temuti problemi nel rapporto tra la fiscalità locale ed i cittadini. "L’autorità giudiziaria ha notificato all’Assessorato Tributi il provvedimento di dissequestro della banca dati della Gema Spa - creata nel corso della validità del rapporto di concessione con il Comune di Brindisi - e di tutta la documentazione cartacea presente nei locali della stessa Gema, in via Saponea", annuncia infatti una nota.
ORIA - Due righe appena da parte degli avvocati, per l'annuncio della rimozione dei sigilli: "In accoglimento dell’istanza presentata dagli avvocati Massimo Manfreda e Francesco Silvestre, il pubblico ministero, dott. Antonio Costantini, ha restituito la struttura ai legittimi proprietari e tanto poichè erano cessate le esigenze probatorie". La struttura è il castello federiciano di Oria, sequestrato il 10 ottobre 2011 dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, al termine di uan indagine sui lavori di recupero, consolifdamente e restauro che non sarebbe stati eseguiti - questa in sosatanza l'ipotesi accusatoria - in conformità con i progetti autorizzati.
BRINDISI – Via i sigilli al fotovoltaico. Accolto dal Riesame il ricorso della società italo spagnola “Apulia Renewable Energy Srl”. Con riferimento, infatti, al sequestro reiterato da parte del Gip presso il Tribunale di Brindisi nei confronti degli impianti, situati a Tuturano, di produzione di energia elettrica tramite conversione fotovoltaica, il Tribunale di Brindisi, sezione del Riesame, ha nuovamente annullato il decreto di sequestro, accogliendo così l’istanza e le ragioni addotte dal collegio difensivo composto dagli avvocati Massimo Manfreda, Nino Isgrò, Federico Massa, Nicola Apa e Giuseppe Pizzuto.
BRINDISI – Il tribunale del riesame di Brindisi ha dissequestrato oggi due impianti fotovoltaici messi sotto sigilli il 23 luglio scorso in contrada Monticelli, a cavallo dei territori di Torre S.Susanna ed Erchie, stabilendo che una delle ragioni alla base del decreto preventivo di urgenza emesso dalla procura di Brindisi, e poi convalidato dal giudice delle indagini preliminari, è di fatto infondata. Si tratta del rischio che comporterebbe l’avvio dell’attività di produzione di energia da parte degli impianti: per il Riesame, non sussiste sia per quanto concerne l’ipotetico aggravamento del reato, sia per quanto concerne il prolungamento dello stesso. Una decisione che potrebbe influire, a questo punto, su tutti gli altri sequestri avvenuti sulla base degli stessi motivi (salvo altre circostanze).
BRINDISI – Disco verde della procura della Repubblica per Basell e via libera al dissequestro delle torce. Nove mesi dopo l’apposizione dei sigilli (era il 26 ottobre 2010), la procura della Repubblica dispone il dissequestro delle due candele della multinazionale americana della chimica che, insieme con le cinque di Polimeri Europa, furono messe sotto sigilli perchè usate come termodistruttori, senza alcuna autorizzazione, e non come sistemi di sicurezza dell'impianto.
BRINDISI - Approda in Cassazione la vicenda della presunta truffa consumata da una imprenditrice del settore con l’appoggio del marito funzionario pro tempore dell’Ufficio agricoltura della provincia di Brindisi, nel frattempo deceduto, in cui sono coinvolte altre quattordici persone (tra le quali anche un’altra dipendente dello stesso ufficio), percependo senza avere diritto, e con falsificazioni varie, denaro destinato dalla Regione Puglia, canalizzandolo attraverso la liquidazione di pratiche fittizie agli agricoltori danneggiati da calamità naturali. L’operazione fu denominata “Pioggia d’oro”: oltre dieci milioni di euro sarebbe stata la cifra finita indebitamente nelle tasche delle persone indagate.