BRINDISI - "Oggi presso la sede della Provincia di Brindisi i vertici di Enipower, Polimeri Europa e Syndial hanno incontrato il presidente Massimo Ferrarese, su sua richiesta. Il primo tema affrontato è stato il disservizio del 28 agosto ultimo scorso".Viene definito così, in una nota ufficiale dell'Eni, il giorno delle grandi e continue fiammate dalle torce di emergenza dello stabilimento petrolchimico di Brindisi, dalle 3 del mattino a pomeriggio inoltrato, causa un buco tensione sulla rete esterna che ha mandato in sovraccarico le centrali Edipower ed Enipower, e provocato la fermata degli impianti di Basell e di Polimeri Europa.
BRINDISI – L’Eni, inviando stamani una delegazione di alto livello, cerca alleati nel territorio non solo nel mondo dell’impresa, ma anche in quello delle amministrazioni locali per guadagnare spinta in una trattativa con il ministero dell’Ambiente che dura, almeno nel caso della zona industriale brindisina, sin dal 2007. Sul tavolo una questione centrale, quella delle bonifiche, che ha visto proprio Polimeri Europa quale soggetto antagonista del ministero sul modello di soluzione da seguire per mettere in sicurezza e bonificare quel lago sotterraneo di inquinanti che è la falda che flotta sotto la zona industriale di Brindisi. Si vedrà se il ministro Stefania Prestigiacomo sarà disposta a fare ciò che non hanno fatto i predecessori, ciò accettare come soluzione una barriera idraulica di pozzi di emungimento tra la falda stessa e il mare al posto di un confinamento fisico – scelta sostenuta dall’apparato tecnico del dicastero – tramite una barriera di cemento armato, come è avvenuto a Marghera.
BRINDISI - Passi in avanti verso una soluzione del problema delle bonifiche nel Sito di interesse nazionale di Brindisi, dove vige un accordo di programma tra enti locali, Regione Puglia e Ministero dell'Ambiente che prevede incentivi e riduzione dei costi per le aziende che vi aderiscono. Ma in movimento anche il processo che porterà Eni, che controlla Polimeri Europa, ad un intervento finanziario per la bonifica della falda anche a Brindisi, uno dei nove insediamenti per i quali il gruppo energetico ha deciso di destinare da 2,5 a 3 miliardi di euro nei prossimi anni.
ROMA – Paolo Scaroni ha confermato nuovamente stamani in Commissione bilancio alla Camera la decisione di Eni di procedere alle bonifiche dei siti inquinati di interesse nazionale dove operano stabilimenti del colosso chimico ed energetico italiano. Anche se, ha sottolineato Scaroni davanti ai deputati della commissione, Eni non farà altro che andare a porre rimedio a danni fatti da altri, ma in questo caso prevale la responsabilità sociale dell’azienda, ma prima ancora la volontà dell’Europa. Tra i siti in questione c’è anche quello di Brindisi, dove è già operativo un accordo di programma sulle bonifiche, sottoscritto sin qui dalle maggiori aziende operanti nell’area, Enel inclusa.
ROMA - L'Eni ora punta a chiudere con una transazione il contenzioso aperto con il ministero dell'Ambiente per la bonifica di nove siti industriali (Priolo, Napoli Orientale, Brindisi, Pieve Vergonte, Cengio, Crotone, Mantova, Porto Torres e Gela). È quanto emerge dalle comunicazioni sul preconsuntivo 2010 del gruppo in cui si precisa che la proposta di transazione, presentata anche per conto di Syndial (società di servizi), "ha determinato uno stanziamento straordinario al fondo rischi ambientali di 1.109 milioni e per effetto della fiscalità relativa un minor utile netto di 783 milioni".
BRINDISI - La notizia diffusa da un tg nazionale circa la possibilità che, già dal mese di aprile, i primi quantitativi di CO2 catturati dal nuovo impianto-pilota realizzato a Cerano da Enel partano per Cortemaggiore, ha mobilitato Legambiente.