Esplosione nel cuore della notte a Mesagne, in provincia di Brindisi. Una fuga di gas dalla stufa di un pensionato di 77 anni provoca il crollo dell'abitazione. L'anziano viene estratto vivo dalla macerie. Ma della casa resta in piedi solo solo la facciata.
BRINDISI - La multinazionale ha chiesto di patteggiare, ma prima che il gip decida dovrà versare allo Stato 685 mila euro, 300mila come sanzione pecuniaria e 385 mila a mo’ di corrispettivo della spesa che avrebbe potuto evitare la tragedia, se solo fosse stata impiegata per mettere in sicurezza quel luogo.
Si tratta di una triste pagina di storia che ancora fa tremare i polsi, ma quel lunedì 27 settembre 1915, a Brindisi si profilava una splendida giornata di sole. Sulla banchina del lungomare Regina Margherita un buon numero di persone si era assiepato per assistere al rito dell’alzabandiera.
OSTUNI - Almeno sei razzi da segnalazione, scaduti, abbandonati tra i cassonetti nelle campagne di Ostuni: uno dei candelotti è esploso proprio mentre gli operatori ecologici stavano effettuando la raccolta dei rifiuti, e uno di essi è rimasto lievemente ferito.
BRINDISI – Tanto rumore per nulla. Uno sportello bancomat demolito, danni all'edificio, spari e un boato che ha svegliato un'intera strada per non riuscire alla fine a mettere neppure le mani sul bottino.
BRINDISI - La banda del bancomat alza il tiro ed entra in azione, stavolta, nel cuore di Brindisi, in via Appia: l’assalto è stato messo a segno la scorsa notte con il metodo del gas, fatto filtrare nelle fessure del dispositivo per poi provocare un’esplosione. A quanto si è appreso sarebbero stati anche sparati colpi di pistola.
VILLA CASTELLI – Nuovo assalto a un bancomat con esplosione. Questa volta nel mirino della banda, a quanto pare la stessa di altri colpi simili in provincia, la filiale della Banca di Credito Cooperativo San Marzano di San Giuseppe, a Villa Castelli.
BRINDISI – Momenti di tensione nel tardo pomeriggio di ieri per i residenti della palazzina al civico numero 6 di via Ugo Betti al quartiere Paradiso: un 36enne con problemi psichici, ha dato in escandescenze minacciando di voler far esplodere l'intero palazzo con la bombola del gas. Questa almeno era la segnalazione giunta al 113.
Non fu un piccolo incendio, ma una esplosione che provocò seri danni nei laboratori di via Tuscolana, dove ha sede la sezione “esplosivi” del dipartimento di polizia scientifica di Roma. Tra le 12mila pagine divise in 13 faldoni del fascicolo processuale in cui sono confluiti tutti gli atti più rilevanti dell’inchiesta sulla strage della Morvillo Falcone c’è anche la perizia tecnica sull’incidente del 2 luglio, quando uno dei reperti (si tratta di materiale esplodente di Giovanni Vantaggiato, il killer reo confesso) si autodistrusse misteriosamente.
BRINDISI – Qualche esponente dei sindacati, un folto gruppo di ambientalisti (soprattutto militanti dei No al Carbone), capigruppo consiliari di maggioranza e opposizione come Salvatore Brigante, Roberto Fusco e Riccardo Rossi, il presidente del consiglio comunale, Luciano Loiacono, parenti di Carlo Greco, Giuseppe Marulli e Giovanni Palazzotto, come Armando Marulli cugino del tecnico morto nell’esplosione, il sindaco Mimmo Consales in testa, e il direttore dello stabilimento Eni Versalis (ex Polimeri Europa), Sergio Di Pinto, ad accompagnare all’interno dei cancelli la delegazione infoltita dai giornalisti.
BRINDISI - Quella notte tra il 7 e l'8 dicembre del 1977, nella sala controllo del cracker P2T erano in cinque, e non in tre, a tentare di evitare la distruzione dello stabilimento e gravi perdite tra i compagni di lavoro. Lo ricorda a BrindisiReport.it la figlia di uno dei lavoratori investiti dalla terribile esplosione.
BRINDISI – La città fu sfiorata dall’apocalisse l’8 dicembre del 1977, mezz’ora dopo la mezzanotte. Nel cracker P2T, l’impianto di produzione di etilene, il cuore del petrolchimico brindisino riavviato dopo nove giorni di manutenzioni straordinarie, nell’area fredda qualcosa andò storto, e gas altamente esplosivi raggiunsero i forni. Nella centrale di controllo dell’impianto rimasero al loro posto Carlo Greco, Giuseppe Marulli e Giovanni Palazzotto, che cercano fino all’ultimo di isolare le linee dal resto della fabbrica.
CERANO – Dopo l’estate la costa brindisina torna a essere meta di clandestini: poche ore fa in località Cerano, a sud del capoluogo, sono sbarcate una trentina di persone presumibilmente di origini pachistane. Una decina di esse, bagnate e infreddolite, sono state trovate dagli agenti della sezione Volanti della Questura di Brindisi, sul ponte che collega Cerano a Tuturano. Camminavano al buio sul ciglio della carreggiata, altri quattro, invece, sono stati recuperati sulla spiaggia. Si cercano gli altri immigrati. Sul posto si sono recati gli agenti della polizia di frontiera che hanno avviato le indagini tese a ricostruire la dinamica di questo ennesimo viaggio della speranza.
TORCHIAROLO – Un boato ha allarmato intorno alle 23,30 di ieri i cittadini di Torchiarolo: alla periferia del paese, in via Giovanni Pascoli al confine con Squinzano, un'auto, una Suzuki con l'impianto a gas, parcheggiata all'interno di un recinto in muratura, dopo aver preso fuoco è esplosa. I detriti hanno raggiunto una stalla situata nelle vicinanze e un Ape anch'essa parcheggiata nei pressi della Suzuki. Fortunatamente i cavalli ricoverati all'interno della stalla non sono rimasti feriti e l'incendio che si è sviluppato poco dopo è stato spento prima che l'intera struttura andasse distrutta.
Esplosione causata da una fuga di casa in un piccolo appartamento a pian terreno in via Lofino, a Ostuni, e nella vicina scuola elementare Giovanni XXIII è panico. C'è la psicosi dell'attentato. Ferita solo l'occupante della casa, una donna di 84 anni.
OSTUNI - Un'esplosione di gas in un appartamento di via Lofino a Ostuni, a poche decine di metri dalla scuola primaria Giovanni XXIII , ha scatenato il panico tra le mamme dei bambini, che sono accorse a decine per portare a casa i propri figli. E' la psicosi innescata dopo il criminale attentato di sabato 19 maggio a Brindisi, che ha falciato sei giovanissime studentesse uccidendone una, la 16enne Melissa Bassi.
BRINDISI - Esplode il loculo ed i liquami invadono le tombe sottostanti, ma dopo due giorni nessuno ha posto ancora riparo alla situazione, che oltre ai danni per i “confinanti”, rischia di creare problemi dal punto di vista dell'igiene e della salute a quanti vanno a trovare i propri cari. Nuovo caso di degrado al camposanto di Brindisi, l'ennesimo.
Un boato, un'esplosione che non era quella di un comune piccolo petardo, del genere che circola tra i ragazzini. Un attimo, e la mano di un undicenne del quartiere Perrino di Brindisi, un agglomerato di case parcheggio e di alloggi di famiglie operaie, resta dilaniata. Sul piazzale, come monito, resta un dito maciullato. I carabinieri stanno indagando, perchè la versione del botto trovato per caso in strada non convince, e intanto gli artificieri dell'Arma vanno nelle scuole a spiegare perchè è meglio lasciar stare gli artifizi pirotecnici.
BRINDISI – Gli scoppia in mano un petardo mentre gioca in strada e perde due dita. Sono gravi le condizioni di Antonio, un bimbo di undici anni del quartiere Perrino di Brindisi. Intorno alle 10.30 era nei pressi di casa con altri ragazzini, quando, secondo la versione fornita inizialmente e tutta da verificare, quando ha visto e raccolto un grosso petardo che è esploso appena ha iniziato a maneggiarlo.
ROSA MARINA (OSTUNI) – Esplode la bombola del gas e resta ustionata al volto. Paura all'ora di pranzo nel villaggio di Rosa Marina di Ostuni per una 77enne, rimasta vittima, probabilmente di una cucina difettosa che avrebbe prima provocato una fuga di gas determinando qualche secondo dopo l'esplosione di bombola. Erano circa le 13 quando è avvenuta l'esplosione, in casa c'era la 77enne Livia Massari residente a Francavilla Fontana, anche se nata ad Ostuni.
BRINDISI – Un errore di calcolo nei tempi. E' questa, quasi sicuramente la causa della sciagura avvenuta nella cava di Autigno della Semes, in cui ha perso la vita il 47enne di Carovigno Salvatore Di Latte. L'operaio specializzato della Cocebit – impresa dello stesso titolare della cava della Semes, Raffaele Angelo Peciccia, in cui si è verificata la sciagura.
BRINDISI - Ancora nessuna novità dalla cava della Semes di contrada Autigno, dove attorno alle 12,30 dopo il brillamento di una mina non ci sono più tracce di un dipendente dell'impresa. La persona che ora i vigili del fuoco stanno cercando sotto il materiale franato è il 47enne Salvatore Di Latte, di Carovigno.
BRINDISI – Abbandonato nei pressi dell’ingresso dell’ospedale Perrino, con ferite ancora sanguinanti alla testa e sul resto del corpo, intorno alla mezzanotte. Ferite che potrebbe essersi procurato sul luogo di una misteriosa esplosione che intorno alle 22.45 in contrada Fischione, a Soleto, ha distrutto i muri di una villa. Su questa ipotesi, infatti, indaga la polizia dopo il ritrovamento di Giuseppe Marzio, 43 anni di Ostuni, arrivato poco prima della mezzanotte al pronto soccorso del nosocomio brindisino ospedale Perrino con ferite al cuoio capelluto, trauma cranico ed escoriazioni su tutto il corpo. Il 43enne ostunese, abbandonato nei pressi del cancello d'ingresso, è ricoverato nel reparto di neurochirurgia. I medici sono già intervenuti per le prime cure del caso in nottata.
BRINDISI – Il silos della Sanofi Aventis, multinazionale farmaceutica, esplose perché dentro vi era ammoniaca, sostanza che è a base di molti detergenti ma che ha un potere detonante tanto da essere impiegata nella fabbricazione degli esplosivi. Lo hanno accertato i tecnici dell’Arpa che effettuarono i prelievi subito dopo l’esplosione del silos avvenuta verso mezzogiorno del 10 giugno, provocando la morte di Cosimo Manfreda, 45 anni, brindisino, operaio della ditta Cof&C Srl, e il ferimento di altri quattro operai.
BRINDISI – Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per il grave incidente sul lavoro verificatosi nello stabilimento di Brindisi della multinazionale farmaceutica Sanofi Aventis. Si tratta di Gennaro De Lemma, 63 anni, direttore dello stabilimento brindisino della Sanofi; Daniela Spinelli, 51 anni, brindisina, rappresentante legale della Cof&Co, e di Cosimo Giovanni Polito, 53 anni, responsabile della sicurezza della Cof&Co. L’accusa nei loro confronti è di omicidio colposo e lesioni gravi plurime.