Dragaggi porto e colmata: sarà Sogesid a proporre una soluzione
Importante riunione questa mattina tra Comune, Autorità di Sistema portuale e società del Ministero dell'Ambiente
Importante riunione questa mattina tra Comune, Autorità di Sistema portuale e società del Ministero dell'Ambiente
Prendetevi cura del benessere di corpo e mente, direttamente sul mare, o nel centro della città di Brindisi: trattamento saldi al 40%
L'ipotesi di reato è stata contestata al direttore dello stabilimento. Posta sotto sequestro un’area di circa 1200 metri quadrati
Il Consorzio Asi insiste per realizzare nel sito della piattaforma polifunzionale per il trattamento di rifiuti e reflui industriali anche l’impianto di trattamento dei fanghi dei depuratori civili
Non c’è verso di rimettere in funzione l’impianto di trattamento dei rifiuti industriali di proprietà del Consorzio Asi di Brindisi, dopo anni di attesa in cui i concessionari, prima la francese Veolia e poi la rientrata Termomeccanica, hanno "litigato" con gli iter autorizzativi per lasciare alla fine senza lavoro agli ex dipendenti
BRINDISI – La conferenza dei servizi in Provincia sul progetto Asi-Termomeccanica per la realizzazione di un impianto di distruzione dei fanghi dei depuratori civili accanto a quello per i rifiuti speciali pericolosi già esistente, si è conclusa rinviando la decisione alla Regione Puglia sull'iter autorizzativo.
BRINDISI – Conferenza dei servizi il 16 luglio, presso la Provincia di Brindisi che è responsabile del procedimento di Valutazione di impatto ambientale, per il nuovo impianto di trattamento dei fanghi dei depuratori civili che produrrà anche energia termica ed energia elettrica.
MESAGNE – Nuovo sequestro nelle campagne alle porte di Mesagne nell'ambito delle indagini riguardanti la destinazione dei fanghi di dragaggio provenienti dal porto di Taranto relativi all'ex area Belleli. Nella giornata di oggi gli uomini del Noe Lecce hanno messo i sigilli a un terreno agricolo di un ettaro e mezzo.
I fanghi di dragaggio nel porto di Taranto riversati in un terreno agricolo a Brindisi su cui stava per sorgere un uliveto: è quanto hanno scoperto i carabinieri del Nucleo operativo ecologico di Lecce che hanno sottoposto a sequestro preventivo d’urgenza due siti
Quindicimila tonnellate di fanghi di dragaggio, materiali inerti provenienti dalle demolizioni degli impianti e dalla bonifica della falda superificiale del sito ex Belleli di Taranto, a ridosso dell'area Ilva, sono finite in un cava e in terreno agricolo in contrada Mascava, ai confini tra i territori di Brindisi e S.Vito dei Normanni. Il Noe ha sequestrato tutto e segnalato alla procura di Brindisi quattro persone, i proprietari delle aree e il titolare dell'impresa di autotrasporto che ha portato i carichi di rifiuti a destinazione, e un suo dipendente.
BRINDISI – Circa quindicimila tonnellate di rifiuti speciali, costituiti da fanghi di dragaggio provenienti dal porto di Taranto relativi alle bonifiche dell’area ex Belleli e da inerti da demolizioni edili, sono stati interrati in una cava dismessa e in terreno agricolo presso S.Vito dei Normanni.
BRINDISI - Dragaggi in corso al Canale Patri, prima che una piena - da non escludere, dati gli andamenti climatici degli ultimi anni e di quelli attuali in altre zone - riproponga gli allagamenti del 2007, che coinvolsero l'intera area della questura, costruita proprio sulla foce dello stesso corso d'acqua, che si immette nel Seno di Levante del porto. Ma appare piuttosto spiccio il trattamento dei fanghi rimossi dal letto del Patri, assieme a rifiuti di ogni genere: il materiale infatti è stato depositato sulla sponda destra del canale, sul nudo terreno, per essere poi probabilmente rimosso in un asecondo tempo.
VIBO VALENTIA – C’è un filo diretto che collega la precedente inchiesta calabrese sullo smaltimento dei fanghi di una centrale Enel, quella di Cerano a Brindisi, e i residui di lavorazione sotterrati dalla Fornace Tranquilla Srl di San Calogero accanto ad un agrumeto. Si stima che in questa operazione trasportatori e conferitori avrebbero risparmiato oltre 18 milioni di euro mentre la fornace calabrese quasi 2 milioni di euro non versati alla discarica per i fanghi, mai pervenuti a destinazione.