Omicidio Presta, l'imputato: "Non l'ho ucciso io". Difesa chiede perizie su impronte e Dna
Carlo Solazzo a giudizio dinanzi alla Corte d'assise del Tribunale di Brindisi: “Quel giorno non ero a San Donaci, ma in Toscana”
Carlo Solazzo a giudizio dinanzi alla Corte d'assise del Tribunale di Brindisi: “Quel giorno non ero a San Donaci, ma in Toscana”
Caccia all'uomo conclusa da un suicidio, dopo l'uccisione di due imprenditori, e il ferimento di un terzo, da parte del 67enne Cosimo Balsamo, implicato nei primi anni Duemila in un traffico di auto rubate
Per mancanza di motivazione autonoma nell'ordinanza del gip, torna in libertà anche Carlo Solazzo, ritenuto dalla Dda l'esecutore materiale: accolto il ricorso del difensore Stefano Prontera. Liberi il fratello Pietro e Umberto Nicoletti. In atto l'ispezione del Ministero
OSTUNI - E’ primo omicidio che viene risolto grazie all’esistenza di una banca dati dei profili genetici di quanti abbiano commesso un reato. Ed è la testimonianza, una lezione di vita forse, che val sempre la pena di ostinarsi, anche quando il tempo che è trascorso sembra eccessivo.
SAN DONACI – Antonio Presta era seduto vicino al circolo ricreativo di via Walter Tobagi in compagnia di alcuni amici, improvvisamente intorno alle 23,15 una Lancia Delta nuovo modello si è avvicinata davanti alla porta del locale, dal sedile posteriore è sceso un uomo incappucciato con in mano un'arma che, dopo aver pronunciato il suo nome, ha iniziato a sparare nella sua direzione.
BRINDISI – Ora bisogna ricominciare. Bisogna rimettere a posto i tanti tasselli ancora sparsi sul tavolo delle indagini. Il nome c’è e il colpevole anche. Giovanni Vantaggiato, a 24 ore dalla sua ammissione di essere stato l’autore materiale dell’attentato dinanzi la scuola “Morvillo Falcone” di Brindisi, agli investigatori appare ancora come una figura avvolta da misteri, ma anche con presenza di alcune caratteristiche consolidate, soprattutto economiche. C’è tuttavia ancora tanto da capire. La sua confessione, frammentaria ma determinante insieme ai filmati dei video, non basta (fra gli elementi a carico del 68enne, anche il tic nervoso alla mano destra, che giustifica il perché, durante l’azionamento del comando a distanza dell’ordigno, la tenesse in tasca e utilizzasse invece la sinistra).
BRINDISI – La caccia all’attentatore del 19 maggio continua a produrre “mostri”. Dopo i tre brindisini trascinati sotto i riflettori nel momento caldo delle prime attività investigative, e frettolosamente additati all’opinione pubblica sino al rischio del linciaggio, l’ultimo della serie è “il killer che si aggira tra le sue vittime”, frutto della corsa al fotogramma e allo spezzone di video in cui si stanno cimentando talk-show, tv e varie testate. Ma anche questa è una bufala di grandi proporzioni: il presunto killer che si aggira sulla scena dell’attentato altri non è che un poliziotto della questura di Brindisi giunto sul posto pochi minuti dopo l’esplosione, ed impegnato assieme ad altri colleghi nella ricerca dei primi reperti.
BRINDISI – Ottobre, novembre e dicembre 2010. Tre omicidi: Vincenzo Della Corte prima, Francesco Ligorio poi e per ultimo Fabio Parisi. Tutti e tre uccisi a colpi d’arma da fuoco da killer senza scrupoli. Ottobre 2011, con l’operazione “Terminator” da parte del Norm di Francavilla Fontana ed il sequestro di armi – un vero arsenale - e gli arresti di Gianluca Della Corte, Maurizio Parisi, Giovanni Passiante, Giovanni Resta e Vitantonio Spirito, si presume si sia giunti ad un punto importante delle indagini sulla guerra di mala di fine 2010, anche se gli attuali indagati rispondono solo di reati connessi alla detenzione e al porto di armi da fuoco comuni e da guerra.
"Io, sorella del killer, la mia vita e la lotta per salvare mio marito"
MESAGNE – I killer di Vincenzo Greco hanno un nome. I poliziotti del locale commissariato li avrebbero già identificati e li starebbero cercando in lungo e largo. La notizia si è diffusa questa mattina nonostante lo stretto riserbo osservato dagli agenti diretti dal vice questore Sabrina Manzone che stanno indagando sul ferimento del 35enne nativo di San Donaci, residente a Mesagne, colpito da due pallottole, probabilmente esplose con un revolver, all’addome e alla spalla. Gli agenti hanno già inoltrato al magistrato titolare dell’inchiesta, sostituto procuratore Antonio Costantini, il rapporto contenente i nomi dei due, che sarebbero persone già note agli investigatori.