BRINDISI - I rinvenimenti archeologici affiorati durante i lavori di rifacimento di lungomare Regina Margherita sono un patrimonio che la città non può permettersi di perdere, e le soluzioni tecniche per preservali, sono sperimentate e sicure.
BRINDISI – Ma Comune e Autorità Portuale si parlano? L’amministrazione comunale è a conoscenza del piano di security varato dall’Autorità Portuale, visto che lo stesso interagisce, o interferisce (dipende dai punti di vista) con l’obiettivo dichiarato e conclamato negli ultimi anni di aprire sempre più il porto alla città? Qualche dubbio sorge al cospetto della parte del piano, realizzato da una azienda che se ne era assicurata la redazione previa gara esperita nel 2010, che interessa tutta la banchina centrale di viale Regina Margherita dove è prevista la realizzazione di una lunga barriera di pannelli in plexiglas trasparente alti 3,50 metri, per delimitare l’area di attracco di navi da crociera.
BRINDISI - Per un Paese, conoscere la propria storia e le proprie origini, rappresenta una ricchezza culturale che può risultare vantaggioso anche da un punto di vista turistico. Ma cosa dire quando una città decide di ricoprire tutto ciò che dal sottosuolo è emerso, risalente a secoli di storia? È questa la sconcertante notizia, dicono il Comitato cittadino Porta d’Oriente, il Gruppo Archeologico Brindisino e la Fondazione Tonino Di Giulio, relativa ai ritrovamenti brindisini sul lungomare Regina Margherita e della piazza San Teodoro D’Amasea antistante al palazzo Montenegro, che l’amministrazione comunale, d’intesa con la Soprintendenza, ha deciso di ricoprire totalmente.
BRINDISI - Si allarga lo schieramento di associazioni che chiede la conservazione di almeno una parte significativa dei reperti affiorati con gli scavi, nel grande cantiere degli interventi di rifacimento del lungomare di Brindisi. Anche Italia Nostra, molto attenta negli ultimi anni ai problemi del porto e del water-front, scrive al soprintendente ai Banei archeologici della Puglia, Luigi la Rocca, al nuovo sindaco Mimmo Consales e al presidente dell'Autorità portuale, Iraklis Haralambidis per scongiurare la ricopertura dell'intera aree delle scoperte, come annunciato prima delle elezioni in una nota congiunta di Comune e Soprintendenza.