BRINDISI – Salve per miracolo, lei e la figlia. Lo ha raccontato stamani in aula al processo per la strage alla scuola Morvillo Falcone la teste Maria Luisa Congedo. “Avevo accompagnato a scuola mia figlia Chiara in auto, una Fiat Punto Evo nuova. Mi sono fermata a cinque o sei metri dal punto dove si trovava l’ordigno. Mia figlia è scesa dall’auto, ed ha fatto appena in tempo a varcare il cancello della scuola, quando la bomba è esplosa”.
BRINDISI – E’ Vanessa Capodieci che apre la quarta udienza del processo per la strage della scuola Morvillo Falcone. L’attentatore è assente anche oggi, a Vanessa e Veronica viene risparmiato l’impatto con l’uomo che ha tentato di uccidere loro e altre compagne, e che ha ucciso invece Melissa Bassi. Vanessa, che come la sorella non consente di essere ripresa e fotografata, ricorda tutto perfettamente. E ricostruisce i terribili secondi dell’esplosione avvenuta alle 07,42 del 19 maggio 2012.
BRINDISI – E’ stato il momento più duro per Rita Bassi, la mamma di Melissa, la deposizione di Federica Calabretti, la passeggera di un pullman proveniente da Perugia e arrivato a Brindisi pochi istanti prima dell'esplosione. La giovane testimone ha descritto la scena dell’attentato: "C'erano corpi carbonizzati, c'era Selena che veniva verso di me e gridava: Melissa, Melissa". La madre della giovanissima vittima ha chinato il capo, sostenuta dal marito Massimo.
BRINDISI - Stavolta non ci sarà. Giovanni Vantaggiato non parteciperà alla terza udienza del processo per strage che si sta celebrando davanti alla Corte d’Assise di Brindisi. “E’ fuori di testa” spiega il suo avvocato, Franco Orlando che aggiunge “Gli ho sconsigliato di partecipare”. Si punta tutto insomma sulla presunta precarietà dello stato di salute mentale del 69enne di Copertino, in carcere dalla notte fra il 6 e il 7 giugno scorsi per l’attentato del 19 maggio davanti alla Morvillo Falcone e dal luglio scorso anche per la bomba fatta esplodere a Torre Santa Susanna il 24 febbraio 2008 per uccidere il suo ex socio in affari Cosimo Parato.
BRINDISI – La premessa ha il sapore di un presagio: ci sono intercettazioni che dimostrerebbero che Giovanni Vantaggiato sta mettendo in atto una strategia per uscire di galera, per non affrontare il processo e per fingersi pazzo, ha esordito il presidente della Corte d’Assise di Brindisi, Domenico Cucchiara (a latere Francesco Aliffi) al momento della lettura dell’ordinanza. Le trascrizioni, fatte con una perizia, vanno acquisite agli atti, tanto per cominciare.
BRINDISI - La Corte d’Assise di Brindisi poco fa ha rigettato la richiesta di sottoporre ad una perizia psichiatrica di ufficio Giovanni Vantaggiato, il commerciante di carburanti di Copertino autore dell’attentato del 19 maggio scorso davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi, in cui perse la vita la studentessa Melissa Bassi. L’istanza era stata presentata dal difensore Franco Orlando nella prima udienza del processo, giovedì scorso, e la Corte si era riservata di decidere.
BRINDISI - “E’ come Unabomber, un bombarolo seriale”. Malato, disturbato, paranoide. Con manie di onnipotenza e un’ossessione per le esplosioni in tutte le forme. Anche metaforiche. Lo sostengono i consulenti della difesa di Giovanni Vantaggiato, gli esperti di criminologia e psichiatria Francesco Bruno, Maria Pia De Giovanni e Luca Chianelli che hanno ricostruito la storia dell’imprenditore di Copertino e consegnato le proprie relazioni il 29 novembre scorso.
BRINDISI – La difesa di Giovanni Vantaggiato gioca le sue carte all’inizio del dibattimento, chiedendo una perizia psichiatrica per accertare la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento dei due attentati, distanti oltre quattro anni l’uno dall’altro, e la sua capacità di seguire il processo nella pienezza delle facoltà mentali. Inoltre, l’avvocato Franco Orlando ha chiesto di acquisire agli atti la perizia effettuata dal medico legale Alberto Tortorella sulle condizioni fisiche dello stragista. E in aula si è levato il mormorio di disappunto delle parti civili e delle parti lese.
BRINDISI - Il tentato omicidio di Cosimo Parato, avvenuto la mattina del 24 febbraio 2008 per mano di Giovanni Vantaggiato, che aveva collocato un ordigno in una bici parcheggiata nel vano di manovra di un condominio a Torre S.Susanna, resta accorpato al processo cominciato stamani per la strage alla scuola Morvillo Falcone.
BRINDISI – La prima scaramuccia al processo per l’attentato del 19 maggio 2012 alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi è tra l’avvocato di parte civile di Cosimo Parato, l’ex socio in attività illecite al quale Giovanni Vantaggiato tentò di chiudere la bocca con una bomba nascosta in una bicicletta, la mattina del 24 febbraio 2008, e la pubblica accusa. Il patrono di parte civile di Parato, Raffaele Missere, ha chiesto alla Corte d’Assise o di estendere anche ai reati commessi contro il proprio assistito l’aggravante delle finalità terroristiche contestate per la bomba all’Istituto professionale per i servizi sociali, oppure di stralciare dal processo principale il caso Parato.
BRINDISI – Parlando ai giornalisti ai margini dell’udienza del processo di apertura per l’attentato alla Morvillo falcone, il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, che rappresenta l’accusa assieme al sostituto Guglielmo Cataldi, sempre della procura antimafia salentina, ha detto di ritenere attendibile il movente addotto da Giovanni Vantaggiato, cioè quello del gesto di vendetta contro le istituzioni perché è una dichiarazione resa “contra se”.
BRINDISI - Il presidente della Corte d'Assise di Brindisi ha letto pochi minuti fa l'ordinanza con cui si ammettono le riprese video e le foto nell'aula del processo per la strage del 19 maggio 2012 davanti alla scuola Morvillo Falcone. Non potrà però essere ripreso o fotografato l'imputato Giovanni Vantaggiato, il quale - attraverso il proprio difensore - ha fatto sapere che non intende essere oggetto di immagini. Il processo è cominciato con le attività preliminari.
BRINDISI - Lo stragista Giovanni Vantaggiato è da alcuni minuti in aula, ma fotografi ed operatori sono stati invitati dal presidente della Corte d'Assise, Domenico Cucchiara, a non effettuare riprese e scatti prima che le parti prestino il proprio consenso. Il commerciante di carburanti di Copertino dopo il fermo nel giugno scorso ha ammesso di essere l'autore dell'attentato del 19 maggio 2012 alla Morvillo Falcone, e successivamente anche di aver tentato di uccidere l'ex socio Cosimo Parato con un ordigno nascosto in una bici, la mattina del 24 febbraio 2008.
BRINDISI - Scorre sotto le finestre della Morvillo Falcone, il cellulare con lo stragista diretto verso l'aula bunker della Corte d'Assise di Brindisi. E dalle finestre le compagne di Melissa gridano "vogliamo giustizia" e lanciano insulti contro Giovanni Vantaggiato. In aula in prima fila ci sono le vittime e i loro genitori.
BRINDISI - Scocca l'ora della giustizia per l'attentato del 19 maggio 2012 alla Morvillo Falcone. La parte retrostante della scuola presa di mira da Giovanni Vantaggiato si affaccia sulla strada di ingresso del tribunale, e le ragazze sono affacciate alle finestre aspettando lui, lo stragista, che arriva alle 9,05.
BRINDISI - Non darà il consenso alle riprese televisive nell’aula di giustizia (la Metrangolo) all’interno della quale inizierà domattina alle 9.30 il processo a suo carico. Giovanni Vantaggiato, 69 anni fra qualche settimana, ha incontrato stamani nel carcere di Bari il suo avvocato, Franco Orlando, e ha ribadito che vuole esserci e che non intende cambiare idea. Salvo complicazioni.
BRINDISI - Il testimone chiave, la moglie dello stragista che racconterà di quella notte, le ragazze ferite, i bidelli, la centralinista della Morvillo, il dipendente Monteco che potrà confermare che quel cassonetto non era di quelli della ditta. Poi, ancora, gli investigatori che sudarono sette camicie, chiusi in conclave dal 19 maggio al 6 giugno.
BRINDISI - Lei è un angelo. Lo hanno tutti detto e ribadito. Gli angeli più belli sono sempre quelli che volano via prima. Nella giornata della vigilia della nascità di Gesù, c'è chi ha pensato a lei, a Melissa Bassi. Una targa che raffigura il suo viso e le ali da angelo, sul muro della scuola secondaria Francesca Morvillo Falcone di Brindisi. L'ideatore dell'omaggio alla studentessa di 16 anni di Mesagne uccisa il 19 maggio 2012 nell’attentato dinanzi l'istituto per i Servizi Sociali, è Antonio Paciullo.
MESAGNE - I suoi occhi parlano più delle parole, nascoste nella timidezza del suo carattere. Come sempre, quando la si incontra, ti regala un sorriso e un piccolo e discreto "ciao, come stai". Ora è diventata grande, un traguardo - così come le sue più care amiche hanno definito il 18 dicembre 2012 - i tanto attesi 18 anni sono arrivati anche per lei. Sabrina Ribezzi, dopo sette mesi da quel maledetto 19 maggio 2012, vive la sua vita avvolgendola in ciò che di bello ogni giorno le può regalare (non staccandosi, peraltro, per un solo istante dalla sorella minore Denise) anche se in cuor suo lo sa: "Non sarà un Natale come gli altri".
Le tre donne di Vantaggiato si prodigano per cercare una soluzione. Sono la moglie “Pina”, e le due sorelle Maria e Lucia che vanno a trovarlo in carcere e raccolgono le confidenze dello stragista: “Voglio diventare come quelli nei lager, voglio uscire di qui” confida il 68enne che è in cella per la morte di un innocente, la povera Melissa Bassi e per il ferimento di altre nove persone, una strage davanti a una scuola che non ha precedenti.
LECCE - Giovanni Vantaggiato, lo stragista di Copertino, non sta bene e per questa ragione è stato trasferito nel carcere di Bari, dove verrà sottoposto ad accertamenti nel Centro diagnostico terapeutico di cui la struttura è dotata. La richiesta era stata formulata dall’amministrazione penitenziaria di Borgo San Nicola (Lecce), una volta che il medici dell’area sanitaria avevano preso atto della necessità di ulteriori analisi in una struttura attrezzata. Al gip Ines Casciaro era stato chiesto lo spostamento del killer di Melissa Bassi in un ospedale, ipotesi che, per quanto autorizzata, non è stata evidentemente ritenuta fattibile. La moglie dell’imprenditore 68enne di Copertino, Giuseppina Marchello e l’avvocato Franco Orlando, hanno appreso poche ore fa della nuova destinazione assegnata all’uomo.
LECCE - Di che parlava Giovanni Vantaggiato, stragista in trappola per aver ucciso Melissa Bassi, sedici anni, e per aver attentato alla vita di decine di altri studenti? Il killer reo confesso, pentito e distrutto dal rimorso, si preoccupava di “vendere o occultare i beni a lui riconducibili” che, si è appurato, non aveva accumulato lecitamente, non essendo giustificabile la ricchezza dell’imprenditore (almeno 2 milioni e 100mila euro) in rapporto ai guadagni dichiarati. In uno dei suoi conti correnti sono stati trovati 425.680 euro. Tale disparità fa supporre che Vantaggiato oltre a essere un bombarolo fosse, quantomeno, un evasore fiscale.
LECCE - Ai fini del risarcimento del danno delle persone coinvolte nei due attentati confessati dal bombarolo di Copertino, il Tribunale di Lecce ha disposto il sequestro conservativo di tutti i beni riconducibili o intestati a Giovanni Vantaggiato, lo stragista reo confesso dell’attentato di Brindisi. I sigilli sono stati apposti anche allo yacht di “Vanni” ormeggiato a Porto Cesareo, il Camuffo 50 “Hale Bopp” in legno. L’operazione viene eseguita dalla Squadra mobile e dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi, e
dai Ros e dalla Squadra Mobile di Lecce che hanno effettuato le indagini patrimoniali per appurare il valore del patrimonio dell’imprenditore del settore carburanti. Non è inclusa nella lista l’azienda “Marchello Sas” che è intestata alla moglie.
BRINDISI – Comparirà davanti alla Corte d’Assise di Brindisi il 17 gennaio prossimo lo stragista dell’Istituto professionale Morvillo Falcone, Giovanni Vantaggiato. Questa la data fissata dal giudice delle indagini preliminari Ines Casciaro a fronte della richiesta di giudizio immediato avanzata dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce.
BRINDISI - Tutto sta in una cifra, il “110” che tradotto in lettere vuol dire “concorso” e che sta a significare che perfino i magistrati della Dda che hanno chiuso le indagini sull’attentato di Brindisi e che ritengono che la prova sia evidente a tal punto da potersi permettere di saltare l’udienza preliminare, non escludono che il bombarolo abbia agito con la complicità di qualcun altro. Ancora ignoto.