Soccorso da motovedetta camionista in stato di semi incoscienza
L'uomo, un 62enne rumeno, era sul traghetto St. Damian tra Valona e Brindisi. I medici del Perrino stanno indagando sul fatto
L'uomo, un 62enne rumeno, era sul traghetto St. Damian tra Valona e Brindisi. I medici del Perrino stanno indagando sul fatto
BRINDISI – Non fu uno speronamento volontario, ma la prua della corvetta Sibilla fu spietata, sprofondando in un gelido abisso di 800 metri la vecchia motovedetta albanese “Kater I Rades” con il suo carico umano di donne e bambini imprigionato sottocoperta. Quindici anni fa, il 28 marco 1997, un Venerdì Santo. I morti accertati furono 84, molti ancora trattenuti dalle lamiere della “Kater” quando sei mesi dopo fu recuperata da una nave specializzata su decisione del pm Leonardo Leone De Castris, che aveva affidato le indagini di polizia giudiziaria alla Squadra mobile. E oggi si può dire che il magistrato fu costretto a blindare quell’indagine, imponendo agli investigatori da egli stesso selezionati di non interloquire neppure con i loro superiori. C’erano troppe pressioni esterne. Un capo di stato maggiore fu svegliato e interrogato nel cuore della notte, a sorpresa. Così la verità non finì in fondo al mare come quelle vittime innocenti.
Erano quasi le sette di sera del 28 marzo 1997, venerdì di Pasqua. In Albania c’era la guerra civile e la gente scappava come poteva dall’altra parte del Canale d’Otranto. In Italia montava la paranoia dell’invasione albanese e si apriva la stagione dei respingimenti. Alle 18,57 la Kater I Rades, una piccola motovedetta partita da Valona stracarica di profughi, cola a picco nello collisione con la corvetta Sibilla della Marina Militare Italiana Sibilla e cola a picco: 57 morti, soprattutto donne e bambini, 24 dispersi e 34 superstiti. Quindi 81 vittime: lo stesso numero di vittime della strage di Ustica. Una storia che si conclusa con due condanne in Appello, quella del comandante del Sibilla e del comandante della Kater I Rades.
OSTUNI - “Quattro barche rubate in sette giorni. Alla luce dei recenti episodi criminosi che hanno interessato in un lasso di tempo molto breve operatori del settore diportistico e proprietari di imbarcazioni del porto di Villanova, sollecito il ripristino della Motovedetta dei carabinieri, a presidio del golfo della Città bianca”. E’ quanto scrive in una nota il consigliere comunale dell’opposizione Gianfranco Coppola, firmatario sull’argomento di una specifica interrogazione consiliare.