Un investimento di 120 milioni di euro per sostituire nella centrale Enel di Cerano, a sud di Brindisi, la più grande d'Italia, il carbonile a cielo aperto con due nuove strutture a cupola stagne e completamente automatizzate. La dispersione di polveri dal carbonile di Cerano è uno dei principali problemi di impatto ambientale della centrale "Federico II", oggetto anche di indagini da parte della procura di Brindisi. Con le due "dome" si giungerà dunque ad un punto di svolta. La costruzione delle nuove strutture richiederà 39 mesi ed impiegherà 300 unità aggiuntive. Presenti alla posa simbolica della prima pietra l'amministratore delegato di Enel, Fulvio Conti, la vice presidente della Regione Puglia, Loredana Capone, il sindaco Mimmo Consales e il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese.
BRINDISI – E’ arrivato l’amministratore delegato Fulvio Conti per dare simbolicamente il via ai lavori che costituiranno lo spartiacque tra ciò che è stata la centrale a carbone di Brindisi Cerano sino ad oggi, e quella che sarà dopo la costruzione dei due carbonili coperti a dome (cupola), completamente automatizzati, che dovranno risolvere uno dei problemi cruciali dell’impatto dell’attività produttiva della termoelettrica “Federico II” sul territorio circostante, la dispersione delle polveri da carbone, problema che è anche al centro di inizitiative della magistratura.
BARI - “Per noi oggi è una giornata storica. E’ una giornata in cui diverse amministrazioni possono brindare, in cui la politica celebra una tappa che ha un valore istituzionale. Oggi noi offriamo alla città di Bari un’opera di qualificazione urbanistica, attraverso un’opera architettonicamente prestigiosa”. Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, intervenendo questa mattina a Bari alla cerimonia per la posa della prima pietra che segna l’avvio della costruzione della nuova sede che, tra 24 mesi, ospiterà gli uffici del Consiglio regionale della Puglia.