Virus, inquinamento e polveri sottili: parte uno studio nazionale
Enea, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale insieme nel progetto di ricerca congiunto denominato Pulvirus
Enea, Istituto Superiore di Sanità (Iss) e Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale insieme nel progetto di ricerca congiunto denominato Pulvirus
L'aria che abbiamo respirato ieri? Pessima. Arpa Puglia ha diffuso oggi i dati rielevati ieri dalle sue centraline, parlando di "un intenso fenomeno di avvezione di polveri sahariane", con valori da sei a otto volte superiori al limite massimo giornaliero
Un punto a favore dell'accusa: i campionamenti eseguiti d'iniziativa dalla Digos dopo la segnalazione di un imprenditore agricolo furono fatti a dovere anche se non in contraddittorio. Sono quindi utilizzabili anche gli esiti delle consulenze disposte dal pm
BRINDISI - “Era carbone, e io lo specificavo perché ritenevo fosse così e che fosse un dato importante anche per via delle conseguenze sui prodotti”. E sulla filiera alimentare. L’agronomo Michele Trotti è stato spesso consulente dell’Enel. In aula, oggi, è stato ascoltato come teste del pm Giuseppe De Nozza e non si è mostrato allineato alla tesi dell’azienda.
BRINDISI - Non più fatti relativi agli anni 2009 e 2010, ma condotte che l’accusa ritiene illecite estese fino a ieri, fino al novembre 2013: il pm della procura di Brindisi, Giuseppe De Nozza, che sostiene l’accusa nel processo per danneggiamento e getto pericoloso di cose a carico di 15 persone, di cui 13 dirigenti Enel e 2 imprenditori locali, ha modificato oggi il capo di imputazione.
BRINDISI - E' bastato un errore materiale, commesso (contro il proprio interesse) da un avvocato di parte civile, il legale che assiste il Comune di Torchiarolo nel giudizio a carico di 13 dirigenti Enel e due imprenditori brindisini, per provocare un rinvio di due mesi e mezzo di un processo ad altissimo rischio di prescrizione.
BRINDISI – I forte vento da sud-sud-est sta portando anche sulla provincia di Brindisi le ceneri della recente eruzione dell’Etna, come dimostrano i depositi di polvere nerastra sui balconi, le verande e i terrazzi, ma anche in strada. Un fenomeno insolito che ha spinto molti a chiamare i Vigili del Fuoco per segnalare il fatto e chiedere spiegazioni. E il responsabile è stato indicato nel vulcano più famoso del Mediterraneo.
TORCHIAROLO – La qualità dell’aria a Torchiarolo, dicono i dati delle centraline Arpa, continua ad essere problematica. Nel piccolo centro del Brindisino al confine con la provincia di Lecce, al 31 dicembre 2012 i superamenti della soglia delle polveri sottili Pm10 ha toccato quota 49, rispetto al limite di legge di 35 superamenti annui. Siamo al di sotto dei picchi di alcuni degli anni scorsi, ma sempre molto oltre la soglia ammessa. E il mese di gennaio 2013 non è cominciato bene: 11 superamenti dall’1 al 23 gennaio, praticante uno a giorni alterni.
BRINDISI - Tempo scaduto. La Regione Puglia, che non era indicata come parte offesa, arriva in ritardo con la propria costituzione di parte civile e viene esclusa. Stessa sorte per quattro produttori agricoli di Cerano che non potranno rivendicare alcun danno subito, perché si sono uniti alla schiera di coloro che si ritengono lesi dall’azione di Enel Produzione solo il 7 gennaio scorso, quando i termini, in realtà, erano altri.
BRINDISI – Escono dal processo per la dispersione delle polveri di carbone Enel già alla terza udienza la Regione Puglia, per costituzione tardiva (l’istanza era stata depositata stamani), ma anche il movimento No al Carbone, il Wwf, Italia Nostra, Federutenti, il Comune di Trepuzzi e quattro produttori agricoli. Saranno parte civile invece Comune e Provincia di Brindisi, Greenpeace, Legambiente, l’associazione Salute Pubblica, Medicina Democratica, i Comuni di Torchiarolo e S. Pietro Vernotico, oltre ad alcune decine di agricoltori o loro eredi.
BRINDISI – Anche la Regione Puglia aggiunge la propria alle altre richieste di costituzione di parte civile avanzate da enti, associazioni e produttori agricoli al processo per i danni causati alle colture dalla dispersione delle polveri dal carbonile scoperto della centrale Enel di Cerano. La richiesta della Regione è stata depositata stamani dall’avvocato Marcello Falcone, presidente della Camera penale brindisina, in apertura della terza udienza del processo cominciato il 12 dicembre scorso, che vede imputati 13 dirigenti e quadri Enel e due imprenditori locali.
BRINDISI - La dispersione di polveri di carbone ha provocato senz'altro, secondo l'accusa rivolta a 13 dirigenti Enel e a due imprenditori di Brindisi, il danneggiamento dei terreni vicini al nastro trasportatore. Il nodo da sciogliere, per l'ammissione delle parti civili, è un altro. In seguito ai reati di getto pericoloso di cose e danneggiamento, c'è stato anche un danno ambientale più generale al territorio? I difensori degli imputati sostengono che non sia questa una tesi condivisibile.
BRINDISI - Nessuna obiezione, all'infuori del capo di imputazione indicato nell'istanza di costituzione di parte civile presentata dal Comune che, secondo il pm Giuseppe De Nozza, non è corretto. Da rivedere altresì anche la questione del danno ambientale indicata dalla Provincia che ha chiesto danni per 500 milioni di euro. Rischia quindi l'esclusione il Comune di Brindisi dal processo ai 13 dirigenti Enel e due imprenditori locali (i legali rappresentanti delle ditte Nubile e Cannone) che si sta svolgendo davanti al giudice monocratico di Brindisi, Francesco Cacucci.
BRINDISI – Dal punto di vista della cosiddetta ragion politica, l’assenza del Ministero dell’Ambiente oggi all’udienza di apertura per la dispersione delle polveri di carbone dalla centrale Enel di Cerano, non desta scandalo. Dal punto di vista del diritto di un territorio ad un ambiente salubre, e quindi ad ottenere il massimo delle tecnologie mitigatrici da una grande società – che è il nocciolo della vicenda – il silenzio del ministro Corrado Clini sul caso è assordante. Perché l’apertura del resoconto della giornata con questa notizia? Perché il Ministero dell’Ambiente è al primo posto nell’elenco delle parti offese depositato dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza. L’avvocatura dello Stato farebbe comunque in tempo a presentarsi alla prossima udienza, quella del 7 gennaio 2013.
BRINDISI – Su istanza della difesa di parte dei manager Enel, in difficoltà per giungere nella prima mattinata da Roma, l’udienza odierna di apertura del processo per la dispersione delle polveri di carbone dal deposito scoperto della centrale di Cerano, nato da una indagine della Digos e della procura di Brindisi, con decine di parti lese che chiederanno di essere ammesse come parti civili, è stata spostata alla tarda mattinata. Le parti saranno chiamate dal giudice monocratico Cacucci non prima delle 12, ma si prevede anche ad ora più tarda a causa delle decine di processi a ruolo stamani.
BRINDISI – “Il movimento No al Carbone insieme a Salute Pubblica e Medicina Democratica saranno all'interno dell'aula a chiedere la costituzione di parte civile e saremo anche fuori in un presidio pacifico”, annuncia lo stesso Nac in un comunicato in vista della prima udienza fissata per mercoledì 12 dicembre, dopodomani davanti al tribunale di Brindisi, del processo per la dispersione delle ceneri dal carbonile di Enel Cerano.
BRINDISI - Tre associazioni brindisine annunciano che il 12 dicembre, in apertura di processo, avanzeranno al tribunale richiesta di costituzione di parte civile contro gli imputati dell'inchiesta sulle dispersioni di polvere di carbone dall'area di stoccaggio scoperta all'interno della centrale Enel di Cerano e dal nastro trasportato del combustibile, vcondotta dalla procura di Brindisi, dalla Digos e dai carabinieri del Noe. Si tratta di Medicina Democratica, del Comitato Salute Pubblica e del movimento No al Carbone.
BRINDISI - Mentre la politica continua a litigare sulle politiche industriali e sugli assetti del polo energetico (che, va ricordato, non si decidono nel territorio ma a Roma, quindi con il governo), e la maggioranza al Comune subisce le pressioni del presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, resta aperto il problema della transizione tra l'assetto attuale della centrale di Cerano - e della termoelettrica Edipower - e quello previsto dai piani industriali. In altre parole, il problema che il sindaco di Brindisi poneva al consiglio comunale del 9 agosto quando parlava dell'urgenza di incalzare Enel per ottenere interventi di mitigazione ambientale anche urgenti.
BRINDISI - Per la società elettrica l'annuncio dell'intenzione della Provincia di costituzione di parte civile nel processo fissato per il 12 dicembre prossimo, relativo alla dispersione delle polveri di carbone dalla centrale di Cerano, non sta nè in cielo nè in terra. Come già anticipato da BrindisiReport.it, in serata Enel ha diramato una nota in cui esprime stupore per l'iniziativa di Massimo Ferrarese.
BRINDISI – Enel potrebbe uscire pressoché indenne, finanziariamente parlando, dal processo del 12 dicembre prossimo, in cui 15 imputati, tra i quali 12 dirigenti e quadri della società rispondono di inquinamento delle produzioni agricole dell’area circostante la centrale termoelettrica di Cerano e il nastro trasportatore del carbone che unisce la banchina del porto di Brindisi dove viene scaricato il minerale all’impianto energetico. Circostanza di cui l’accusa produrrà elementi probatori per il periodo 2000-2011 grazie alle indagini di Digos e Noe, e di una consulenza tecnica di ufficio, e in cui il pm individua anche gli estremi di una associazione per delinquere. Dovrebbero però essere il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, e il presidente della Provincia, Massimo Ferrarese, a spiegare se davvero il gruppo elettrico, dal punto di vista risarcitorio, è al sicuro dietro la blindatura di due accordi firmati qualche tempo fa dagli enti locali del territorio.
BRINDISI - “Come già anticipato la settimana scorsa ai segretari provinciali dei miei partiti – ha dichiarato questa mattina il presidente della Provincia Massimo Ferrarese - porterò all'attenzione della prossima giunta provinciale il provvedimento attraverso il quale la Provincia di Brindisi si costituirà parte civile nel procedimento penale a carico di alcuni dirigenti dell'Enel, nell'ambito del quale la Provincia ha ricevuto la notifica del decreto che fissa l'inizio del processo".
BRINDISI – E’ il contenuto del computer di Calogero Sanfilippo, responsabile della produzione termoelettrica Enel, e in precedenza della filiera carbone, uno degli assi che la pubblica accusa giocherà a partire dal 12 dicembre prossimo al processo per la dispersione delle polveri dal deposito di combustibile fossile di Cerano. In quell’hard disk la Digos di Brindisi ha trovato numerosi elementi probatori che dimostrano, secondo le accuse, come l’azienda fosse perfettamente consapevole di essere la fonte della contaminazione dei terreni agricoli circostanti. E di come Enel abbia cercato di tacitare le parti danneggiate con risarcimenti più o meni palesi, ma chiedendo a tutti il silenzio.
BRINDISI - Con un decreto di citazione in giudizio per il 12 dicembre prossimo davanti al giudice monocratico, il pm Giuseppe De Nozza (che ha condotto l'attività con la collega Miryam Iacoviello) ha chiuso una delle indagini più importanti sull'impatto ambientale della centrale di Cerano sull'area agricola circostante. A base dell'inchiesta, una serie di documentazioni video e fotografiche, raccolte dalla Digos della questura di Brindisi assieme ad altri accertamenti di polizia giudiziaria come l'ascolto delle parti lese, ed una corposa perizia - svolta alla presenza anche dei consulenti della stessa Enel - di Claudio Minoia, ctu della procura, sui campioni di polveri da carbone prelevati in sette giorni su colture, terreni e all'interno delle abitazioni rurali.
BRINDISI – Sono i giorni della protesta degli agricoltori brindisini dopo la perimetrazione di una parte delle aree agricole di Cerano considerate contaminate in base a caratterizzazioni ed analisi condotte su disposizione del Commissario straordinario per l’emergenza ambientale della Puglia, e in cui un’ordinanza del sindaco Domenico Mennitti impone il divieto di coltivazione, raccolta e consumo delle produzioni. I coltivatori vogliono raggiungere il municipio e rovesciare davanti ai cancelli di palazzo di città l’uva che nessuno può vendere e mangiare. La Digos li convince a desistere, ma quell’uva annerita da una polvere scura induce il vicequestore Vincenzo Zingaro ed alcuni investigatori a farsi condurre sino ad una delle auto dove è stato caricato il prodotto.
BRINDISI - La procura sta facendo il suo dovere, la politica ora faccia il proprio. E' la sintesi del documento diramato dalle associazioni ambientaliste brindisine dopo la notizia, pubblicata da BrindisiReport.it, della conclusione delle indagini sulla dispersione della polveri dal carbonile di Cerano. Attività investigativa condotta dalla Digos della questura, sostenuta da una corposa perizia del consulente tecnico del pm, e basata sulla denuncia di otto agricoltori della zona, affidatisi agli avvocati Giovanni Brigante e Vincenzo Farina (e non collegata invece ad esposti vari di movimenti ed organizzazioni)