“È definito ‘dovere del fare’, è contenuto nell’articolo 4 della Costituzione e ognuno di noi deve impegnarsi per il miglioramento della società civile”. La premiazione, nell’ambito del Festival “Aquila d’oro a San Pancrazio Salentino presentato da Rino Spedicato
ROMA - Si va disarticolando l’impianto “accusatorio”, naturalmente di carattere disciplinare, nei riguardi del procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli finito dinanzi al Csm per aver chiamato e colloquiato via mail con il gip di Lecce, Ines Casciaro, sulla fondatezza dell’aggravante della finalità terroristica per l’attentato davanti alla Morvillo Falcone.
BRINDISI - La sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura non ha accolto la richiesta del Procuratore Generale della Cassazione di trasferire in via cautelare ad altra sede e ad altre funzioni il procuratore della Repubblica del Tribunale di Brindisi, Marco Dinapoli. La relativa ordinanza è stata depositata oggi.
BRINDISI - “Attendo serenamente”. Non ha molta voglia di parlare, il capo della procura di Brindisi, Marco Dinapoli, che con garbo risponde ugualmente alle domande che gli vengono poste: “Questo è il momento in cui bisogna aspettare in silenzio un verdetto. Sono tranquillo, certo di aver fornito una versione dei fatti completa e precisa”. Una versione dei fatti in grado di allontanare ogni ombra sul suo operato e quindi sulla procura di Brindisi, che egli rappresenta e che è protagonista di un conflitto avvelenato con la procura distrettuale antimafia di Lecce che va avanti dai giorni immediatamente successivi all’esplosione dinanzi alla Morvillo Falcone.
ROMA - Decisione rinviata. Sul procedimento disciplinare e quindi su un eventuale trasferimento del capo della procura di Brindisi, Marco Dinapoli, ascoltato questa sera sui veleni che hanno scandito le fasi principali dell'inchiesta sulla tragedia della Morvillo Falcone, il Csm si è riservato ogni decisione e motivazione. Il procuratore è stato convocato a Palazzo dei Marescialli per fornire la propria versione dei fatti riguardo un presunto contatto avuto nel bel mezzo delle indagini sui fatti del 19 maggio, con Franco Orlando, l'avvocato dello stragista reo confesso dell'attentato di Brindisi.
Se la ‘ndrangheta è una holding, della Scu non restano che le briciole. La Puglia, oggi, con la sua ricchezza turistica potrebbe fare gola alla multinazionale calabrese dei traffici illeciti.I destini della punta e del tacco d’Italia sono legati a filo doppio dai primi anni Ottanta, e i rapporti di buon vicinato tra ‘ndrine e gruppi della Sacra corona unita, sono ritornati di attualità. C’è un magistrato che conosce bene entrambe le facce della medaglia. E’ Leonardo Leone de Castris, oggi capo della procura di Rossano Calabro, ieri pm antimafia a Brindisi, territorio che a fatica si è scrollato di dosso il marchio di culla della Scu. E se ciò è stato possibile, è perché con maxi operazioni come lo fu Mediana, si riuscì a fare pulizia.
BRINDISI – Anche il procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, che coordina le indagini sull’attentato del 19 maggio a Brindisi, ha indirettamente confermato oggi che non ci sono ancora esiti di particolare rilievo. Motta è intervenuto per criticare la gestione mediatica della vicenda: “Le recenti notizie apparse su vari giornali online e carta stampata (riferendosi ai siti e alle testate nazionali e locali che si sono avventurate via via in varie ipotesi, ndr) sono per la maggior parte false e distorte: così si danneggia l'indagine e non si dà assolutamente un servizio all'opinione pubblica”.
Non ha reso un buon servizio alla giustizia (e neanche alla magistratura) l’intervista rilasciata dal procuratore della Repubblica di Brindisi, Marco Dinapoli, al “Quotidiano” di Lecce a commento della sentenza della Cassazione che ha, nella sostanza, smontato gran parte del teorema accusatorio su cui poggiava la famosa “Tangentopoli brindisina” del 2003, quella che fece finire in galera il sindaco dell’epoca Giovanni Antonino, e cancellò la carriera politica di esponenti di primo piano della classe politica locale.