Sversavano tonnellate di veleni: Brindisi come la "Terra dei Fuochi"
Tre persone bloccate dalla polizia sabato accanto ad una fabbrica dismessa. Stavano vuotando reflui in un terreno e nei tombini
Tre persone bloccate dalla polizia sabato accanto ad una fabbrica dismessa. Stavano vuotando reflui in un terreno e nei tombini
Via libera dei Comuni di Brindisi e di Carovigno, e della Capitaneria, all'ultima fase dell'intervento
Questa sera assemblea pubblica organizzata a Carovigno, nel salone del Castello Dentice di Frasso, per protestare contro il progetto di scarico sottomarino dei reflui trattati dal nuovo depuratore di Bufalaria
La Regione minaccia di ritirare il finanziamento pari a 8 milioni se i Comuni di Brindisi e Carovigno non avvieranno l'iter autorizzativo
Il contesto è quello dei lavori in corso tra la banchina Ammiraglio Millo e quella del piazzale del Monumento al Marinaio, affidati dall'Autorità Portuale di Brindisi. Un lettore si chiede se è tutto regolare
Anche l'Ente Parco naturale regionale delle Dune costiere da Torre Canne a Torre San Leonardo, attraverso il suo presidiente Enzo Lavarra, ha chiesto all'assessore regionale Giovanni Giannini e al vicepresidente dell'AqP, Lorenzo De Santis, di spostare dal previsto sito sulla spiaggia del Pilone in altro luogo la vasca di raccolta dei reflui della nuova rete fognaria
BRINDISI – Lo scarico nel Canale Reale delle acque trattate dal depuratore circondariale di Bufalaria, quando entrerà in funzione, è una soluzione che non piace neppure al consigliere regionale Giovanni Epifani, del Pd, il quale propone in alternativa l’utilizzo e l’impiego del collettore costruito dall’Asi (ex Sisri) con circa 90 miliardi di lire di spesa negli anni Novanta, opera mai entrata in funzione. Uno dei tanti monumenti allo spreco delle risorse pubbliche, che avrebbe dovuto a sua volta raccogliere i reflui di Mesagne, Latiano e Francavilla Fontana, che all’epoca scaricavano tutti e tre nel Reale, ed oggi continuano a farlo Latiano e Francavilla, assieme a Ceglie Messapica. Reflui che arrivano quindi regolarmente in mare nell’oasi di Torre Guaceto, assieme a acque di vegetazione e scarichi di autospurgo, nonché altre immissioni abusive non meno dannose.