BARI - L'assessore regionale all'Ambiente, Lorenzo Nicastro esprime oggi il primo commento istituzionale nella vicenda ultima della negazione del Nof al progetto del rigassificatore British Gas a Brindisi Capo Bianco che giunge dalla riunione del Comitato Tecnico Regionale presso la Direzione regionale dei Vigili del fuoco. "La negazione del Nulla osta di fattibilità (Nof) del rigassificatore di Brindisi mette in chiaro i dubbi che il governo regionale aveva espresso sulla realizzazione di quell'opera nella localizzazione voluta dall'azienda. Esistono, stando alle valutazioni tecniche degli uffici regionali, una serie di rilievi non superati. L'opera nel suo insieme conserva un forte indice di rischio per la sicurezza del territorio".
BRINDISI – Disco rosso del Ctr (Comitato tecnico regionale) al progetto del rigassificatore nell’area di Capobianco. E l’operazione Brindisi Lng/British Gas si allontana dalla città. Rischia di svanire come nel più classico dei “porti delle nebbie”, dopo il pronunciamento del Comitato tecnico regionale, il progetto da oltre 500 milioni di euro per la rigassificazione del gas naturale liquefatto da 8 miliardi di metri cubi l’anno. Al momento sull’istruttoria e sulla decisione definitiva non esistono posizioni ufficiali.
BRINDISI – Rigassificatore: no al nullaosta. Il Comitato tecnico regionale nega il Nof a Brindisi Lng/British Gas. La decisione, trapelata da fonti ufficiose, stoppa di fatto il progetto, giudicato incompatibile con il contesto portuale e industriale brindisino. Il Comitato tecnico regionale presso il Comando regionale dei Vigili del Fuoco - che aveva delegato dell'istruttoria un gruppo di lavoro, presieduto dal comandante provinciale di Brindisi, l’ingegnere Carlo Federico, di cui facevano parte, oltre i Vigili del Fuoco, anche Arpa, Inail, Comune e Provincia di Brindisi, e Regione Puglia – pone dunque fine alla querelle sulla compatibilità dell’intervento.
CERNOBBIO - Anche il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, parla del caso British Gas come di un'occasione perduta per l'Italia, e lo fa ai margini del forum della Concommercio a Cernobbio, pur non essendo affatto scontato che il gruppo britannico rinuncerà all'investimento di Brindisi, se le condizioni si mostreranno tutte favorevoli : Nulla Osta di fattibilità, sentenza del processo ormai terminato davanti al tribunale di Brindisi, in primis.
BRINDISI – Brindisi Lng/British Gas non hanno ancora tutte le carte in regola, sentenza del tribunale a parte, l’atto che dovrebbe liberare l’area sequestrata il 12 febbraio 2007, dove si trova il cantiere del rigassificatore, oppure confiscarla. Manca infatti, alla società britannica, il Nulla osta di fattibilità. Per chi ha buona memoria, non sono poi tanto lontane le parole dei manager di Brindisi Lng a proposito del Nof: va benissimo e basta il primo pronunciamento del Comitato tecnico regionale. Sta di fatto, invece, che la società ha dovuto presentare richiesta per un nuovo Nulla osta di fattibilità, perché nel frattempo il quadro della situazione nel porto di Brindisi è mutato. Ma l’iter dello stesso non è concluso.
BRINDISI - Un pezzo straordinario di giornalismo di approfondimento sul caso del rigassificatore di Brindisi quello di questa sera lunedì 12 marzo a "Zapping", la trasmissione di Radiouno condotta da Aldo Forbice, con ospite in studio l'amministratore delegato di British Gas Italia, Luca Manzella, impegnato da giorni in una massiccia campagna di disinformazione sulla vicenda del rigassificatore di capo Bianco, a Brindisi. Accolto anche a "Zapping", Manzella non ha perso occasione per attaccare gli iter cui in Italia devono essere sottoposti i progetti industriali, e in cui ancora i governi locali hanno voce in capitolo e possono anche opporsi ad operazioni come quella condotta dal gruppo inglese.
BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo un documento dall'area di sinistra del Pd della città capoluogo, in cui si affronta il tema dell'operazione industriale del rigassificatore British Gas a Brindisi, alla luce delle recenti polemiche sollevate dalla notizia, diffusa dalla stessa Bg Italia, di un abbandono di Brindisi da parte dell'azienda, con accuse nei confronti del sistema -Italia in relazione ai tempi degli iter autorizzativi, e dei governi territoriali brindisini e pugliesi, che secondo Bg sarebbero stati ostaggio di un vuoto ambiemtaslismo.
BRINDISI - C'è chi continua a sostenere che il rigassificatore della British Gas sarebbe stato un punto di svolta per l'economia locale, c'è chi aggiunge la propria posizione a quella di chi considererebbe una vittoria per la città e il territorio l'allontanamento da Brindisi del progetto del gruppo energetico inglese. Non si ferma, alla vigilia di una delicata e dura campagna elettorale amministrativa, il confronto sul mezzo passo indietro annunciato da Bg Italia, e questo anche alla vigilia della sentenza di un processo che chiama direttamente in causa il management dell'epoca della società britannica, oltre che il sindaco ed il presidente dell'Autorità portuale di quegli anni.
BRINDISI - Un invito ai ministri Corrado Passera e Corrado Clini, rispettivamente titolari dei dicasteri dello Sviluppo economico e dell'Ambiente, a considerare la questione Brindisi - British Gas nella sua peculiarità, ed alla luce di ciò, procedere in autotutela rimuovendo tutte le autorizzazioni al gruppo britannico per il rigassificatore di Brindisi. Questa è la presa di posizione delle associazioni ambientaliste brindisine, che hanno scritto a Clini e Passera, alla luce dell'annuncio da parte di Bg Italia della necessità che la stessa azienda riconsideri sin dalla fondamenta l'opportunità di confermare l'investimento a Brindisi.
BRINDISI – Denso di omissioni storiche oggettive, tutt’altro che un annuncio di abbandono definitivo. A leggere bene e senza foga sensazionalistica, le dichiarazioni dell’amministratore delegato di British Gas Italia a IlSole24Ore, non sembra un addio già deciso, quello del gruppo inglese al sito di Brindisi Capo Bianco. Arriva poi a pochissimi giorni dal 9 marzo, giorno fissato per l’arringa dell’avvocato di Bg, Giulia Bongiorno, al processo in corso a Brindisi sui casi di corruzione e occupazione abusiva di area demaniale marittima nell’iter autorizzativo dell’impianto, a dalla sentenza fissata per il 15 marzo.
BRINDISI - Armando De Azevedo Henriques, David James Robottom, Stefan John Ricketts e Giorgio Battistini, dirigenti pro tempore di British Gas e di Brindisi Lng, dovranno superare ancora qualche altra prova prima di poter dire di essere usciti dal processo di Brindisi nato dall’Operazione High Confidential del 12 febbraio 2007, su indagini condotte dalla Digos e in parte dalla Guardia di Finanza, delegate dalla procura brindisina. Al centro, le vicende che condussero al decreto autorizzativo per il rigassificatore di Brindisi emesso a gennaio 2003 dal governo Berlusconi, e poi sospeso – è ancora tale – dal governo Prodi nel settembre 2007 su pressing dell’Unione europea per violazione delle direttive comunitarie.
BRINDISI – Massimo Ferrarese passa da una guerra ambientale all’altra. Dopo quella divampata anche oggi contro la previsione dello scarico nel Canale Reale dei reflui del depuratore di Bufalaria, che è di tabella 4 e quindi emetterà acque utilizzabili anche per usi irrigui, in serata l’annuncio dell’affidamento al legale della Provincia, l’avvocato Lorenzo Durano, del compito di decidere o meno una eventuale opposizione in giudizio ad un decreto direttoriale della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente, che esclude dalla Valutazione di impatto ambientale il progetto di interramento dei serbatoi del rigassificatore della Brindisi Lng. “In linea di continuità con le iniziative già assunte, non mancheremo di adottare ogni e più opportuno provvedimento per contrastare le iniziative della Brindisi Lng finalizzate alla realizzazione del rigassificatore a Capo Bianco”.
BRINDISI – La prescrizione di vari capi di imputazione lascia l’amaro in bocca al fronte del no al progetto del rigassificatore di Capo Bianco, ma i fatti restano, e dovrebbero indurre il governo a revocare o ad annullare l’autorizzazione del gennaio 2003 del governo Berlusconi, sospesa poi dal governo Prodi nel settembre del 2007.
BRINDISI – L’ultimo caposaldo attorno al quale si svilupperà la battaglia finale del processo British Gas, come ampiamente previsto, è quell’ex specchio di porto esterno interrato con centinaia di carichi di materiale inerte sino al 12 febbraio 2007, quando scattò l’operazione High Confidential della procura di Brindisi, affidata alla Digos ed alla Guardia di Finanza. Tra gli arrestati per corruzione, falso e occupazione abusiva di area demaniale marittima il presidente di Bg Italia, alcuni manager del potente gruppo energetico britannico che sulla colmata voleva (e vuole) costruire un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi l’anno, l’ex sindaco di Brindisi, Giovanni Antonino, e l’agente marittimo Luca Scagliarini, la stessa coppia che all’epoca dei fatti avrebbe ricevuto, secondo le accuse, tangenti sotto forma di consulenze ad una società intestata alle mogli.
BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del fronte ambientalista brindisino, che traccia un parallelo tra l'incidente al metanodotto di Tresana, in Lunigiana, ed i rischi che comportarebbe un incidente al rigassificatore di metano che Brindisi Lng intende costruire a Brindisi nell'area di Capo Bianco, nel porto esterno.
BRINDISI - Programmi elettorali e candidature sono al centro delle attività politiche di queste settimane a Brindisi. Tutto ciò avviene tuttavia in un contesto di problemi e aspettative che non vanno oscurati o dimenticati. Ha questo senso un comunicato del fronte ambientalista brindisino diramato oggi, che prende spunto dal dibattito in corso nel centrodestra (vedi la lettera dell'ex assessore Massimo Ciullo ai vertici del Pdl provinciale).
BRINDISI – Le associazioni ambientaliste brindisine chiedono all’Autorità Portuale il recesso dall’Accordo sostitutivo di concessione demaniale marittima stipulato con la British Gas Italia - Brindisi Lng e la revoca dell’approvazione del Piano Operativo Triennale 2012/2014 (approvato il 13 dicembre scorso) riguardante la realizzazione (scontata nella missiva del Piano) della costruzione del rigassificatore a Capobianco.
BRINDISI – Ognuno può stiracchiare come crede l’incontro tecnico odierno a Roma, convocato dalla responsabile del procedimento (al ministero si chiama così, al tribunale si chiama processo) Concetta Cecere, che ha ereditato la pratica British Gas – Brindisi Lng a fine 2010. La funzionaria, questo è certo, aveva bisogno di rifare il punto della situazione, ascoltare direttamente pareri e motivazioni, porre domande. La dottoressa Cecere ne ha fatta una, ad esempio, al segretario generale dell’Autorità portuale, Nicola Del Nobile, chiedendogli se il rigassificatore fosse previsto dal Piano regolatore del porto. Il segretario ha cercato di cavarsela in corner, rispondendo che era prevista comunque una colmata. Ma non per un impianto industriale, per dirla tutta. E dalla delegazione della provincia di Brindisi è stato ricordato che comunque il sito è sotto sequestro penale per occupazione abusiva di area demaniale marittima.
BRINDISI – Ventisette soggetti coinvolti, tra i quali la stessa Brindisi Lng e sette ministeri direttamente o attraverso enti dipendenti, si ritroveranno attorno ad un tavolo del dicastero dello Sviluppo economico, Dipartimento energia, alle 10,30 dell’ultimo giorno di novembre, convocati dalla dirigente della VI Sezione, Concetta Cecere, nonché responsabile del procedimento relativo al progetto British Gas di Capo Bianco a Brindisi, per un rigassificatore da 8 miliardi di metri cubi l’anno di capacità. Il commissario straordinario al Comune di Brindisi, Bruno Pezzuto, ieri in Comitato portuale era stato preciso: non si tratterà della seduta decisoria della conferenza dei servizi, che era attesa da un momento all’altro (toccherà al ministro dello Sviluppo riattivare o meno l’autorizzazione del 2003 per la costruzione dell’impianto), bensì di una ulteriore sessione istruttoria.
BRINDISI - Notizia affiorata nel corso della seduta odierna del Comitato portuale: mercoledì 30 novembre tutti a Roma, al ministero dell'Ambiente, per una nuova seduta della conferenza dei servizi per il progetto del rigassificatore British Gas a Capo Bianco, nel porto esterno di Brindisi. Secondo quanto riferito dal commissario straordinario al Comune di Brindisi, Bruno Pezzuto, si tratta ancora di una seduta istruttoria, e non decisoria. Quindi l'eventuale decreto ministeriale autorizzativo, o il rigetto della richiesta di autorizzazione, tocca al titolare del dicastero allo Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera, non è affatto prossimo perchè è conseguente ad una seduta decisoria.
BRINDISI - Il presidente dell'Autorità Portuale, Iraklis Haralambidis, torna a Brindisi dopo una lunga assenza, presenzia ad una seduta importante e piuttosto tesa del Comitato portuale dove Comune e Provincia si dissociano sul Piano delle opere triennale nella parte che riguarda il rigassificatore, poi si appresta a ripartire, si presume per l'Olanda. Rimanda tutti alla nota che posterà su Facebook in serata, in cui darà conto della differenza di posizioni. Ma Il rigassificatore resta nelle previsioni del Pot, sia pure in due righe. L'assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, pronuncia il suo discorso politico sugli obiettivi di integrazione della portualità pugliese, poi se ne torna a Bari perchè atteso da altri impegni istituzionali. I revisori dei conti avevano l'aereo alle 11, e la seduta su Pot e bilancio di previsione è finita invece alle 15. Nel frattempo arriva la notizia che il 30 novembre si riunirà a Roma la conferenza dei servizi sul rigassificatore (ancora in sede istruttoria, pare), e si preannuncia una dura nota di Ferrarese sugli stipendi della struttura dell'Autorithy.
BRINDISI - Un no anche al nuovo progetto del rigassificatore di Capo Bianco, dopo quello della Regione Puglia arriva anche dalla Provincia di Brindisi. E in questo caso non si tratta di una posizione ideologica preconcetta, come amano ripetere i managere di Brindisi Lng e di British Gas, ma di un parere tecnico motivato.
BARI – Anche se la battaglia sarà dura, e forse non potrà parteciparvi ma solo per cause di forza maggiore un attore importante come Domenico Mennitti, il sindaco di Brindisi (ma non è ancora detto, anche se i fautori dell’operazione ci contano), il fronte del no al rigassificatore della British Gas potrà sempre contare sulla Regione Puglia: lo ha confermato ieri in un incontro a Bari con esponenti delle associazioni ambientaliste brindisine, il governatore Nichi Vendola.
BRINDISI – Stop sostanziale e tutt’altro che ideologico da parte della conferenza dei servizi, riunitasi presso l’Autorità Portuale, alla prima bozza di Rapporto integrato di sicurezza del porto, strumento previsto dal del decreto 293 del 16 maggio 2001 (di cui BrindisiReport.it ha parlato in un servizio del 12 luglio) ma mai adottato a Brindisi. Dalla stesura dell’elaborato, affidato alla Eidos Srl di Cavenago D’Adda, si stralcerà intanto tutta la parte sul rigassificatore.
BRINDISI - "Non siamo una fazione", dicono le associazioni ambientaliste alla Cna, "e siamo sulla stessa linea di Comune, Provincia e Regione Puglia". Prosegue il dibattito sul rigassificatore British Gas, riaccesosi nel cuore dell'estate con la visita a Brindisi dell'ambasciatore inglese Christopher Prentice.