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Venerdì, 19 Aprile 2024

Brindisi, la Marina e la Grande Guerra: convegno e mostra al castello

BRINDISI - Si è tenuto stamani presso il Comando della Stazione navale della Marina Militare, nel Castello Svevo del capoluogo, il convegno sul tema “Rievocazione storica del ruolo di Brindisi durante la Prima Guerra Mondiale”, con la partecipazione del sottosegretario alla Difesa, on. Raffaele Volpi (che ha annunciato iniziative del governo Conte per chiudere la contesa con l'India sui due marò del San Marco), accompagnato dal capo di stato maggiore della Marina, ammiraglio di squadra Valter Girardelli, e le relazione di studiosi ed esperti della storia del primo conflitto mondiale. In occasione della celebrazione per il 75° anniversario, la Marina Militare ha aperto al pubblico il Castello Svevo di Brindisi dal 8 a oggi 10 settembre, per la mostra sulla Grande Guerra "a testimonianza dell’impegno della Forza Armata per mantenere vivo il patrimonio storico, valoriale ed identitario quale elemento di coesione collettivo".

La Regia Marina scelse Brindisi per installarvi una base navale, e lo fece nel 1909 ottenendo in concessione il Castello Svevo dal Comune, non solo perchè il porto interno della città rappresentava una situazione ottimale, all'epoca, per lo stazionamento, il rifornimento e la riparazione di unità della flotta italiana (la guerra aerea era all'epoca di fatto sconosciuta), ma anche e soprattutto perchè era il porto più utile per il controllo del traffico marittimo e quindi anche militare nel Canale d'Otranto. Non era in programma in quegli anni alcun conflitto, ma la Regia Marina sapeva molto bene che in Adriatico il potenziale nemico da controllare sarebbe stato solo e unicamente la flotta dell'Impero austro-ungarico.

Durante la Prima guerra mondiale, dunque, assieme ad Ancona, Brindisi fu uno dei fulcri delle strategie navali italiane, ospitò una flotta di idrovolanti, e squadriglie di veloci caccia, Mas, sommergibili e torpediniere, difendendosi con una potente linea di batterie costiere di cui oggi esistono ancora le strutture principali. Fatti salienti, il salvataggio dei resti dell'esercito serbo braccato dagli austriaci, e la funzione di perno svolta per il famoso blocco del Canale d'Otranto. Con una nota tragica, oltre quella di alcuni bombardamenti aerei (pochi anni dopo il 1909 tutto era cambiato, infatti, anche per l'impiego dei velivoli), la disastrosa esplosione tra il Canale Pigonati e il Castello Alfonsino, nell'attuale porto medio, della corazzata Benedetto Brin, sembra per autocombustione delle cariche di polvere nella santabarbara della nave.

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