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Giovedì, 28 Marzo 2024
Animali

Il triste fenomeno dei cani da caccia

Fedeli e affettuosi, i cani da caccia vengono spesso costretti a vivere una vita da “invisibili”

Si è appena aperta la nuova stagione di caccia in tutta Italia e molti appassionati di attività venatoria hanno ripreso a partecipare alle battute insieme ai loro cani. Se per alcuni cacciatori, il quattro zampe è un compagno fedele, per altri purtroppo non è così. Non è raro, infatti, che i cani da caccia vengano abbandonati dai loro proprietari quando diventano troppo anziani o non sono abili per le uscite venatorie.

I cani che accompagnano i cacciatori, come riportato anche dall’Enci (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) che li riconosce ufficialmente e li riunisce in diversi gruppi, appartengono a razze con caratteristiche fisiche e genetiche ben precise. Questo però non vuol dire che hanno una predisposizione naturale a svolgere l’attività venatoria, ma sono tanti i fattori che determinano il loro comportamento. Bisogna soprattutto capire che nessun cane è quello che il suo proprietario vuole che diventi, ma oltre al suo carattere, sono l’ambiente in cui vive e il modo in cui viene trattato a determinare il suo benessere fisico e mentale.

Può succedere, quindi, che questi quattro zampe abbiano paura degli spari o che non siano stati abituati a far parte di una muta da caccia. Ecco perché in alcuni casi i cacciatori non esitano a scartarli e a impiegarli in altre attività. Purtroppo, però, ci sono anche esempi poco virtuosi di proprietari che abbandonano il cane nei canili o addirittura in mezzo alla strada perché non può essere impiegato nell’attività venatoria e quindi, viene considerato un ingombro.

Accanto a questo fenomeno, c’è quello che riguarda i cani troppo anziani e dunque considerati a “fine carriera” per quel che riguarda la caccia. Dopo aver trascorso tutta la loro vita al servizio dei cacciatori, alcuni proprietari dimenticano in fretta la loro fedeltà e i momenti vissuti insieme per abbandonarli e sostituirli con quattro zampe più giovani.

C’è poi il caso delle fattrici, gli esemplari femmina destinati alla riproduzione di cani di razza da impiegare nelle battute di caccia. Spesso, quando non sono più in grado di adempiere al compito che è stato deciso per loro, agli occhi di alcuni proprietari “meritano” di essere affidate a dei canili.

Un fenomeno altrettanto frequente, accanto all’abbandono volontario, è quello dei sequestri dei cani da caccia che vivono in condizioni disagiate. Quando si ha un cane, l’obiettivo è quello di farlo stare bene e di permettergli di vivere in spazi aperti, ma soprattutto di ricoprirlo di affetto e attenzioni. Questo non accade sempre, visto che nel mondo della cinofilia e non, esistono determinate persone che maltrattano i quattro zampe, costringendoli a vivere in spazi ristretti. Fortunatamente quando vengono segnalate queste situazioni, si interviene subito per sottrarre il cane ed evitargli altre sofferenze.

Gli esempi di abbandono sono numerosi, come si evince da tutte queste situazioni che non fanno altro che riempire all’inverosimile i canili. Per fortuna esistono moltissimi volontari che si occupano di loro, ma i cani da caccia (come tutti i cani del resto) meritano di vivere in una famiglia. Sono fedeli, si affezionano immediatamente al proprietario, inoltre non sono aggressivi e, nonostante siano abituati a vivere all’aria aperta, non significa che non possano farlo in città. Il cane da caccia è un compagno di vita impagabile e molti di loro non aspettano altro che uscire dall’invisibilità

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