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Assistenza domiciliare integrata, 40 lavoratori a rischio: sit-in di protesta

Venerdì 11 dicembre a partire dalle 8,30 davanti alla sede del Comune di Brindisi

BRINDISI - Il sindacato Cobas svolgerà nella giornata di venerdì 11 dicembre a partire dalle 8,30 un sit-in delle lavoratrici/tori del servizio di Assistenza domiciliare integrata, Adi e Sad, su cui grava a partire dal 1 gennaio 2021 la decisione di chiudere il servizio e di mandare a casa 40 dipendenti. Ad annunciarlo il sindacalista Roberto Aprile in una nota inviata agli organi di informazione. La protesta si svolgerà davanti alla sede del Comune di Brindisi.

"La decisione era contenuta nel piano di predissesto economico votato lo scorso anno dal consiglio comunale,  ritornata prepotentemente in vigore con le decisioni del commissario prefettizio sul bilancio da votare nei prossimi giorni. Il sindacato Cobas ha chiesto da tempo un incontro con il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, a cui chiedere informazioni su questa drammatica situazione. Venerdì mattina glielo chiederemo direttamente di incontrarci durante lo svolgimento del sit-in".

"Il passaggio della gestione del servizio Adi dal Comune di Brindisi alla Asl ,dove le due componenti contribuiscono al pagamento del 50 per cento a testa del servizio  alla cooperativa Genesi, è stato bloccato temporaneamente dal direttore generale della Asl di Brindisi, Giuseppe Pasqualone. La Asl vuole essere certa, prima del passaggio della gestione del servizio a lor0, che il Comune di Brindisi sia solubile economicamente. In altre parole che il Comune di Brindisi contribuisca in modo certo e sicuro  per quello che gli spetta pagare per legge".

"Pensavamo di essere arrivati alla fine di un percorso di lotta  durato un anno con tante iniziative realizzate, l’ultimo ci aveva visto l’1 dicembre 2020 in sit in sotto la Prefettura di Brindisi a spingere per l’incontro definitivo relativo al passaggio dei dipendenti. Oggi  sembra invece essere arrivati a capolinea di un servizio che dura da tanti anni ed assolutamente necessario per le fasce più deboli della popolazione.

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