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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Avis Oria, il nuovo presidente è Massimiliano Braccio

Il presidente uscente Spina: “Sono stati quattro anni meravigliosi, ho avuto la fortuna di operare in un contesto alimentato dalla fiducia e dal confronto, animato da persone piene di idee e sempre costruttive"

ORIA - Martedì 23 marzo si è insediato il nuovo consiglio direttivo dell’Avis comunale Oria, eletto dall’assemblea dei soci tenutasi presso il teatro della chiesa di San Barsanofio e trasmessa in modalità telematica. Riconfermato in toto il consiglio direttivo uscente, nelle persone di Anna Mazza, Antonietta Quarta, Alessandra Della Rosa, Annamaria Matarrelli, Stefania Iunco, Michele D’Addario, Giovanni Guida, Giovanni Lupo, Massimiliano Braccio, Tommaso Carone, Vincenzo Cacciatore e Ubaldo Spina, ai quali si sono aggiunti le giovani volontarie da tempo attive in associazione Alessandra Milone e Mina Dell’Aquila e il noto imprenditore edile e blogger Renato Spina per un totale di 15 consiglieri.

Di grande esempio il passo indietro di Giancarlo Mingolla, che ha lasciato spazio ad altri volontari, pur rimanendo un punto di riferimento in Avis nel suo ruolo di presidente onorario. Ubaldo Spina, dopo quattro anni alla guida dell’associazione, esprime tutta la sua gratitudine al mondo avisino oritano:  “Sono stati quattro anni meravigliosi, ho avuto la fortuna di operare in un contesto alimentato dalla fiducia e dal confronto, animato da persone piene di idee e sempre costruttive. Nel 2017 ho ereditato un’associazione sana e forte nella sua reputazione, confrontarmi con persone di grande esperienza nel volontariato del sangue come Giancarlo Mingolla ed Egidio Conte ha contribuito a facilitare e indirizzare aspetti decisionali spesso molto critici, soprattutto in piena pandemia. La nostra responsabilità più alta non era quella di portare Avis al suo record storico di unità di sangue raccolte, ma di garantire che questo patrimonio di persone e di soci potesse crescere e sentire Avis come un luogo dove dimenticare le divisioni, i contrasti, la corsa al profitto e il protagonismo che caratterizzano il nostro tempo. Il vero volontariato non è fatto di piedistalli, ma di azioni silenziose. Avis deve essere un rifugio dove trovare persone gentili e accoglienti, imparziali e spinte da uno slancio altruistico che è alla base di chi non tollera le ingiustizie e di chi sostiene l’importanza di una sanità gratuita e di qualità per tutti".

"Ringrazio soprattutto i giovani - continua Spina - quello che ho imparato dalle nuove generazioni mi è stato d’aiuto per comprendere le ragioni del disimpegno, o meglio di quello che noi chiamiamo disimpegno sociale. Un giovane impegnato nel volontariato, nel 2021, è una risorsa da abbracciare e proteggere, perché non rinuncia, nonostante le oggettive difficoltà derivanti dal mondo del lavoro e dalla precarietà generale che caratterizza il nostro contesto sociale ed economico, a ritagliare del tempo per una giusta causa. Non bisogna lavorare sui maestri, ma sui discepoli. E sono onorato di aver collaborato con ragazze e ragazzi con doti rare come il rispetto, l’educazione e il senso di responsabilità. Sono felice di passare il testimone a Massimiliano Braccio. Ogni organizzazione, come ogni essere vivente, si deve evolvere e adattarsi costantemente al contesto che la ospita. Dare spazio a nuove persone e a nuove idee non è un atto cerimoniale, ma una necessità".

"L’innovazione e il cambiamento sono le uniche strategie che assicurano continuità ai progetti e sono certo che un’associazione sempre più giovane, digitalizzata e solida finanziariamente sarà in grado di affrontare nuove sfide e valorizzare la sua missione nel tempo, conclude il presidente uscente. L’unico consiglio che sento di dare è quello di avere sempre il coraggio di mettere in discussione le cose, anche quelle che sembravano funzionare, e di resistere fino a quando, una volta superato questo drammatico momento storico, anche Avis potrà tornare a respirare il profumo del ritorno ad una vita normale. Ringrazio e saluto ancora tutti con le parole di San Francesco, il quale avrebbe affermato con un sottile velo di ironia:  

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