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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brindisi. Camera penale in agitazione: "Violate garanzie processuali"

Il consiglio direttivo presieduto da Pasquale Annicchiarico denuncia l'attacco ai valori costituzionalmente garantiti

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo una nota del consiglio direttivo della Camera penale di Brindisi, a firma del presidente Pasquale Annicchiarico e del segretario, Giacomo Serio, nella quale denunciano l'assoluta contrarietà alla smaterializzazione del processo penale a seguito dell'approvazione di norme per il processo a distanza a causa dell'emergenza coronavirus, annunciando il ricorso ad ogni foma di protesta per far ristabilire le garanzie processuali a tutela del cittadino.

"Il consiglio direttivo della Camera penale di Brindisi,

preso atto dell'approvazione il 24 aprile di norme che introducono, sia pure limitatamente alla fase emergenziale dettata dalla diffusione di contagio da Covid-19, la celebrazione in via ordinaria del processo a distanza, finanche nelle udienze in cui vengono esaminati testi e si procede alla discussione.

Che ciò si appalesa in evidente contrasto con i principi del giusto processo regolato dall'art.111 della Costituzione, con particolare riferimento ai principi di oralità e immediatezza, determinando un vulnus nella formazione della prova assunta nella regolarità del contraddittorio e inibendo contestualmente la pubblicità delle udienze, con conseguente frustrazione del legittimo controllo sulla corretta amministrazione della giustizia.

Che tanto l'approntamento di un tale apparato normativo, unico nel panorama internazionale, pur potendosi adottare provvedimenti di mero congelamento dell'attività giudiziaria, quanto le esternazioni di una corrente, allo stato minoritaria, ma autorevole, della magistratura associata che auspica la stabilizzazione della celebrazione di udienze da remoto anche dopo la fase emergenziale, lasciano intravedere scenari di possibile perseguimento di modelli processuali alternativi al processo accusatorio, peraltro oggetto da ultimo di continue mortificazioni di stampo populista e giustizialista.

Che le rassicurazioni provenienti dalle forze politiche e parlamentari in ordine ad un possibile revirement sulla normativa appena licenziata, benché accolte con favore, non possono in alcun modo determinare, per l'importanza degli interessi in gioco, attinenti a principi basilari di civiltà giuridica, un'imperdonabile e disinvolta acquiescenza a quanto previsto nell'avversato provvedimento legislativo.

Prendendo atto, altresì, della delibera della giunta dell'unione delle Camere penali del 24 aprile che proclama lo stato di agitazione dei penalisti italiani, le cui motivazioni si condividono pienamente, denuncia l'ennesimo attacco a valori costituzionalmente garantiti, e nel contempo, ribadendo la ferma contrarietà ad ogni forma di smaterializzazione del processo penale, preannuncia in difetto di adozione di un provvedimento urgente che elimini gli effetti pregiudizievoli della censurata normativa, l'immediato e deciso ricorso a tutti gli strumenti di protesta consentiti al fine di fronteggiare la deriva illiberale in atto e far ristabilire le garanzie processuali a tutela del cittadino, sia esso imputato o persona offesa, così apertamente violate".

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