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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Internalizzazione dei servizi e "La Nostra Famiglia", interventi della Fp Cgil

Due note a firma del segretario territoriale della funzione pubblica, Pancrazio Tedesco

BRINDISI - Riceviamo e pubblichaimo due note a firma del segretario territoriale della funzione pubblica, Pancrazio Tedesco: la prima sulla lotta al precariato e l'internalizzazione dei servizi della Asl di Brindisi con richiesta urgente di incontro con li vertici aziendali per condividere un programma aziendale che possa riorganizzare il sistema sanitario pubblico nella provincia; mentre, per quanto riguarda la situazione de "La Nostra Famiglia", affichè venga riconosciuto l’incremento di spesa e la somministrazione del 50 percento dell’impegno economico per il rinnovo contrattuale.

Lotta al precariato e internalizzazione dei servizi

La Funzione Pubblica Cgil Brindisi vuole condividere con la Asl Brindisi una nuova stagione riformista che sappia mettere al centro della propria azione il buon governo delle politiche del personale e la lotta a tutte le forme di esternalizzazione dei servizi sanitari che, per onestà intellettuale, si deve dare atto come l’attuale direzione strategia abbia sempre privilegiato la gestione diretta degli stessi servizi.  Il ‘buon Governo’ di questi progetti assumerebbe, tra l’altro, un valore aggiunto attesa la grave emergenza sanitaria che rischia di far implodere le strutture ospedaliere. Ma il punto è proprio questo: stabilizzare in prospettiva i rapporti di lavoro di tutti i precari, dare continuità lavorativa al personale in servizio, assumere personale e affidare la gestione dei servizi esternalizzati negli anni alla mano pubblica.

Questi sono gli snodi principali da cui partire per affrontare nel migliore dei modi la ‘crisi pandemica’ nei sistemi sanitari. 

POLITICHE DEL PERSONALE

Il perdurare dell’emergenza correlata all’epidemia da Covid – 19, che acuisce l’atavica carenza di personale nelle strutture sanitarie della Asl di Brindisi, in primis il “Perrino”,  impone scelte urgenti e non più differibili:

  • PROROGA CONTRATTI DI LAVORO. E’ necessario prorogare tutto il personale precario (ad oggi solo il personale infermieristico è stato opportunamente prorogato) fino al raggiungimento dei 36 mesi. Sarà compito del Governo poi, così come chiede la Fp Cgil, individuare un nuovo percorso di stabilizzazione dei lavoratori precari che hanno e stanno, oltretutto, rischiando la propria vita per garantire le prestazioni sanitarie durante l’emergenza sanitaria;
  • ASSUNZIONI STRAORDINARIE. Risulta imprescindibile avviare un programma assunzionale straordinario di cui al Decreto Legge 14, 18 e 34/2020 per affrontare al meglio l’emergenza sanitaria che rischia altrimenti di far collassare l’intero sistema sanitario territoriale.

INTERNALIZZAZIONE DEI SERVIZI SANITARI

L’esperienza fatta in questi anni dalla Regione Puglia e, quindi, dalla Asl Brindisi di internalizzare una serie di servizi sanitari, per ultimo il servizio emergenza/urgenza 118 che sta per determinarsi, ha dato esiti positivi rendendo merito alla direzione generale che ha accelerato tali percorsi, ma ora è fondamentale risolvere alcune criticità sopraggiunte in un servizio già internalizzato e definire il processo già avviato affidando alla Asl Brindisi, tramite la propria società in house sanitaservice, la gestione diretta di altri servizi. In sostanza, è opportuno intervenire sui seguenti servizi:

PULIMENTO e SANIFICAZIONE.  La vertenza che vede coinvolti i lavoratori di questo servizio che rischia di essere esternalizzato in virtù di una sentenza del Consiglio di Stato deve essere immediatamente risolta, assumendo decisioni urgenti e non più differibili che custodiscano tutto il personale coinvolto. La soluzione può essere quella, se non è legislativamente possibile non affidare all’esterno tale servizio, di collocare alle medesime condizioni giuridiche ed economiche i lavoratori in altri servizi operativi della sanitaservice Asl Brindisi.

SERVIZIO ADI. L’attuale progetto sperimentale gestionale in partenariato pubblico privato si ritiene che abbia fatto il suo tempo e, soprattutto, si reputa importante che un servizio “Core” che garantisce i Lea come  il servizio Adi, debba essere gestito direttamente dalla Asl Brindisi anche per potenziare e migliorare la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Del resto, le risorse che vengono annualmente erogare agli enti gestori sono cospicue al punto da non avere dubbi anche sul piano meramente economico sulla opportunità di gestire da parte della Asl Brindisi il servizio Adi nell'ottica di una buona riconversione e riqualificazione della spesa sanitaria. Infatti, se si vuole uscire dal cono d’ombra delle politiche ospedalocentriche bisogna puntare con decisione sui servizi territoriali, sulla medicina territoriale, ed in particolar modo organizzare al meglio l’assistenza domiciliare integrata. In uno scenario caratterizzato dal progressivo invecchiamento della popolazione, da un parallelo aumento dei suoi bisogni, dal consolidamento di modelli di cura centrati su patologie croniche e dalla scarsità delle risorse economiche emerge chiaramente la necessità del sistema di riorganizzare l'offerta sanitaria sviluppando un modello organizzativo che de –ospedalizzi la domanda di salute, per mitigare, quindi, il ricorso ai ricoveri e alle cure inappropriate. Pertanto, la assistenza domiciliare Integrata deve essere, ribadiamo definitivamente, gestita dalla Asl di Brindisi.

STRUTTURE RIABILITATIVE PSICHIATRICHE. I lavoratori impegnati ad assicurare le migliori prestazioni a questa “particolare utenza” aspettano da anni che il servizio riabilitativo della salute mentale venga, come sta accadendo ad altri servizi, internalizzato e non comprendono per quale “strano” motivo tutte o quasi le articolazioni aziendali vengano gestite ormai dalla Asl di Brindisi ad eccezione della salute mentale che dovrebbe invece avere per una serie di ragioni facilmente intuibili la priorità ad essere internalizzata. C’è da aggiungere, poi, che tutte le cooperative che gestiscono tali strutture non hanno mai espletato nessuna gara pubblica per l’affidamento/gestione delle medesime, con implicazioni di varia natura di cui si è già avuto modo di segnalare alla Asl di Brindisi.

La Nostra Famiglia

La Fp Cgil di Brindisi  a seguito di comunicati usciti a mezzo stampa tiene a precisare che il rinnovo contrattuale proposto dopo 9 mesi di trattativa su un tavolo nazionale dall’associazione La Nostra Famiglia  è un accordo che dal nostro punto di vista non è per nulla rispettoso e tantomeno responsabile. Facciamo un passo indietro: l’associazione a gennaio decide unilateralmente di passare all’utilizzo del contratto Rrs-Cdr che la Cgil non ha mai sottoscritto in nessun tavolo, perché è un contratto che non riconosce e non valorizza l’operato della professionalità sanitarie. Non vengono riconosciuti molti diritti fondamentali, prevede un aumento delle ore settimanali da 36 a 38 con un costo del lavoro al ribasso non riconoscendo ai dipendenti il lavoro svolto con altissima professionalità con il valore aggiunto di una dedizione unica verso i ‘piccoli eroi’ e le loro famiglie.

Dopo 9 mesi di trattative, di proteste e malumori fra i lavoratori che dopo 14 anni aspettavano il giusto riconoscimento e dopo l’uscita de “La Nostra Famiglia” da Aris , l’associazione decide di partorire una proposta di accordo che divide i lavoratori creando dipendenti di serie A e di serie B: ai 400 lavoratori  dell’ Ircss vuole applicare il Ccnl ‘Sanità Privata’, con un riconoscimento economico ma  chiedendo la dilazione degli arretrati dovuti nel tempo di circa un anno e l’una tantum riparatoria nell’arco di 2 anni senza riconoscere la progressione di livello e men che meno altri diritti contrattuali, lasciando la decisione al territorio. Per tutti gli altri 1600 dipendenti dei centri di riabilitazione decide di applicare un Ccnl Rra con 38 ore settimanali e con un incremento economico di salario aggiuntivo per solo il 50 percento dell’aumento previsto nel Ccnl ‘Sanità Privata’ che corrisponderebbe alla parte promessa dalle regioni per il rinnovo del contratto che però non solo non coprirebbe le ore lavorate in più ma sarebbe riassorbibile da eventuali futuri aumenti previsti dal rinnovo contrattuale.  

Quindi oggi l’associazione non rispetta un accordo di pre-intesa sottoscritto davanti al ministro Speranza e denigra e umilia i suoi dipendenti che non si identificano più nell’associazione e stanno iniziando a migrare verso altre realtà che riconoscono la loro preparazione e professionalità facendo perdere fiducia nelle famiglie che fino a questo momento si erano fidate e affidate all’associazione e ai suoi professionisti. Noi oggi riteniamo inaccettabile e irricevibile tale proposta sostenendo a gran voce che “La Nostra Famiglia” (che non è più la nostra) sta facendo una scelta irresponsabile nei confronti dei suoi dipendenti ma responsabile esclusivamente per i suoi bilanci tenuti da soldi pubblici e dai lavoratori che ogni giorno lottano insieme ai loro fragili utenti dando loro fiducia, autostima, piccole indipendenze, favorendo il raggiungimento di un equilibrio psicofisico con amore e massima dedizione.

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