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"No alla nuova centrale a turbogas": associazioni, comitati e movimenti scendono in piazza

Presidio fisso sabato 12 febbraio dalle ore 10, presso la Scalinata Virgiliana. All’evento sono stati invitati cittadini, associazioni e istituzioni locali, regionali e nazionali

BRINDISI - Sabato 12 febbraio a Brindisi 42 sigle tra associazioni, comitati e movimenti scenderanno in piazza "per dire No alla nuova centrale a turbogas in sostituzione della Brindisi sud alimentata a carbone e dalla possibile realizzazione del nuovo gasdotto Poseidon". Appuntamento presso la Scalinata Virgiliana alle ore 10. Di seguito la nota sottoscritta da Acli Provinciale Brindisi, Acli Terra Bari-Bat, Arci Puglia, Arci Brindisi, Associazione Salute Pubblica, Fondazione Tonino Di Giulio, Forum Ambiente Salute e Sviluppo Brindisi, Italia Nostra Brindisi, Isde, Medici per l'Ambiente, Legambiente Puglia, No Al Carbone Brindisi, Rete della Conoscenza Puglia, Unione degli Studenti Puglia, Wwf Puglia, Wwf Brindisi. 

Il cambiamento climatico continua la sua inarrestabile corsa e il limite di 1,5°C è sempre più vicino. Continuando con le attuali politiche globali si avrà un aumento delle temperature fino a circa 2,7°C, di molto oltre gli obiettivi fissati negli Accordi di Parigi. Non possiamo perdere altro tempo. In questo contesto il Ministero della Transizione Ecologica, secondo il Sole24ore, sta valutando interventi legati a circa 50 centrali a gas fossile per 20.000 Mw di nuova potenza distribuita, parte di un piano da 30 miliardi di euro fatto di più di 115 interventi infrastrutturali del gas fossile. Oltre a rispolverare pericolose e velleitarie ricette come il nucleare. L’Italia sta sbagliando strada. Per uscire dal carbone, il nostro Paese non ha bisogno né di nuove centrali a gas fossile né del nucleare, ma di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili”. È questo l’appello che 42 sigle tra associazioni, comitati e movimenti lanciano oggi all’Esecutivo annunciando una grande mobilitazione territoriale e di piazza per sabato 12 febbraio che toccherà oltre 20 città tra cui  Civitavecchia, Ravenna, La Spezia, Napoli, Presenzano, Falconara, Fusina, Brindisi, Venezia, Potenza, Pescara, solo per citarne alcune, unite nel messaggio “A tutto gas, ma nella direzione sbagliata. Contro le bufale fossili e nucleari”. Le associazioni in questione hanno sottoscritto un manifesto nel quale spiegano le loro motivazioni e le proposte che lanciano al Governo Draghi, tra cui quella di esprimere in sede Ue e in particolare nel Parlamento Europeo una netta contrarietà all’introduzione di gas e nucleare tra le fonti verdi.

Il gas fossile viene descritto come l’unica opzione praticabile per affrontare il cambiamento climatico, quando in realtà è una risorsa altamente climalterante la cui dipendenza la stiamo pagando a caro prezzo nelle nostre bollette. L’Italia importa il 94 per cento del gas naturale che utilizza e ciò porta ad un’eccessiva dipendenza dal contesto internazionale e una conseguente vulnerabilità, assolutamente non mitigabile da eventuali nuove estrazioni dalle irrisorie riserve nazionali, che non si avrebbe se investissimo nelle rinnovabili. L’aumento dei costi in bolletta è da considerarsi, infatti, come diretta conseguenza proprio di questa politica di dipendenza dal gas fossile indipendentemente dalla sua provenienza e non è imputabile alla necessaria transizione ecologica.

Pretendiamo che il governo faccia la sua parte nel contrastare la crisi climatica definendo immediatamente un piano di uscita dal gas fossile e che gli investimenti previsti in questo settore, comprensivi di Capacity Market e che ci costeranno almeno 30 miliardi di euro, vengano direzionati sull’unica vera soluzione: le fonti rinnovabili. Occorre accelerare lo sviluppo e la diffusione delle fonti pulite, a partire da solare ed eolico, efficientamento energetico, accumuli e innovazione. È inoltre importante che si proceda al più presto alla semplificazione della normativa per rendere possibile ogni anno l’installazione in Italia di oltre 8 Gw di nuova potenza da fonti rinnovabili; che regioni e amministrazioni comunali sviluppino politiche finalizzate a favorire la realizzazione di nuovi impianti da fonti rinnovabili, a cominciare dalle aree SIN in cui ad oggi si verificano spesso impedimenti legati ad esempio all'assenza di analisi di rischio. Inoltre è importante che si adottino strumenti e azioni, come quelli delle comunità energetiche, efficientamento dell’edilizia popolare, risparmio energetico, mobilità sostenibile e riassetto e rinaturalizzazione del territorio.

Nella lotta alla crisi climatica, l’Italia deve fare ancora molto a partire dall’aggiornamento del Piano Nazionale integrato Energia e Clima entro 3 mesi, in linea con le indicazioni della comunità scientifica per evitare l'innalzamento della temperatura globale di più di 1.5°C rispetto al periodo preindustriale, e di costruire un piano per una reale transizione ecologica da qui al 2050 definendo chiaramente tappe, obiettivi, strumenti e mezzi e considerando, da subito, il gas fossile come fonte energetica residuale, stabilendo l’obiettivo di uscita definitiva al 2040 e escludendo false soluzioni come il Ccs e il nucleare, già bocciato dagli italiani con due referendum, e nuove autorizzazioni per estrazioni, stoccaggio, gasdotti e centrali legati al gas.

La Puglia è direttamente interessata dalla possibile approvazione di una nuova centrale a turbogas in sostituzione della Brindisi sud alimentata a carbone e dalla possibile realizzazione del nuovo gasdotto Poseidon, non più giustificabile da un giudizio di compatibilità ambientale rilasciato quasi 15 anni fa sulla base di indicatori ed elementi valutativi oggi non più validi.

Da sottolineare come il Consiglio regionale, nella seduta N.3296 del 05/11/2019 ha approvato all’unanimità una mozione con cui il presidente della Regione ed il Consiglio regionale dichiarano l’emergenza climatica ed ambientale nel territorio regionale.

Per tali ragioni numerose associazioni regionali promuovono anche a Brindisi, il 12 febbraio dalle ore 10.00, un presidio presso la Scalinata Virgiliana. All’evento sono stati invitati cittadini, associazioni e istituzioni locali, regionali e nazionali, per dare un chiaro messaggio di quella che è la direzione che la Puglia vuole intraprendere per il futuro energetico e ambientale. 

Tra le richieste che le associazioni fanno alla Regione Puglia c’è l’approvazione di un nuovo piano energetico che abbia al centro le fonti rinnovabili; nuove centrali fotovoltaiche in aree Sin ed industriali; la richiesta ad Enel di realizzare nell'area in cui insiste la centrale di Brindisi sud da smantellare, il prospettato impianto fotovoltaico con accumulo e due impianti prospettati dalle associazioni, quello solare termodinamico e quello di produzione di energia elettrica ed idrogeno da moto ondoso.

In tutte le aree industriali e commerciali pugliesi si realizzino impianti da fonti rinnovabili per rendere tali aree non più fortemente energivore come oggi, ma autonome e capaci anche di immettere in rete il surplus di energia elettrica prodotta; siano aggiornati i piani e regolamenti per l'individuazione di aree idonee per la realizzazione di impianti da fonti rinnovabili; siano promosse a livello regionale, con un fondo dedicato, le Comunità Energetiche e Solidali e le Comunità energetiche agricole;  sia garantito l'efficientamento energetico sulle linee elettriche nel trasporto su rotaia e siano sostituiti i carburanti da fonti fossili in mezzi pubblici, utilizzando risorse finanziarie disponibili anche nel Pnnr per l'utilizzo di idrogeno o di motori elettrici. 

Il Governo, la Regione Puglia e tutte le istituzioni interessate sostengano, anche con preliminari corsi di formazione, il mantenimento dei livelli occupazionali di elettrici e personale dell'indotto nel settore termoelettrico da trasferire in impianti di produzione da fonti rinnovabili e in filiere connesse; Il progetto di un impianto eolico off-shore in Adriatico presentato al Ministero per la Transizione Ecologica, sia a preventivo studio di fattibilità (e relativo dibattito pubblico) che esamini le diverse opzioni e alternative e gli impatti ambientali diretti ed indiretti, anche in relazione al cavidotto ed all'attraversamento del coralligeno, della prateria di posidonia e del Sic mare, oltre a valutare gli impatti sociali sull'indotto e sull'occupazione (si parla di 3 posti di lavoro per ogni Mw). Al seguente link il documento complessivo - > https://bit.ly/3J1BoAP

L'obiettivo in Puglia deve essere quello di contribuire, per quel che riguarda la potenza installata di impianti da fonti rinnovabili, alla realizzazione di 8 Gw all'anno (attualmente in Italia siamo appena a 0,8 all'anno), per raggiungere gli obiettivi dell'effettiva decarbonizzazione e del raggiungimento della riduzione del 55% delle emissioni climalteranti entro il 2030 e della neutralità climatica entro il 2050.

Per Ttutti coloro che desiderano partecipare alla manifestazione, per ragioni di sicurezza e di rispetto delle normative Covid-19, è necessario prenotarsi al seguente link -> https://forms.gle/WG3Z1nGmFUvAS2vP6

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