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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Cara di Restinco, lavoratori in stato di agitazione: "Gravi condizioni"

Nota a firma di Pancrazio Tedesco, segretario generale Fp Cgil Brindisi e di Chiara Cleopazzo, responsabile della contrattazione

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo nota a firma di Pancrazio Tedesco, segretario generale Fp Cgil Brindisi e di Chiara Cleopazzo, responsabile della contrattazione, indirizzata al Prefetto di Brindisi, al sindaco Riccardo Rossi, ai vertici della questura di Brindisi nonchè alla cooperativa "La mano di Francesco" e al consorzio Hera, relativamente alla situazione lavorativa in cui versano i dipendenti della cooperativa che gestisce il servizio.

E’ di ieri la incredibile notizia appresa dalla cooperativa "La mano di Francesco", che gestisce il servizio Cara di Restinco, di voler porre in regime di cassa integrazione i lavoratori del centro. Situazione inaccettabile per la Fp Cgil Brindisi che considera tale misura, la miseria sopra la miseria, date le 15 ore contrattuali già insostenibili per poter portare un pezzo di pane a casa, per i lavoratori del centro, ormai stanchi e provati da una situazione che si ripercuote sul loro sostentamento e su quello delle loro famiglie, da circa 15 mesi. Pare essere in parallelismo anche insoluta la posizione del pagamento retributivo degli stipendi e del costante ritardo nei pagamenti, per i lavoratori del Cpr che versano in situazioni di disagio economico al pari. La struttura Cara è da circa 15 giorni a campo zero, ovvero priva di ospiti, essendo una struttura invece con capienza in regime ordinario di 128 ospiti.

Non si comprende dove siano stati destinati gli ospiti data l’emergenza e i tanti arrivi di questi ultimi periodi, nonostante che l’immigrazione sia un fenomeno che merita risposte anche sul territorio brindisino, essendo il Cara un centro ministeriale e non un centro di accoglienza straordinario. Siamo oramai alle soglie di un nuovo passaggio di gara di cui non si conoscono ancora esiti e propositi in merito dalla prefettura e non ci sono previsioni, nè comunicazioni di arrivo prossimo, di nuovi ospiti da destinarsi a tale struttura recettiva da parte della committente. Si chiede formalmente un tavolo urgente, alla prefettura di
Brindisi, a tutela dei lavoratori e della struttura di accoglienza. Inoltre, sarebbe opportuno comprendere quale modello gestionale in termini di programmazione si intende adottare per il futuro di questo centro e per il destino occupazionale dei lavoratori dipendenti.

Si comunica a tutti lo stato di agitazione permanente dei lavoratori e che a decorrere dai prossimi giorni la Fp Cgil Brindisi aprirà presidi di protesta autorizzati, nel rispetto delle procedure e delle misure anti covid a tutela dei lavoratori interessati, fino a definitivi esiti di risposta o ad azioni risolutive, per il futuro del centro e per chi per decenni ha prestato incessantemente la sua opera, con senso di responsabilità, dedizione ed esprimendo sempre un grande senso di appartenenza e fidelizzazione nei confronti della struttura in questione, anche nel periodo covid, facendo di questo centro, un centro di riferimento ed eccellenza nazionale ,per competenza e professionalità acquisita.

In definitiva i lavoratori che, in un recente passato erano contrattualizzati con lavoro full time ora si ritrovano a percepire miseri contratti part time di 15 ore settimanali (con una media mensile, pari a circa 450 euro di stipendio) ed in ultimo vengono addirittura relegati in cassaintegrazione vedendosi falcidiato ulteriormente il compendio retributivo. Pertanto, nel confermare quanto sopra rappresentato si invitano le istituzioni preposte a voler intervenire anche per evitare che situazioni di estremo disagio come queste da noi rappresentate, possano provocare gravi ripercussioni di carattere sociale.

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