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Ludovica e la gioia di vivere nonostante il "neo gigante"

Ludovica Arpino, 22enne di Ceglie Messapica, ha affrontato circa 40 interventi, il primo a soli 11 giorni di vita, all'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" di Roma. E non è ancora finita. La sua storia andrà in onda questa sera, alle 23:15 su Rai Tre, nel programma "Dottori in corsia"

CEGLIE MESSAPICA - Ha voluto tatuarsi sulla pelle il logo dell'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" di Roma Ludovica, "perchè per me quel posto è casa". Una "casa" che le ha aperto le porte quando aveva solo 11 giorni di vita per affrontare il primo di circa 40 interventi, dolorosi a livelli fisico e psicologico (e non è ancora finita). Ludovica Arpino, 22 anni, di Ceglie Messapica, è nata con una patologia che si chiama “nevo melanocitico congenito gigante”(Nmcg), una malformazione della pelle molto rara, caratterizzata dalla presenza di macchie scure che coprono tra 10 per cento e il 90 per cento del corpo del bambino dal momento della nascita o dai mesi immediatamente successivi. 

LUDOVICA ARPINO 2-2

"All’inizio la paura della mia famiglia era tanta - racconta Ludovica - perché qui i dottori non sapevano cosa fare ma una volta varcato le porte del "Bambino Gesù" i miei genitori hanno capito che tutto sarebbe andato per il verso giusto. In quel luogo mi sono e ci siamo sentiti al sicuro ma, man mano che crescevo, le cose andavano sempre peggio fuori dall’ospedale. Le cose non erano facili. A parte la mia famiglia (mamma Isa, papà Mimmo e la sorella maggiore Annalaura) e i mei amici più stretti nessuno sapeva chi fossi davvero, mi nascondevo, non indossavo gonne, andavo a mare nei posti isolati, non volevo farmi vedere da nessuno perché tutti quegli occhi addosso erano la cosa che più mi faceva male".

Il nevo melanocitico gigante può trovarsi sul viso, sull’addome, sul torace, sugli arti o anche su più parti del corpo. È spesso accompagnato dalla presenza di altre miriadi di nevi di dimensioni variabili, che vengono chiamati 'nevi satelliti'. "Il timore era quello di essere messa da parte per questa diversità - continua Ludovica - ma, oggi, sono un po' più sicura di me, più persone conoscono la mia patologia ma nonostante ciò continuo ancora ad andare a mare solo con alcune persone e in posti isolati perché la mia paura è sempre la stessa.  Non potrò mai smettere di ringraziare la mia famiglia che mi ha dato la forza di andare avanti quando tutto sembrava crollare, i miei amici che hanno sempre creduto in me e non mi hanno mai fatto pesare la situazione che vivevo e vivo. La mia amica Arianna conosciuta tra i corridoi dell’ospedale, affetta dalla mia stessa patologia, è colei che può capire al meglio quello che provo e da ormai sette anni è sempre al mio fianco come io sono al suo. Ma più di tutti devo ringraziare il mio dottore, il dottore Zama, che mi ha preso in carico dal momento in cui sono nata e non mi ha mai lasciata, mi ha sempre accompagnata in ogni momento della mia vita, facendomi capire che quello che ho non è sbagliato e che con lui al mio fianco avrei superato tutto". 

LUDOVUCA ARPINO 3-2

Ludovica racconterà la sua storia questa sera (lunedì 3 ottobre 2022), alle 23:15 su Rai Tre, nel programma "Dottori in corsia" condotto da Federica Sciarelli. "Ci sono stati momenti bellissimi perché all’interno dell’ospedale ho conosciuto infermieri che ora sono la mia famiglia e che mi hanno sempre fatta sorridere. Ma i momenti brutti non sono mancati. Tante volte ho pensato di mollare, di non continuare, di lasciare tutto perché le mie forze si stavano esaurendo, ma pensavo che, tutti questi anni, tutti i sacrifici fatti sarebbero stati inutili. Quindi mollerò tutto solo nel momento in cui avrò finito". 

Dopo aver superato un'embolia polmonare ( e un mese in terapia intensiva) la scoperta del diabete di tipo1 e attacchi di epilessia, Ludovica si è sempre rialzata e ha affrontato tutto con il sorriso più bello che ha, decidendo di iscriversi alla facoltà di Infermieristica a Piacenza "per omaggiare quanti si prendono cura di me e mi hanno fatta innamorare di questo lavoro". Mentre racconta le sue sensazioni è intenta a preparare la valigia perchè è in procinto di partire per Roma dove avrà il compito di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla conoscenza di questa patologia: "Oggi non ho niente di cui vergognarmi e se una persona vuole stare al mio fianco deve farlo per quello che sono e non per quello che ho. Se qualcuno si ferma all’apparenza per me può anche andare via, mi circondo solo di persone che mi fanno del bene perché ho capito che chi ti ama ti sta accanto, indipendentemente, dalla patologia che posso avere".

LUDOVICA ARPINO 4-2

Una di quelle esperienze da certificare con quel tatuaggio: una mano che culla e cura un bambino. Per non dimenticarsela mai.

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