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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Giovani e lavoro al centro di una conferenza che ha chiuso la festa patronale

Nel corso dell'incontro è stato presentato il volume: “La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2019”

BRINDISI - Una conferenza sulla condizione dei giovani in Italia ha chiuso il programma civile dei solenni festeggiamenti in onore dei santi patroni Teodoro d’Amasea e Lorenzo da Brindisi. Nel corso della conferenza svoltasi nella Basilica Cattedrale martedì 3 settembre, è stato presentato il volume: “La condizione giovanile in Italia. Rapporto Giovani 2019” (Ediz. Il Mulino). Il libro è un’importante indagine scientifica curata, ogni anno, dall’Istituto Giuseppe Toniolo di Milano. A parlare della situazione giovanile nel nostro Paese è stato il coordinatore del Rapporto Giovani 2019, il professor Alessandro Rosina, ordinario di Statistica e Demografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. A dialogare con il professore, Chiara Romano e Nicholle Salerno.

La conferenza è stata organizzata dall’Unità Pastorale Centro Storico dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni con il Progetto Policoro, i Giovani delle Acli della provincia di Brindisi, l’Università Cattolica di Milano e l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. Sono intervenuti il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, l’Arcivescovo Domenico Caliandro, e don Mimmo Roma, amministratore parrocchiale della Cattedrale. La conferenza è stata aperta dai saluti del sindaco Riccardo Rossi, che ha parlato degli ultimi dati sulla città di Brindisi, i quali indicano una forte denatalità e un forte movimento migratorio dei giovani verso il nord del Paese e all’estero. “I numeri, le proiezioni degli studi ci dicono che nei prossimi quindici anni, se questa tendenza dovesse essere confermata, Brindisi avrà 15mila abitanti in meno”, evidenzia Rossi, che di seguito parla di un intervento rivolto ai diciottenni della città di Brindisi che l’amministrazione comunale sta pensando di realizzare: un percorso che possa portare poi ad azioni concrete, allo sviluppo.

La finalità dell’incontro di martedì sera è stata spiegata da don Mimmo Roma: riuscire a comprendere sempre meglio qual è la realtà giovanile con la quale la Chiesa e le altre agenzie educative si confrontano. “Per noi l’obiettivo è riuscire a comprendere bene come vivere l’azione pastorale, per quanto riguarda noi come Chiesa”, afferma l’amministratore parrocchiale della Cattedrale. Don Mimmo ha ricordato quindi un appuntamento importante che si terrà l’ultima settimana del mese di settembre: la Missione Giovani. Un centinaio di seminaristi provenienti da tutta la Puglia, che fanno riferimento al seminario regionale di Molfetta, vivranno la settimana di Missione Giovani in tutti i comuni della diocesi.

Nel corso della conferenza sulla condizione giovanile in Italia sono stati affrontati diversi temi importanti: dal “degiovanimento” del nostro Paese, quel processo di progressiva riduzione della presenza dei giovani in una società, in una popolazione, all’importanza della formazione per trovare il lavoro, dalla condizione dei Neet (i giovani che non studiano e non lavorano) alla ricerca di autonomia dal nucleo familiare di origine. La conferenza è terminata con le conclusioni dell’Arcivescovo Domenico Caliandro, che ha evidenziato in particolare l’importanza della formazione dei giovani.

Rapporto Giovani 2019 analizza temi importanti, quindi, sia a livello nazionale che locale e rappresenta l’occasione per far luce sui bisogni delle nuove generazioni e per conoscere meglio la loro realtà. BrindisiReport.it ha chiesto al professor Alessandro Rosina di parlarci della condizione giovanile in Puglia e in Brindisi in particolare: “Uno dei dati più preoccupanti che riguarda tutta l’Europa, ma che tocca livelli d’allarme in Italia ma ancora di più nelle regioni del Sud d’Italia, è quello dei Neet, dei giovani che non studiano e non lavorano, perché è da lì che un territorio può ripartire mettendo in campo le energie positive delle nuove generazioni che altrimenti si trovano invece in condizione di emarginazione sociale perché non si trovano con l’aver la preparazione giusta e le opportunità giuste per entrare nel mondo del lavoro e anche cambiare il mondo del lavoro e proporre una visione nuova anche dei meccanismi di produzione, di produzione di benessere non semplicemente di consumo di produzione. Nella provincia di Brindisi la percentuale di giovani che non studiano e non lavorano è elevata, è attorno al 35 per cento".

"Ci sono province con livelli, al Sud, ancora più alti, attorno al 40 per cento. La media italiana è attorno al 22 per cento. E quindi si tratta appunto di dati che devono non tanto solo mettere in allarme, ma far capire che ci vuole un impegno particolare, considerare la possibilità di produrre sviluppo in un territorio a partire dalla capacità e dalle competenze positive dei giovani e non considerare invece i giovani una categoria svantaggiata o da proteggere che ha bisogno semplicemente solo di assistenza. Serve appunto un progetto di sviluppo che metta poi le nuove generazioni nelle condizioni di esercitare un loro protagonismo positivo. Questo produrrà sia un territorio che cresce e sia nuove generazioni che dimostrano quanto valgono e dimostrano anche che un nuovo percorso di crescita è possibile”. 

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