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Domenica, 10 Dicembre 2023
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Tumore del colon retto: ok a screening per tutta la popolazione tra i 45 e 75 anni

Approvata all’unanimità la proposta di legge che contiene misure per il potenziamento dello screening di popolazione allo scopo di prevenire il tumore del colon retto

Approvata all’unanimità dal consiglio regionale della Puglia la proposta di legge che contiene misure per il potenziamento dello screening di popolazione allo scopo di prevenire il tumore del colon retto.

L’importanza di questa iniziativa legislativa è data, fra l’altro, dalla considerazione che il tumore colorettale rappresenta nei paesi occidentali la terza causa di neoplasia più frequente e la seconda/terza causa di morte per cancro sia nei maschi che nelle femmine. Tale tumore si sviluppa nella stragrande maggioranza di casi a partire da lesioni precancerose (l'adenoma, generalmente in forma di polipi) che si valuta possano trasformarsi in tumori invasivi in un periodo di circa 10 anni (cosiddetta sequenza adenoma-carcinoma). Pertanto, l'individuazione di tali lesioni precancerose rappresenta un elemento favorevole per una diagnosi precoce ed un successivo trattamento che può portare a guarigione il paziente affetto. 

Le disposizioni normative sono finalizzate a potenziare il programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto, attraverso l’integrazione e la modifica delle disposizioni amministrative vigenti, nel rispetto della normativa statale.

Il programma di Screening

Il programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto è rivolto a tutta la popolazione con età compresa tra 45 e 75 anni, attraverso un test di classificazione, da effettuare nelle strutture sanitarie pubbliche, diretto a distinguere le persone sospette di malattia, eseguito sulla base d’inviti equiparati per natura giuridica alle prenotazioni ordinarie per le prestazioni diagnostiche a richiesta, inviati dalla Azienda sanitaria locale (Asl) di riferimento territoriale all’intera popolazione interessata, nel rispetto della propria organizzazione e delle modalità previste dagli atti amministrativi vigenti. Il test di selezione è ripetuto ogni due anni.

Con la lettera di comunicazione dell’esito negativo del test è indicata la data del test successivo, da svolgersi secondo la periodicità e le modalità indicate. Nel caso di esito positivo del test, la persona interessata è contattata dal Centro di screening della Asl territorialmente competente e indirizzata a data fissa presso il servizio di endoscopia dei presidi ospedalieri pubblici, per i più approfonditi esami diagnostici e l’eventuale avvio della presa in carico.
Per la fascia d’età superiore a settantacinque anni la valutazione sulla tipologia del test e la periodicità sarà valutata dal medico di medicina generale e sulla base delle condizioni generali di salute.
Dal programma di screening sono esclusi i pazienti già affetti da tumore al colon-retto, dotati di codice d’esenzione 048 e 009, da malattie infiammatorie croniche intestinali e coloro che abbiano eseguito una colonscopia con esito negativo o un intervento chirurgico sul colon negli ultimi cinque anni.

Al fine di migliorare le conoscenze nella prevenzione del tumore del colon-retto, tutti i dati aggregati e disaggregati in forma anonima devono essere resi disponibili per le valutazioni medico-scientifiche dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte.
L’Assessorato regionale alle politiche della salute provvederà entro sei mesi dall’entrata in vigore delle presenti disposizioni a fornire indicazioni alle Aziende sanitarie della Regione al fine di provvedere: al potenziamento delle risorse umane e strumentali delle strutture di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva coinvolte nel programma di screening; all’organizzazione di una rete regionale hub e spoke in grado di adempiere alle maggiori necessità di colonscopie derivanti dall’incremento delle lesioni diagnosticate; all’applicazione di modelli nel governo della domanda di prestazioni endoscopiche, finalizzati alla riduzione delle quote di inappropriatezza, adottando le linee guida conformi ai Piani nazionali di gestione delle liste d’attesa, e prevedendo l’obbligo di allegazione alla prescrizione diagnostica di idoneo attestato di conformità al modello di appropriatezza, confermato dal medico specialista all’atto dell’erogazione della prestazione. 

Intervento Fabiano Amati

“Da oggi è legge la dichiarazione di guerra al tumore al colon, attraverso l’estensione dello screening al 100 per cento della classe d’età 45-75 e la consulenza oncogenetica per le persone sane con rischio eredo-familiare. E tutto questo pena la decadenza dei direttori generali delle Asl inadempienti, norma severa, rigorosa, ma indispensabile per risparmiare alla morte migliaia di persone, spesso invisibili e perciò ignare dell’importanza della diagnosi precoce”.  Lo dichiara il Presidente della Commissione regionale Bilancio e programmazione Fabiano Amati, promotore e primo firmatario della proposta di legge. 

“Dopo la legge sul carcinoma mammario ecco la nuova sul colon.  La legge approvata oggi ha l’obiettivo di sottoporre al test della ricerca del sangue occulto nelle feci tutti i pugliesi nella fascia d’età 45-75, pena la decadenza dei Dg delle Asl. E questo non per cattiveria, ovviamente, ma perché risulta alquanto triste leggere una percentuale molto bassa di convocazioni a fronte di atti aziendali ove l’estensione dovrebbe essere pari al 100 per cento. Anche con questa proposta di legge s’introduce la consulenza oncogenetica, così da far emergere eventuali caratteristiche di familiarità al tumore e quindi misure di maggiore sorveglianza clinico-strumentale. La mia gratitudine a tutti i colleghi consiglieri regionali che con voto unanime hanno dato il via libera". 

"Ringrazio per i preziosissimi suggerimenti l’intero personale del “De Bellis” di Castellana Grotte e in particolare il direttore generale Tommaso Stallone, il direttore sanitario Roberto Di Paola, il direttore scientifico Gianluigi Giannelli, il direttore dell’Unità operativa di Gastroenterologia Antonio Pisani e il genetista Cristiano Simone; grazie per il solito e generoso sostegno a Mattia Gentile, direttore del Laboratorio di Genomica del “Di Venere” di Bari”.

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