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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Discarica Autigno, revocato il sequestro: via i sigilli dopo quattro anni

Il Tribunale: “Il Comune ha adempiuto alle prescrizioni per la tutela dell’ambiente e della salute. Restano due criticità compatibili con la messa in esercizio: estrazione biogas e percolato nel IV lotto”. Possibile apertura entro fine anno

BRINDISI – Torna nella disponibilità del Comune di Brindisi la discarica per rifiuti in contrada Autigno: il Tribunale ha revocato il dissequestro a distanza di quattro anni dall’apposizione dei sigilli, nell’ambito dell’inchiesta sul possibile inquinamento della falda. Il che vuol dire che, probabilmente entro la fine dell’anno, l’Amministrazione potrà ridurre parte dei costi di conferimento per i rifiuti stabilizzati, con conseguenze positive per la tariffa a carico dei contribuenti. E potrà tornare a incassare gli introiti dai Comuni della provincia.

Il Noe ad Autigno-2

Il dissequestro

L’ordinanza è stata firmata dal giudice Maurizio Rubino, con il parere favorevole procuratore aggiunto Antonio Negro, titolare del fascicolo, in accoglimento della richiesta presentata dal sindaco Riccardo Rossi, a conclusione di una serie di lavori necessarie dopo le prescrizioni imposte dai carabinieri del Noe a garanzia della tutela della salute e dell’ambiente.

La conferma del dissequestro si è avuta nei giorni scorsi, in occasione dell’udienza del processo scaturito dall’inchiesta sulla discarica nel periodo in cui il Comune di Brindisi, in qualità di proprietario del sito, affidò la gestione all’impresa Nubile srl, nel quale è imputato l’imprenditore Luca Screti, in qualità di (ex) amministratore unico della società, in concorso con all’allora direttore tecnico del sito, Giuseppe Masillo, geologo. La Nubile, come si ricorderà, gestiva anche l’impianto di Cdr in via per Pandi, nella zona industriale, oggetto dell’inchiesta per corruzione, il cu processo pende in Apello.

Nel fascicolo del dibattimento, infatti, c’è copia dell’ordinanza di dissequestro del Tribunale che riporta la data del 18 dicembre 2018. E c’è anche la lettera scritta dal primo cittadino e indirizzata alla Procura, risalente a due mesi prima, della quale lo stesso Rossi diede notizia in occasione della conferenza stampa di fine anno.

L'ingresso della discarica di Autigno

Restano due criticità

Il giudice ha preso atto dell’”avvenuto adempimento di pressoché tutte le prescrizioni impartire ai fini della messa in esercizio della discarica, in condizioni tali da assicurare la tutela dell’ambiente e della salute”. Il Tribunale si è pronunciato dopo aver letto le relazioni depositate dal comandante del Noe dei carabinieri di Lecce e dal direttore del dipartimento di Mobilità, Ecologia e qualità dell’aria della Regione Puglia, dopo il sopralluogo effettuato il 6 dicembre nella discarica, alla presenza dei dirigenti di Palazzo di città.

“Permangono – è scritto – due sole criticità, consistenti nella mancata estrazione giornaliera del percolato di discarica prodotto, in particolare dal rifiuti abbancati nel lotto IV e nella presenza di acque piovane miscelate a percolate sul telo Hdpe, a copertura del lotto II, dovuta alla mancanza di captazione del biogas”.

“Ai fini del superamento delle predette criticità, il Comune di Brindisi ha manifestato l’intenzione di affidare l’impianto a un’impresa autorizzata che si faccia carico anche dell’estrazione del percolato, nonché di affidare a impresa autorizzata l’incarico di procedere alla captazione del biogas”, si legge nell’ordinanza di dissequestro del sito in contrada Autigno.

Da un punto di vista tecnico, si tratta di operazioni “compatibili con la messa in esercizio della discarica” perché relative a “criticità che possono essere agevolmente superate nella fase di gestione dello stesso sito”, ha evidenziato il procuratore aggiunto Antonio Negro.

Riccardo Rossi e Roberta Lopalco-3

La riapertura prevista negli ultimi tre mesi del 2019

Il Comune, quindi, ha centrato l’obiettivo legato alla restituzione della discarica sul quale puntava il commissario Santi Giuffrè. Sua la prima richiesta di revoca del sequestro il 5 giugno 2018, rigettata il 29 giugno successivo. Sono stati eseguiti una serie di lavori, come la impermeabilizzazione della vasca per la raccolta del percolato con eliminazione di microfessurazioni, la risagomatura e la copertura con geomenbrana dei lotti IV A e IV B. E ancora: la risagomatura anche del lotto II, è stato realizzato anche il pozzo per l’emungimento del percolato nel lotto I, è stato ultimato il sistema di convogliamento e allontanamento delle acque meteoriche.

Per l’immissione in gestione, l’Amministrazione ha già avviato “intese con la regione Puglia”. Il dissequestro è “misura attesa dalla città di Brindisi in quanto ritenuta necessaria per ridurre i costi di conferimento della frazione stabilizzata dei rifiuti e di conseguenza per la ridurre la tariffa a carico dei contribuenti”, scrisse Rossi al procuratore aggiunto.

Ad oggi c’è un tavolo aperto con i dirigenti della Regione: “Questo perché l’eventuale gestore, che sia pubblico o privato, non può ad oggi ottenere l’autorizzazione ambientale permanendo quelle criticità”, spiega l’assessore all’Ambiente, Roberta Lopalco. “Speriamo di riuscire a chiudere anche questa fare prima della fine dell’anno: in bilancio la riapertura della discarica è stata inserita, sotto forma di previsione, negli ultimi tre mesi”.

Gli incassi previsti in bilancio

La riapertura del sito viaggia assieme alla previsione di incassi che si riferiscono a quanto gli altri comuni dovranno versare a quello di Brindisi: la stima non raggiunge i tre milioni di euro. Più esattamente, l'importo è pari a due milioni e 75o mila euro.  Si tratta della somma che era stata già inserita nel bilancio relativo alla gestione commissariale, ereditato dall’Amministrazione subito dopo l’insediamento. Anche quegli introiti sperati ma mai diventati reali hanno costretto il Comune a fare i conti con un disavanzo di 12 milioni di euro. Contestualmente, si prevede una diminuzione dei costi di conferimento per l’Amministrazione cittadina: 220mila euro in meno per il mancato conferimento nella discarica Formica.

L'area delle discariche nelle contrade Autigno e Formica-2-2

I timori dei residenti

Restano però i timori delle famiglie che risiedono in contrada Autigno, evidenziati nell’esposto depositato nei mesi scorsi in Procura, dagli avvocati Francesco Monopoli e Giuseppe Durano. Nella stessa zona c'è la discarica privata di proprietà della società Formica Ambiente, attiva.

“Siamo tutti proprietari di immobili adibiti a civile abitazione, acquistati con molti sacrifici. Fummo motivati all’acquisto perché all’epoca quella zona era ancora incontaminata, e soprattutto, essendo lontana dal centro abitato, ci dava la possibilità di godere dei benefici e della bellezza che quel territorio poteva offrire e garantire in maniera impareggiabile”, hanno scritto i residenti.

 “La probabile riapertura della discarica di Autigno, ci lascia sbigottiti oltre che terrorizzati all’idea che il sito in questione possa essere riattivato malgrado i danni ingenti che ha causato all’ambiente ed alla salute dei cittadini”, si legge nel documento depositato in Procura. Anche perché i residenti hanno ricordato che “il Comune di  Brindisi, con ordinanza, in passato, aveva interdetto tutta l’area prescrivendo il divieto di utilizzo dell’acqua dei pozzi della zona”.

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