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Sabato, 20 Aprile 2024
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“Dormitorio in via provinciale per San Vito, degrado assoluto: situazione intollerabile”

Sopralluogo della Polizia locale: 220 persone, capienza massima di 120. Rossi: “Almeno 70mila euro per ristrutturare l’immobile, alla Multiservizi custodia e vigilanza anche notturna in accordo con le forze dell’ordine”. Per il trasferimento provvisorio: “Nessun alloggiamento in alcuno dei quartieri”

BRINDISI – Una distesa di materassi appiccicati in alcune zone e ammassati uno sull'altro in altre.  Lenzuola e coperte a terra.   Difficile se non impossibile calpestare i “letti” di fortuna all’interno del capannone che ospita i migranti. Nei pochi centimetri di pavimento libero, ci sono fornellini e pentole.  Fila davanti ai bagni che ancora “funzionano”. “In quell’immobile c’è una situazione di degrado assoluto, intollerabile, che il Comune ha l’obbligo di risolvere in tempi stretti”.

Il sindaco

Presentazione candidatura Riccardo Rossi (2)-2Il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha già visto le  prime “fotografie” scattate dagli agenti della polizia locale di Brindisi, durante il sopralluogo eseguito nella tarda serata di ieri all’interno dell’immobile di via Provinciale per San Vito. Conosceva già la situazione, avendola vissuta da vicino negli anni passati, quando era consigliere di opposizione. Era il leader delle minoranze. Da quattro mesi (quasi) è a capo dell’Amministrazione e quel dormitorio è una delle criticità che ha ereditato dalle precedenti gestioni. Il primo cittadino ne conosce la storia. Una storia non più tollerabile dopo quanto hanno documentato gli agenti agli ordini del comandante Antonio Orefice dopo aver varcato l’ingresso del cancello. Degrado in realtà visibile già dallo spiazzo in cemento.

Il sopralluogo della polizia locale: le presenze

“Abbiamo chiesto un controllo per capire e avere contezza innanzitutto di quante persone ci fossero all’interno e quindi delle condizioni igienico-sanitarie in cui vivono”, spiega Rossi. “Del dormitorio abbiamo discusso ieri pomeriggio con gli assessori e i dirigenti del Comune: è evidente che far finta di niente non è possibile. Non possiamo ignorare gli ospiti”.

Ce ne sono almeno 220, stando a quanto avrebbero constatato i poliziotti municipali. Troppi, rispetto a una capienza massima che arriva sino a 120. Bagni non funzionati, pareti sudice, pavimento sporchi, materassi rimediati chissà dove. “Dobbiamo riorganizzare il tutto”, dice Rossi, consapevole che non sarà facile.

Materassi dormitorio via Provinciale San Vito-2

“Non possiamo chiudere quella struttura, come sostiene qualcuno: non è che se mettiamo il lucchetto al capannone, le persone spariscono. Restano. E a quel punto si presenterà il conseguente problema delle presenze notturne. In altre parole, dove andranno a dormire? In stazione, in strada”, prosegue il sindaco rispondendo a queste domande. “E’ necessario che questo aspetto sia chiaro”, insiste. Il riferimento è a qualcuno dei consiglieri di opposizione che insiste sulla chiusura dell’immobile.

La ristrutturazione e il trasferimento provvisorio

Antonio Orefice 3-2“Poiché chiuderlo è impossibile, la strada da seguire passa necessariamente dalla ristrutturazione con interventi mirati allo scopo di ripristinare le condizioni di vivibilità, partendo dalla situazione igienico-sanitaria”, spiega. Questo sarebbe il terzo intervento. Motivo per il quale c’è chi si chiede se, vista la situazione che si ripete, non sarebbe forse il caso di pensare a un altro immobile nella disponibilità del Comune o di altre Amministrazioni.

A Palazzo di città, a quanto pare, questa ipotesi è stata scartata. A conti fatti, per ora sommariamente, servirebbero 70mila euro, somma di cui il Comune dovrebbe avere disponibilità in bilancio. Il via libera ai lavori potrà avvenire, solo dopo che l’Amministrazione avrà risolto il problema del trasferimento degli ospiti.

 “E’ altrettanto evidente che durante i lavori, i migranti dovranno essere alloggiati altrove: dico sin da ora che non ci sarà alcun trasferimento in nessun quartiere di Brindisi”, sottolinea Rossi. “Stiamo valutando alcune soluzioni, aspettiamo risposte, ma questo aspetto va chiarito sin da ora”.  In altre parole, nessuna tendopoli o accampamento, timore avanzato in passato da più parti.

La nuova gestione alla Multiservizi

L’altro aspetto da definire è legato alla gestione quotidiana dell’immobile, dopo il tentativo di regolamentare gli accessi al dormitorio con affidamento alla partecipata Multiservizi, sperimentato nel periodo della gestione commissariale. “Alla Multiservizi verrebbero affidate custodia e vigilanza anche notturna in accordo con le forze dell’ordine, avendo la disponibilità di un elenco di persone”, dice Rossi. Gli ammessi dovranno essere in possesso di regolare permesso di soggiorno.

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“Quanto agli accessi, fermo restando la capienza massima di 120 persone, stiamo pensando di chiedere un contributo minino giornaliero o mensile, così come era stato previsto nel regolamento precedente”. Due euro e 50 al giorno, sino a un massimo di 75-80 euro al mese. “Ci sono ragazzi che lavorano nei campi e che hanno difficoltà a trovare un appartamento in affitto, così come succede a diverse famiglie di Brindisi”. L’emergenza abitativa resta una piaga in città. Le presenze nel capannone dipendono anche dalla stagionalità dei lavori, poiché è evidente che il punto di massimo si raggiunge quando aumenta la richiesta nelle campagne e diverse volte, è accaduto nel dormitorio abbiano trovato ospitalità per qualche notte, braccianti in cambio di denaro a chi aveva un posto all’interno del capannone. Fenomeno da evitare. Ma di difficile monitoraggio.

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L’integrazione

“Il capannone però non può essere solo un dormitorio: è necessario che vengano avviati percorsi di integrazione con il tessuto sociale e per questo l’idea è avviare collaborazioni con associazioni che operano nel mondo del volontariato”, dice Rossi. Potrebbe esserci un avviso o una manifestazione di interesse per coinvolgere coop e Caritas, ma servono idee concrete. Progetti radicati in grado di permettere l’effettivo avvicinamento degli ospiti alla città che spesso si accorge dei migranti solo quando transita davanti al capannone o li vede pedalare in bicicletta.

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