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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Francavilla Fontana

Droga e giovanissimi: cari politici francavillesi, non fate finta di niente

Dall'omicidio di Paolo Stasi agli ultimi arresti dei carabinieri: il quadro che emerge desta preoccupazione, ma il dibattito pubblico è inesistente

FRANCAVILLA FONTANA - L'omicidio di Paolo Stasi e le sue dinamiche, prima, e il blitz dei carabinieri che hanno sgominato una rete di spaccio, poi, hanno svelato, a Francavilla Fontana, che il re è nudo: nella Città degli Imperiali esiste un problema nel rapporto tra droga e giovanissimi, anche minorenni. Eppure il dibattito pubblico è assente, esponenti della politica locale e della società civile non proferiscono parola sull'argomento. Il problema viene rimosso e negato. Quando il povero Paolo ha incontrato la morte violenta, a soli 19 anni, una domanda si imponeva sulle altre: "Quanto vale la vita di un giovanissimo"? Carabinieri e Procura di Brindisi hanno dato una risposta: 5 mila euro. Sarebbe questo il debito di droga maturato dal ragazzo. A premere il grilletto, addirittura un minorenne all'epoca dei fatti. Tempo qualche mese e sempre i carabinieri hanno alzato il velo: a Francavilla Fontana sarebbe esistito un gruppo dedito allo spaccio di droga - non solo canne, ma anche coca - e guidato da un leader giovanissimo. Uno dei suoi accoliti era minorenne, ospite di una nota comunità francavillese. Ma basta fare un giro la sera nei luoghi della movida cittadina o alla “167” per capire che il problema è complesso ed esteso. E andrebbe affrontato.

Perché proprio Francavilla

Qualche premessa è d'obbligo. Innanzitutto, Francavilla non è Gotham City, questo è chiaro. All'indomani dell'omicidio Stasi qualche avventato commentatore sulle tv nazionali aveva descritto la città a tinte fosche. Evidentemente, non sapeva quello che diceva. Inoltre, il fenomeno analizzato - il consumo di droghe, anche pesanti, da parte di minorenni - non è una tipicità esclusivamente locale, è un problema comune a moltissime realtà italiane. Per rimanere in Puglia, basta citare il caso di Natale Naser Bahtijari, 21enne leccese, ammazzato brutalmente nel febbraio scorso a Manduria. L'omicidio sarebbe maturato in un contesto di spaccio, con dinamiche e ruoli differenti rispetto a quanto ricostruito dell'omicidio Stasi. Dunque, episodi simili non sono una esclusiva. Inoltre, quando si affrontano tali argomenti, si rischia di scadere nel moralismo e nel paternalismo. Non è questa l'intenzione. Allora: perché Francavilla? Innanzitutto, perché è uno dei centri più importanti del Brindisino. In secondo luogo: il caso di cronaca nera di cui si sta parlando ha scosso profondamente la comunità. E poi, i recenti arresti dei carabinieri hanno svelato che molti consumatori di stupefacenti sono minorenni.

L'assenza di dibattito

All'indomani della morte di Paolo, la società civile rispose con un corteo che partì proprio dalle zone della movida francavillese. Poi, dopo, il nulla. Certo, all'inizio non si conoscevano i dettagli dietro la morte del 19enne e gli arresti erano ancora al di là da venire. Il 22 maggio i carabinieri individuano, tra gli altri, i due presunti killer di Paolo. Tempo quattro giorni, arrivano altri arresti. Il “core business” è ancora la droga. Naturalmente, il problema non è un fenomeno recente. Chi conosce la città sa bene che i giovanissimi che vogliono usare la droga a scopo ricreativo sanno perfettamente dove reperirla, senza difficoltà. E questo è un problema: un ragazzino, un minorenne che si avvicina al consumo di stupefacenti è consapevole di quali rischi comporti l'assunzione di droghe? E non ci si riferisce solo alla salute, ma anche all'incolumità: dopotutto Paolo sarebbe stato ucciso per un debito di droga. C'è da aggiungere un dettaglio: le indagini fino ad ora non hanno ancora svelato - benché i carabinieri siano tuttora “al lavoro” - come molta parte della droga arrivi a Francavilla Fontana. Chi sono i fornitori? Il Brindisino è terra di Scu. Sarebbe una pia illusione pensare che i proventi di questo giro non vadano ad arricchire i forzieri marci della criminalità organizzata.

L'appello a politici e società civile

Questo non è un attacco a questo o a quel politico, di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione. Né un'accusa nei confronti della società civile francavillese. Questo è semplicemente un appello rivolto alla classe politica e intellettuale della Città degli Imperiali: è venuto il momento di affrontare il problema droga-giovanissimi. Dopotutto, la storia recente dell'Italia insegna che il contrasto a certe dinamiche non va demandato esclusivamente alle forze dell'ordine e alla magistratura. La repressione dei reati da sola non basta, serve una risposta di tipo culturale. Per questo sarebbe opportuno che chi ha la forza politica e una “potenza di fuoco” nel dibattito non faccia finta di niente e inizi ad affrontare l'argomento. Magari si potrebbe partire dall'informazione: spiegare ai giovanissimi che cosa è la droga, quali sono i rischi, non solo per la salute. Le forze dell'ordine e la magistratura stanno facendo la loro parte. E' ora che anche la politica e la società civile - senza dimenticare le scuole - si sveglino e riconoscano che c'è un problema in città. E che magari avviino un dibattito che coinvolga tutta la popolazione.

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