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Emergenza sanitaria nella Asl di Brindisi: "No pannicelli caldi"

Intervento di Gianfranco Solazzo, segretario Cisl Taranto-Brindisi

BRINDISI - Sull'emergenza sanitaria che riguarda la Asl di Brindisi e in modo particolare la situazione nel Pronto Soccorso dell'ospedale del Capoluogo, interviene la Cisl con il segretario Gianfranco Solazzo.

Le tante criticità che da lungo tempo attanagliano la Medicina di Accettazione e Urgenza, nelle ASL di Taranto e di Brindisi, avrebbero meritato maggior attenzione, soprattutto dopo l’esperienza pandemica, da parte di un management che non può limitarsi a richiamare la carenza di medici per giustificare situazioni che si reiterano puntualmente e si aggravano soprattutto nel
periodo estivo. Quello stesso management che, nel territorio ionico, dichiara pubblicamente di conoscere il problema e di non aver bisogno che “lo ricordi il Sindacato”, nell’evidente intento di sminuire l’azione sindacale.

Dimenticando, così frettolosamente agendo, il ruolo delle Organizzazioni sindacali confederali, ovvero della Cisl, nella tutela delle lavoratrici, dei lavoratori, della collettività e del diritto ad una adeguata assistenza sanitaria. A ben vedere un tal tipo di dichiarazione nel mentre rassicura sulla esperienza – quantomeno conoscitiva - maturata dal management in questo doppio mandato di governance, d’altro canto preoccupa per la difficoltà mostrata nel tempo nel fornire alla collettività soluzioni. Quella della carenza dei medici, e più in generale del personale sanitario, è una situazione che si aggrava puntualmente ad ogni stagione estiva ma è una risposta che ha acquisito il valore di un mantra valido solo per le testate giornalistiche e che non soddisfa in alcun modo i bisogni della utenza in termini di assistenza e cura. 

Perché riteniamo che le persone in stato di necessità che si recano presso una struttura sanitaria di emergenza, come il Pronto Soccorso, abbiano bisogno e dunque meritino attenzioni e cure e non già, come dichiarato inopportunamente dal manager della sanità ionica, “fast” o “street food”. Dal management ci si aspetta soluzioni che non abbiano il sapore dei cosiddetti “pannicelli
caldi” o quanto meno l’avvio di un percorso organizzativo di medio o anche lungo periodo che valga a risolvere oppure ad attenuare le gravi criticità derivanti dalla dichiarata e ormai nota carenza di personale .

Criticità che, ebbene sottolineare, riguardano non solo il Pronto Soccorso ma anche altre importanti unità operative del nosocomio tarantino, non ultimo l’Utin . Analoga situazione per la ASL di Brindisi, dove si registrano le identiche criticità. Nei fatti, di fronte alle inefficienze di coloro i quali ben dispongono dei mezzi e degli strumenti conseguenti all’autonomia delle aziende che rappresentano, si è dovuto attendere un provvedimento regionale che prevede l’impiego di Medici di Medicina Generale, Medici di continuità assistenziale (guardia medica) e Medici in quiescenza che dovranno gestire i codici bianco e verde. Provvedimento che, a ben guardare, potrebbe rivelarsi un rimedio peggiore del male i cui esiti attendiamo fiduciosi.

Infine, traendo spunto da quest’ultima emergenza e nell’esercizio del dovere di tutela delle persone che rappresentiamo, auspichiamo che siano programmati gli opportuni rimedi e soprattutto che il sindacato sia tempestivamente informato su tali rimedi. A tal proposito come Cisl dedicheremo la dovuta attenzione in merito all’evoluzione di tale problematica e soprattutto su quali azioni si intenderanno intraprendere. Questo, anche per rispondere al compito che il Pnrr ci ha assegnato, ovvero quello primario di riorganizzare la medicina territoriale, realtà che a Taranto e Brindisi ha dimostrato tutta la sua fragilità, aggravata e non certo generata dall’emergenza pandemica.

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