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Giovedì, 30 Marzo 2023
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Fuga dagli ospedali pugliesi: 3 medici su 4 pronti a lasciare. "Meritano risposte concrete"

Sondaggio condotto dalla Federazione Cimo-Fesmed, il sindacato più rappresentativo della categoria nella Regione, cui hanno risposto 307 medici

BRINDISI - Solo il 25 per cento dei medici ospedalieri pugliesi, potendo scegliere, continuerebbe a lavorare in un ospedale pubblico. Il 18 per cento sogna la pensione, il 19 per cento fuggirebbe all’estero, il 20 per cento vorrebbe dedicarsi alla libera professione ed il 18 per cento preferirebbe lavorare in una struttura privata. Addirittura, il 25,6 per cento appenderebbe il camice bianco al chiodo e sceglierebbe un’altra professione. È quanto emerge dal sondaggio condotto dalla Federazione Cimo-Fesmed, il sindacato più rappresentativo della categoria nella Regione, cui hanno risposto 307 medici.
Un malcontento che ha radici lontane, reso ancora più profondo da due anni di emergenza Covid-19. Analizzando i risultati dell’indagine, emergono con forza infatti le cause di tale insoddisfazione: il 67 per cento dei medici pugliesi è costretto agli straordinari, e di questi il 17 per cento lavora più di 48 ore a settimana, violando la normativa europea sull’orario di lavoro. Ore impiegate, perlopiù, compilando atti amministrativi: il 73 per cento ritiene infatti eccessivo il tempo da dedicare alla burocrazia.

Impossibile per molti, infine, andare in ferie: il 63 per cento dei medici pugliesi che hanno risposto al sondaggio ha infatti accumulato più di 50 giorni di ferie. Non c’è da sorprendersi, allora, se il 18 per cento ritiene “pessima” la qualità della propria vita.
A complicare le cose, poi, sono stati senza dubbio due anni di emergenza causati dal Covid-19, che hanno aumentato lo stress psicofisico (ritenuto elevato dal 73 per cento dei medici) e la percezione del rischio professionale (alto per il 67 per cento degli aderenti) e della sicurezza della propria famiglia (62 per cento ).

Contemporaneamente, peggiorano in modo drammatico le aspettative che i medici pugliesi hanno per il proprio futuro: solo il 24 per cento spera nel miglioramento della professione, il 10 per cento nello sviluppo della propria carriera e, addirittura, il 3 per cento in un aumento di stipendio. 
«L’insofferenza dei colleghi è palpabile negli ospedali – commenta il segretario di Cimo Puglia Arturo Oliva - ed il rischio che molti decidano di rinunciare alla dipendenza del Servizio sanitario nazionale è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano questi dati. Forse non delle Istituzioni, che continuano a rimanere sorde ai nostri gridi di allarme. Dopo due anni di emergenza sanitaria, i medici meritano delle risposte concrete ed un chiaro segnale di riconoscimento. In ballo – conclude Oliva – non ci sono solo la soddisfazione e l’entusiasmo di una categoria essenziale per la comunità, ma il futuro stesso della nostra sanità pubblica».

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