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Storia di una guarigione: “Il coronavirus mi ha sfidato, io l’ho sconfitto”

Vincenzo Fanciullo, uno dei primi brindisini contagiati, è tornato a casa: “Eccezionali i medici e gli infermieri del Perrino”

BRINDISI – “Voleva giocare contro di me, ma io l’ho sconfitto”. Vincenzo Fanciullo ricorre a une metafora calcistica per parlare della sua guarigione dal Coronavirus. La malattia gli è stata diagnosticata alla metà di marzo, presso l’ospedale Perrino. Ieri (martedì 14 aprile), dopo più di un mese di degenza, ha lasciato il reparto post acuzie di Fasano. 

Ribattezzato dagli amici “bomber pallina” per le doti da attaccante di razza espresse sui campi di calcetto, Vincenzo lavora come addetto alla movimentazione bagagli presso l’aeroporto di Brindisi. Il virus lo ha messo a dura prova, ma non abbastanza da sopraffare il suo fisico imponente. “E’ iniziato tutto – racconta Fanciullo a BrindisiReport – con un po’ di tosse e febbre. Sono andato una prima volta in ospedale. Avevo solo 37,2. Mi hanno rimandato a casa, dicendomi che si trattava di una normale influenza”. Ma con il passare dei giorni, i sintomi peggiorano. “Ho avuto tosse sempre più forte – racconta – e febbre fino a più di 39. La sera del 12 marzo mia moglie ha contattato uno dei numeri del servizio sanitario e dopo pochi minuti mi sono ritrovato l’ambulanza sotto casa”. 

Una volta arrivato al Perrino, Vincenzo viene ricoverato nel reparto Malattie Infettive e sottoposto a un tampone, il cui esito arriva dopo un paio di giorni. “Una volta accertata la positività – racconta – sono stato trasferito in Pneumologia. I primi giorni ho respirato con l’ausilio dell’ossigeno. Poi ho utilizzato l’ossigeno solo di notte. Le terapie fortunatamente hanno fatto effetto, perché già dalla seconda lastra si sono visti dei miglioramenti”. Nel frattempo Vincenzo teneva aggiornati i suoi amici con dei “bollettini” pubblicati sul suo profilo Facebook. “Mi hanno commosso le centinaia di attestati di affetto – dichiara – che ho ricevuto in queste settimane. Gli amici mi hanno dato un sostegno incredibile. Il telefono scoppiava di messaggi”. 

Il 3 aprile, una volta superata la fase acuta della malattia, Vincenzo è stato trasferito presso l’ospedale Di Fasano. “Ormai – spiega – ero guarito. Non avevo più bisogno di farmaci. Non ci sono parole per esprimere la gratitudine per i medici e gli infermieri che mi hanno curato al Perrino. Sono stati bravissimi, eccezionali. Mi hanno assistito con una umanità straordinaria. Con alcuni di loro mi sono scambiato i numeri di telefono. Adesso che ho sconfitto questa malattia e ho potuto riabbracciare mia moglie e mia figlia, vorrei lanciare un messaggio di speranza alle persone che sono nel pieno della lotta. Io sto bene e non appena possibile tornerò a lavorare e a fare tutto quello che ho sempre fatto. Anche voi guarirete e tornerete a casa, dai vostri cari”.  

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