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Lezione di Beppe Vessicchio agli studenti del "Giorgi"

Il maestro a Brindisi per dirigere al Nuovo Teatro Verdi "La musica fa crescere i pomodori"

BRINDISI - Brindisi città assetata di cultura, arte e musica. Grazie alla creazione di incontri e spunti informativi, i ragazzi sviluppano curiosità, la voglia di conoscere se stessi ed aprirsi alle arti, e la nostra società non può che beneficiarne. In sintonia con l’unicità del sapere di Morin, che integrava le conoscenze umanistiche a quelle tecniche, la preside l’Istituto ITT Giorgi di Brindisi ha ospitato il maestro Beppe Vessicchio, presente a Brindisi per dirigere l’ensemble «I Solisti del Sesto Armonico» e spiegare «La musica fa crescere i pomodori», titolo prestato al concerto dal suo saggio pop autobiografico.

Dopo una breve ma doverosa introduzione del direttore artistico della Fondazione Verdi, Carmelo Grassi, il maestro si è esibito nel suo “assolo vocale”, spiegando agli studenti presenti il proprio concetto di musica, da lui definita come la seconda lingua di ogni popolo. L’importanza di una tecnica così avanzata trascende dalla meccanica creazione di melodie simili fra loro e fini a sé stesse. L’espressione artistica del singolo è originalità, libertà d’espressione, qualcosa che poco si presta alle scadenze commerciali che impongono tempi strettissimi e pacchetti armonici preconfezionati da immettere sul mercato.

Beppe Vessicchio ha portato l’esempio di “Hotel California”, pezzo degli Eagles del 1976, che lo ha colpito per la corposa introduzione prima del famoso ritornello, una canzone di personalità forse improponibile per la fretta odierna, così come sarebbe difficile riproporre il coraggio di Battisti per la sua voce e la libertà artistica che lo portò a distaccarsi da Mogol, pur di esprimere se stesso e non esser guidato dal mercato musicale.

Il trasporto del discorso ha innescato molte domande degli studenti dell’Istituto Giorgi, che hanno trovato le loro risposte nell’esortazione a non farsi contaminare da stili troppo estranei alla nostra cultura, a considerare la musica come arte benefica per il corpo e lo spirito, spingendosi in una coraggiosa disamina tra la polifonia di Mozart e la frattalità musicale di Beethoven. Virtù quali l’audacia e la creatività sono state riprese dalla preside Sardelli che ha consigliato ai suoi studenti di evitare il conformismo per non essere sopravanzati: l’intraprendenza e la curiosità della scoperta permettono il canto libero delle voci più profonde del proprio animo.

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