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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Progetto Policoro: presentato “Vàzapp”, il primo hub rurale della Puglia

Nel corso dell’incontro, cui hanno preso parte i rappresentanti della filiera del progetto, si è parlato del tema: “Da buone pratiche a efficaci prospettive”

BRINDISI - Si è parlato di giovani e lavoro nell’incontro organizzato giovedì sera, 2 maggio, dall’Ufficio diocesano della Pastorale Sociale dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni. L’iniziativa, a sostegno del progetto Policoro dell’Arcidiocesi, si è svolta nella sala conferenze del Museo Mapri di Brindisi, alla presenza di monsignor Domenico Caliandro. Nel corso dell’iniziativa, cui hanno preso parte i rappresentanti della filiera del progetto Policoro, si è parlato del tema: “Da buone pratiche a efficaci prospettive”, ed è stato presentato il primo hub rurale della Puglia, dal nome “Vàzapp”, ideato dal giovane imprenditore foggiano Giuseppe Savino. A moderare l’incontro è stata la consigliera della Banca di Credito Cooperativo di Ostuni, dottoressa Elena Martucci, che ha ricordato la nascita del Progetto Policoro, nel 1995, e il suo rinverdimento nel 2017.

Da sinistra, Elena Martucci, Giuseppe Savino e  Valentina Carinola-2

“Proprio perché l’evangelizzazione, quindi il coniugare giovani, Vangelo e lavoro trova dei nuovi spunti, e nella nostra Arcidiocesi, grazie all’arcivescovo e grazie al tutor don Mimmo Roma, trova veramente una nuova rinascita”. “Sia don Mimmo Roma che l’Arcivescovo”, prosegue la dottoressa Martucci, “hanno tenuto a mettere insieme più enti, più associazioni, affinché veramente questo progetto potesse e possa diventare sempre di più realtà, affinché proprio ai giovani sia offerta la possibilità di non solo trovare lavoro, ma di saperlo cercare, e di saper vivere ogni giorno più dignitosamente, professando la fede, ma attraverso la lettura del Vangelo e l’applicazione del Vangelo stesso, comunicando di più e quindi cercando comunque di vivere maggiormente con un lavoro dignitoso”.

Il pubblico (2)-2-9

La serata, che ha visto una bella partecipazione di pubblico, è stata aperta dall’introduzione del tutor del progetto Policoro dell’Arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, don Mimmo Roma, che ha evidenziato come la bellezza del progetto sia nel lavoro di squadra della filiera. Il Progetto Policoro ha il suo Centro Servizi in via Giovanni Tarantini, a Brindisi.

La parola è passata quindi al primo relatore, Giuseppe Savino (foto in basso), imprenditore agricolo foggiano, figlio di agricoltori, che ha raccontato la sua esperienza, come abbia deciso di lasciare il posto fisso, tanto voluto dai suoi genitori, per tornare alla terra e realizzare  così il proprio sogno. Savino, infatti, si occupava della parte normativa dell’addestramento dei piloti di elicotteri. “Molte volte, a lavoro, sognavo di fare qualcosa per la terra e non per il cielo”, afferma. “Volevo fare qualcosa per il mio territorio, ma nel frattempo lavoravo per mantenermi”. L’imprenditore ha ripercorso quindi i momenti più significativi della propria vita, con gli incontri importanti, tra cui il sacerdote di 93 anni, don Michele, che lo ha aiutato a registrare il marchio di “Vàzapp”. Tornato alla terra, Savino apre le porte di casa a venti giovani che hanno un solo desiderio: fare il bene del territorio. “Sono giovani che non hanno niente a che fare con il mondo agricolo”, spiega, “perché per fare l’agricoltura forse non c’è bisogno solo di agricoltori, ma anche di tanto altro”. Con Savino lavorano, infatti, venti giovani professionisti, tra architetti, designer, fotografi, videomaker, docenti universitari e persone che si occupano della logistica, che lavorano con i format:  “perché abbiamo compreso che c’è un linguaggio nuovo che deve arrivare alle persone”, afferma il fondatore di “Vàzapp”.

Giuseppe Savino-2

Savino parla quindi della sua idea innovativa: le cene contadine, le “Contadinner”, format in cui gli agricoltori aprono le loro case, invitano i confinanti, ognuno porta qualcosa da mangiare. Nelle “Contadinner”, gli agricoltori siedono riuniti in cerchio e si confrontano. “Entriamo nell’intimità del mondo agricolo, nelle case delle persone per ascoltarli”, spiega Savino. “Perché in cerchio? Perché quello che è fondamentale che avvenga è che tra di loro si parlino, non li hanno mai ascoltati”. “Si trovano in un cerchio e sono loro al centro. Creiamo delle coppie a caso, perché sappiamo che di solito le persone che arrivano in un luogo, quando si siedono vicine si conoscono. Se io faccio in modo che chi sta in un cerchio parla con la persona che sta dall’altra parte del cerchio, molto probabilmente creerò una coppia di persone che non si conoscono. Hanno 10 minuti di tempo, si raccontano, quando rientrano nel cerchio ognuno racconta la storia dell’altro”. “Facciamo in modo che raccontando la storia dell’altro si accorgano di chi è l’altro, che cosa fa”.

Il pubblico-5-49

“Alla fine della dinamica compiliamo un questionario”, afferma Savino “A che cosa ci serve il questionario? A dimostrare come una cena può cambiare le relazioni e come quelle relazioni possono creare anche economie positive all’interno delle aziende”. Il fondatore dell’hub rurale conclude affermando: “Abbiamo prodotto quella che è la più grande operazione di ascolto fatto dal basso nelle case dei contadini, producendo dei dati e arrivando a teorizzare il Km vero, che è l’evoluzione del km zero, perché il km zero ti dice da dove viene un prodotto, non ti dice sempre chi lo fa, anzi molte volte non te lo dice proprio. Km vero ti dice invece che quel prodotto lo produce una persona”. “L’idea è quella che si finanzi chi fa km vero, perché chi compra possa arrivare a consapevolizzare che non sta comprando un prodotto, sta facendo sviluppo territoriale”. Savino ha concluso il suo intervento parlando degli altri format ed eventi ideati da “Vàzapp”.

L’incontro Giovani e Lavoro è proseguito con l’intervento di Leonardo Becchetti (foto in basso), professore ordinario di Economia Politica dell’Università di Roma Tor Vergata, che ha parlato del mercato del lavoro partendo dai dati Istat del 2018 e rilevando come oggi il problema non sia la disoccupazione, ma la sottoccupazione. Becchetti ha parlato quindi del nuovo fenomeno dei lavoratori poveri, dei working poor, ossia di quelle persone che lavorano pochi giorni alla settimana e sono sotto la soglia di povertà. “Poi c’è il problema dei sovraistruiti”, prosegue, “quelli che rispetto al livello di istruzione che hanno, fanno un lavoro molto meno qualificato del loro titolo di studio”. L’economista si sofferma quindi sul part time involontario: “Che vuol dire part time involontario? Che lavoro poche ore, non lavoro tutto il tempo che vorrei”. Per Becchetti c’è un problema di fondo nel sistema economico: “Il problema è che questo sistema è costruito per realizzare due obiettivi, che realizza in maniera eccezionale, e sono: il profitto delle imprese, che vuol dire tecnologia, che vuol dire investimenti, che vuol dire progresso di cui tutti beneficiamo, e l’altro è il benessere del consumatore.

L'intervento del professor Leonardo Becchetti-2

Tutto il sistema economico è costruito per il benessere del consumatore”. “Ma l’obiettivo del benessere del consumatore”, prosegue, “ del profitto dell’impresa, automaticamente mette in secondo piano la dignità del lavoro, perché il lavoro è un costo”. “Se voglio massimizzare il profitto devo abbassare i costi”. Becchetti evidenzia quindi due cose che stanno indietro: dignità del lavoro e tutela dell’ambiente, anche se quest’ultimo è un passo avanti, “perché l’ambiente è un business”. “Oggi le aziende circolari, le aziende sostenibili, hanno trovato una nuova via di business, che è il business del futuro. “Quindi l’ambiente sta correndo, la dignità del lavoro non è business”.

L’economista ha proseguito il suo intervento parlando della felicità, obiettivo dell’economia civile. La felicità ha una componente principale che si chiama generatività. “Le persone sono felici se sono generative”, spiega. “La generatività è il nostro manifesto. Essere generativi vuol dire avere a cuore questi quattro verbi: desiderare, bisogna desiderare qualcosa di nuovo, bisogna farla nascere, bisogna accompagnarla e bisogna saperla anche lasciare andare”. “La generatività è la nostra capacità di metterci in moto, misura il nostro indice di attività, quanto noi siamo attivi”, spiega Becchetti, “e come lo siamo andati a misurare? La creazione d’impresa, il volontariato, la fertilità, la natalità, il voto col portafoglio, la longevità attiva. Abbiamo misurato degli indicatori di attivazioni e abbiamo costruito la nostra classifica della generatività”. Becchetti conclude il suo intervento soffermandosi sul tema del voto col portafoglio e sulle Settimane Sociali, che diventano ricerca sul territorio delle migliori pratiche.

L’incontro è terminato con i saluti dei rappresentanti delle filiere del Progetto Policoro. Per Filippo De Miccolis, presidente provinciale Coldiretti Brindisi, “pensare a un futuro dell’agricoltura senza i giovani è impossibile”. “Il nostro territorio”, afferma, “è un territorio che veramente può fare dell’agricoltura il suo elemento centrale, sia in termini identitari che economici. La terra può essere coltivata, la terra può essere luogo di ricerca, quindi creare tante professionalità. L’agricoltura moderna ha bisogno di tante figure tecniche. La terra può essere raccontata tramite il turismo”. E conclude evidenziando come la nostra sia una zona che spesso produce qualità che non trova nel mercato interno uno sbocco. Quindi ha bisogno di conoscere, in base a ciò che si produce, quello che può essere venduto. E ha bisogno di fare sistema”.

Filippo De Miccolis-2

Francesco Parisi, presidente della cooperativa Eridano, ha parlato del bando lanciato dalla cooperativa per la gestione di due campi di calcetto all’interno della struttura, una comunità per ragazzi con disabilità. I campi di calcetto, nati per l’inclusione sociale dei ragazzi, hanno bisogno di essere gestiti in modo generativo. Parisi ha quindi annunciato che il 9 maggio, in Contrada Masseriola, alle 17.30, ospiteranno una squadra di boccia paralimpica, disciplina per disabilità gravi, diventati campioni italiani. “Il problema è che la disciplina ancora non è molto diffusa”, afferma Parisi, “e questi ragazzi per fare una partita devono viaggiare in Italia. Per cui stiamo facendo un lavoro di sensibilizzazione”.

Eugenio Cascione (foto in basso), direttore di Confcooperative di Brindisi, ha evidenziato l’importanza delle relazioni affettive che Giuseppe Savino ha creato tra padri e figli nel settore agricoltura e l’importanza di creare una classe politica che porti quella legislazione che consenta ai suoi abitanti di essere felici.

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Il dottor Francesco Zaccaria (foto in basso), presidente della Banca di Credito Cooperativo di Ostuni, ha annunciato che è in corso la stipula di una convenzione tra la Banca di Credito Cooperativo di Ostuni e il Progetto Policoro per finanziare un progetto di Microcredito, che non è il credito piccolo, come ha spiegato il dottor Zaccaria, ma è “il credito rivolto a chi ha difficoltà di accesso al credito”. “La diocesi farà una verifica delle condizioni per i giovanissimi imprenditori che vorranno accedere a questa forma di finanziamento con restituzione e la banca poi metterà a disposizione le somme che sono comunque controgarantite dall’Arcidiocesi”, prosegue Zaccaria. La firma della convenzione sarà fatta nei prossimi giorni.

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“Partecipiamo con orgoglio al Progetto Policoro”, afferma Francesco Taurino (foto in basso), presidente dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Brindisi, “e abbiamo subito sposato quelle che sono le linee guida che ci hanno immediatamente trasmesso”. Taurino ha parlato dell’intervento del Progetto Policoro, con la partecipazione dell’Unione Giovani Dottori Commercialisti, nell’Alternanza scuola-lavoro, “perché fondamentalmente la scuola è il luogo primario di aggregazione e condivisione”.

Francesco Taurino-3

Antonio Albanese (foton in basso), presidente provinciale Acli Brindisi, ha evidenziato come abbiamo bisogno di essere propositori del bene, coltivatori del bello e soprattutto della condivisione e della creazione dello spirito di comunità per superare il momento di crisi della nostra nazione. “Dobbiamo coltivare l’utopia di ripartire dalle nostre comunità. Per questo dobbiamo essere di supporto per i nostri giovani e cercare di coltivare anche i loro sogni, per contribuire a farli rimanere nelle nostre città”.

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Patrick Marcucci (foto in basso), presidente Confindustria Brindisi, ha parlato della partecipazione di Confindustria al Progetto Policoro, con diverse iniziative in ambito sociale e di come la coscienza di tutti stia già recependo alcune questioni che sono all’ordine del giorno: “Parliamo di portare avanti un concetto di economia ecosostenibile nel rispetto di un lavoro equo, della legalità, del concetto dell’ambiente e su tutta la parte dell’economia circolare”. 

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Vincenzo Gatto (foto in basso), console provinciale della Federazione Maestri del Lavoro della Provincia di Brindisi, ha parlato del contributo che i Maestri del Lavoro portano all’interno del Progetto Policoro, iniziative sul lavoro e sulla formazione che i Maestri del Lavoro stanno portando avanti con il presidente di Confindustria Brindisi, in particolare nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro. Gatto ha quindi dato un annuncio: “Abbiamo deciso nell’ultimo consiglio direttivo anche di offrire al Progetto Policoro un concerto musicale il cui ricavato, insieme ad altre risorse che stiamo cercando e l’importante sostegno, contributo di Confindustria Brindisi, sarà destinato o una borsa lavoro o una borsa di studio. Lo decideremo insieme allo staff, alla governance, del Progetto Policoro”.

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L’incontro Giovani e Lavoro è terminato con le conclusioni dell’Arcivescovo di Brindisi Ostuni, monsignor Domenico Caliandro, che ha evidenziato l’importante apporto della filiera del Progetto Policoro ed ha annunciato che il tema dei prossimi tre anni dell’attività pastorale sarà proprio la generatività. Al termine dell’incontro a monsignor Caliandro è stato donato un albero di ulivo. Un momento di preghiera ha concluso l’importante iniziativa, cui hanno preso parte anche le animatrici di comunità Valentina Carinola e Francesca Esposto. 

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