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Giovedì, 28 Marzo 2024
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“Brindisi non è il paese di Heidi: ai nostri figli dobbiamo offrire il lavoro”

Il presidente di Confindustria Brindisi, promotore del ‘Metodo Brindisi’ insieme alla organizzazioni sindacali, si dissocia dalle ultime guerre politiche. “Basta scontri, il modello Bari un esempio cui ispirarsi"

BRINDISI- BrindisiReport ha intervistato Gabriele Menotti Lippolis, presidente di Confindustria riguardo agli scontri (politici e mediatici) che nell’ultimo periodo, piuttosto che analizzare il Piano nazionale di ripresa e resilienza e proporre la strategia migliore per accaparrarsi i finanziamenti, stanno congelando il futuro della collettività brindisina.

L'assessore comunale all'Urbanistica Dino Borri e il consigliere regionale Fabiano Amati: dalla guerra su contrade e condoni, alla polemica sul Porto di Brindisi. È questo il motore politico che serve oggi alla città?

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del consiglio Mario Draghi, molti ministri e parlamentari si stanno impegnando per il bene del Paese, in un periodo difficile in cui è necessario poter realizzare la ripartenza dell’economia.

Oggi 80 primi cittadini dem hanno firmato, per chiedere a Letta e al governo di velocizzare gare e appalti, per cogliere l'occasione storica offerta dal Pnrr. E io credo che questo serva anche al nostro territorio: invece che scontri gioverebbero confronti.

Penso che tutto quello che è accaduto negli ultimi mesi è il contrario di ciò che abbiamo siglato sul “Metodo Brindisi”: il nostro obiettivo è di tenere unito il territorio per rafforzare le richieste di interesse collettivo e crediamo fortemente che sia la strada giusta per confrontarsi su vari temi per lo sviluppo del territorio brindisino attraverso i tavoli tecnici.

Cosa ci manca? C’è un modello cui ispirarsi?

Non manca nulla, dobbiamo essere più consapevoli della grandiosità del nostro territorio, fantastico, unico, che può fare meglio di tanti altri, come già avvenuto in passato. Dobbiamo solo prendere consapevolezza.

Magari ispirarci al modello della città di Bari e al sindaco Antonio De Caro, un esempio di buona amministrazione con il coinvolgimento delle parti sociali.

Certo è che anche io augurerei a mia figlia di vivere come Heidi, nel villaggio di Dorfli, in mezzo a caprette, uccellini e boschetti. Ma per dare un futuro alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi abbiamo bisogno di creare tanto lavoro. Dobbiamo offrire ai nostri diplomati e laureati la libertà di scegliere se rimanere nel nostro territorio o andare altrove o addirittura all’estero per lavorare.

E infatti l’ultimo report dell’Istat ha registrato che rispetto a febbraio 2020, a causa dell’emergenza sanitaria, gli occupati in Italia sono diminuiti di diversi punti...

Nell’ultimo anno in Italia i poveri sono aumentati di un milione e i disoccupati sono 900mila in più, perché se le aziende saltano, non ci sono posti di lavoro.

Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) fino al 2026 si impegna a creare più di 700mila posti di lavoro e Confindustria Brindisi si sta prodigando per portare sul territorio investimenti green per più di 2miliardi di euro. Penso ci siano poche province che possano vantare questi numeri e questo primato. Ora tocca a chi amministra il territorio e agli Enti autorizzativi dare la possibilità di realizzare investimenti con la necessaria tempestività.

Noi abbiamo fatto, stiamo facendo e faremo il nostro dovere per il bene e per l’amore che proviamo nei confronti del territorio brindisino. Molte volte non abbiamo condiviso le scelte degli amministratori, non capisco come mai chi ha la responsabilità di governo e di amministrazione talvolta si perda in sterili polemiche e non agisca, pertanto, nell’interesse della collettività.

Nella piattaforma territoriale siglata con le organizzazioni sindacali c’è un lungo paragrafo dedicato al porto di Brindisi. Quali sono gli obiettivi da raggiungere?

Il porto di Brindisi è un porto che si divide tra il porto esterno industriale e il porto interno, quest’ultimo un patrimonio poco utilizzato. Trasformarlo in un approdo per yacht di dimensioni più grandi o più contenute porterebbe anche importanti benefici all’economia della città, non solo per i servizi agli stessi armatori, ma anche perché i turisti potrebbero apprezzare le bellezze della città attraverso la fruizione dei musei, gli acquisti nei negozi e magari fermarsi a fare un aperitivo e poi pranzare, cenare o prendere un caffè. Senza dimenticare che Brindisi è dotata di una forte industria nautica, di tradizioni radicate e professionalità consolidate.

Zes e Zona franca rappresentano un’occasione di sviluppo da attivare con un’incisiva azione di attrazione di investimenti sia endogeni, sia esogeni, anche puntando a valorizzare le aree che saranno dismesse dalle attività di movimentazione dei combustibili fossili (carbone) e che occorrerà convertire a nuovi scopi. Il presidente dell’Autorità Portuale Ugo Patroni Griffi sta già facendo il suo, abbiamo una grande occasione per preparare un pacchetto di strategie, grazie anche alla presenza dell’aeroporto e di un grande popolo che dell’accoglienza ha fatto la propria bandiera.

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