rotate-mobile
Attualità

Lotta alla Scu: Brindisi, Mesagne e San Vito esempi per la legalità

Menzionati nella ricerca dell’università di Milano: dal primo comitato antiracket nel ’92, ai cortei degli studenti dopo l’omicidio Maniglio e al metodo del prof Benigno

BRINDISI – Menzione speciale per tre Comuni del Brindisino per l’impegno dimostrato nell’affermazione della cultura della legalità nelle scuole, come strumento di lotta alla Sacra Corona Unita, alla mentalità e ai sistemi mafiosi. Brindisi con il cosiddetto metodo del prof Nando Benigno, San Vito dei Normanni con la nascita per primo comitato antiracket in difesa dei commercianti e degli imprenditori e Mesagne con la creazione di una Giunta di emergenza alla fine degli anni Ottanta.

ricerca univesrità di Milano bis-3

La ricerca dell’Università di Milano

Tre esempi ricordati dall’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università statale di Milano nella ricerca sull’educazione alla legalità nella scuola italiana, pubblicata alla fine dello scorso mese di gennaio, e condotta da un gruppo di ricercatori dei dipartimenti di Scienze politiche e studi giuridici, diretti dal professore Fernando Dalla Chiesa. “Studiare la storia dell’educazione alla legalità nella scuola italiana è un po’ come studiare sotto una specifica prospettiva la storia stessa del Paese”, ha scritto nell’introduzione il docente universitario. “Come riviverne il tratto più recente, passando tra i suoi momenti tragici e i momenti delle grandi speranze civili. L’origine di questa peculiare storia nazionale viene d’altronde fatta convenzionalmente risalire a una legge approvata dalla Regione Sicilia sotto il trauma dell’assassinio del suo presidente, Piersanti Mattarella, il 6 gennaio 1980”.

La ricerca è stata condotta in tutte le regioni ed è stata è svolta negli anni 2016 e 2017, con alcune ultime propaggini nel 2018. Il progetto si è sviluppato a corollario di un protocollo di intesa tra il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Università degli Studi di Milano, che ha portato nell’anno accademico 2014-2015 alla istituzione, presso la facoltà di Scienze politiche, di un corso di Sociologia e metodi di educazione alla legalità.

Brindisi e il metodo Benigno

nando benigno-2Il primo Comune a essere menzionato è quello di Brindisi, con particolare riferimento alla figura del prof Nando Benigno (nella foto accanto), docente pugliese d’origine in arrivo da Milano, “uno dei massimi esponenti del movimento antimafia milanese negli anni Ottanta”. Benigno insegna Storia e filosofia allo scientifico Monticelli e a Brindisi “trova una popolazione che assiste impotente e rassegnata alle scorribande quotidiane o alla distruzione di ogni livello di legalità”. Nessuno “si preoccupa di predisporre un’offerta formativa che possa contribuire a creare una risposta collettiva di contrasto alla collettività”. In aiuto alle forze dell’ordine. A Brindisi ripropone il cosiddetto metodo Benigno, sperimentato a Milano: “agire sulle diverse dimensioni della mobilitazioni e fornire a studenti e docenti strumenti utili a comprendere il problema mafioso”.

L’omicidio di Mauro Maniglio

Il prof del Monticelli inizia organizzando in città una manifestazione all’indomani della strage di Capaci: il corte parte dalla stazione e arriva davanti al Palazzo sede della Procura di Michele Emiliano, all’epoca capo dei pm. L’iniziativa viene ripetuta il sabato successivo, ma la “spinta emotiva scema”. Lo scossone arriva in seguito a quanto accade a Brindisi la sera del 14 agosto 1992, quando viene ucciso per errore Mauro Maniglio, uno studente di 17 anni del Monticelli. Al giovane sarà intitolato il parco del rione Bozzano. “E’ questo avvenimento che contribuisce al risveglio civile di Brindisi”. Partono una serie di iniziative, con incontri nelle scuole e confronti con esperti come Gherardo Colombo, Nando della Chiesa e Carlo Smuraglia.

L’altro momento ritenuto di svolta avviene tra il ’94-e il ’95 quando iniziano i primi corsi di formazione per i docenti: “Quale didattica contro la mafia”, in collaborazione con l’Ateneo di Lecce e il Provveditorato di Brindisi. In città arriva anche Antonino Caponnetto.

Mesagne e la Giunta di emergenza 

cosimo faggiano-2“Due esempi positivi si riscontrano anche in provincia di Brindisi”, è scritto nella ricerca. “Il primo si riferisce a Mesagne e l’altro a San Vito dei Normanni”.  Mesagne “alla fine degli anni Ottanta si trova fortemente minacciata dall’ascesa dei gruppi criminali legati alla Sacra Corona Unita, tanto da essere considerata una specie di Corleone o Casal di Principe pugliese”. I ricercatori hanno preso in prestito la definizione da Nando dalla Chiesa, in un intervento pubblicato sul L’Unità l’11 settembre 2008.

Nel 1989 la gravità della situazione porta alla nascita in una Giunta chiamata di “emergenza” tra Democrazia Cristiana e Partito comunista, allo scopo di “dare una risposta decisa nell’ambito di un clima generale di incomprensione del fenomeno criminale”. Sindaco è Emanuele Bardaro della Dc, vice Cosimo Faggiano (foto accanto) del Pci, a seguire diventato primo cittadino e assessore alla Legalità dal 2010 al 2014.

“L’Amministrazione di Mesagne inizia a muoversi su più piani: “emana provvedimenti per combattere le speculazioni edilizie, si costituisce parte civile nei processi per mafia, ottiene dalla Commissione antimafia e dal Ministero dell’interno l’adeguamento degli organi delle forze dell’ordine, organizza manifestazioni contro la criminalità, favorisce la costituzione di associazioni di aggregazioni giovanili come il centro Miniera, stabilisce relazioni con gruppi parrocchiali”.

Degna di nota è l’ottica strategica rispetto alle scuole della città che vengono coinvolte con una duplice finalità: sono luogo per le riunioni di quartiere, permettendo un legame tra politica e cittadini, e allo stesso tempo ospitano testimonianze importanti come quelle di Rita Borsellino o Luciano Violante. Nel 2011 si arriva alla costituzione dell’Osservatorio permanente per la legalità e poi al consiglio comunale dei ragazzi.

San Vito dei Normanni e l'antiracket

Rosa StanisciL’esperienza di San Vito dei Normanni è stata definita d’avanguardia perché alla fine degli anni Ottanta inizia la battaglia antiracket. Sindaco era Rosa Stanisci (foto accanto). Nasce l’Associazione dei commercianti e degli imprenditori di San Vito nel mese di gennaio 1992 che “subito stringe contatti con la Fondazione antiracket di Tano Grasso a Capo d’Orlando, in provincia di Messina”.

La scuola di formazione politica

Nella ricerca è stata menzionata anche la Scuola di formazione politica Antonino Caponnetto, nata a Brindisi nel 2008, come “diretta emanazione del coordinamento di insegnanti e presidi in lotta contro la mafia. Sarà la scuola a organizzare il corso di formazione “Quale didattica contro le mafie 2” al liceo Monticelli.

“Il successo della Scuola è l’iniziativa Brindisi capitale dell’antimafia” che per Benigno è un orgoglio: 22 giorni, dal 29 settembre al 20 ottobre 2012 di presentazione libri, dibattiti, cineforum, musica per un totale di 63 appuntamenti che spaziano dalla lettura della Costituzione in classe con la proposta di far adottare una vittima di mafia a ogni istituto”.

Mauro Maniglio sarà adottato dal Monticelli; i finanzieri Alberto De Falco e Antonio Sottile dal Carnaro; Renata Fonte dal Palumbo; Giancarlo Siani dal De Marco e Pio La Torre dalla media Salvemini. L’impegno contro la mafia, continua ad oggi anche con l’associazione Libera.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Lotta alla Scu: Brindisi, Mesagne e San Vito esempi per la legalità

BrindisiReport è in caricamento