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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Nuovo vescovo, lettera al Papa: "Vorremmo un pastore come don Tonino Bello"

Monsignor Domenico Caliandro ha rassegnato le dimissioni per sopraggiunti limiti di età. Le riflessioni del "Manifesto 4 ottobre" sulle caratteristiche che dovrebbe avere il suo successore, alla guida dell'arcidiocesi di Brindisi-Ostuni

Pubblichiamo di seguito parte di una lettera pubblicata integralmente sul blog "Manifesto del 4 ottobre", rivolta a Papa Francesco e al nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherring, sulla nomina del vescovo che succederà a monsignor Domenico Caliandro, che a 75 anni ha rassegnato le dimissioni da vescovo dell’arcidiocesi di Brindisi-Ostuni, dove si era insediato nel gennaio 2013, per sopraggiunti limiti d’età. Al momento non è ancora stato designato il suo successore. 

La comunità locale aspetta, passiva, che sia nominato dall’alto il successore. Con i limiti di chi nelle scelte di vita cerca di fare riferimento al Vangelo senza zavorra e alla Costituzione italiana, se non ancora è possibile un “processo ecclesiale” per la nomina del nuovo pastore della diocesi di Brindisi-Ostuni, sentiamo la necessità di esprimere le nostre riflessioni e i nostri convincimenti in coscienza, con questa lettera aperta.

Non vogliamo darvi dei nomi ma affidarvi alcune caratteristiche che corrispondono alle necessità di questa comunità e ai suoi doveri di testimonianza verso la società in cui vive. Non serve che il nuovo vescovo sia un buon amministratore quanto un evangelizzatore che metta al primo posto la gioia del Vangelo da condividere quotidianamente con tutti. Noi qui in Puglia abbiamo vivo il ricordo del vescovo don Tonino Bello e vorremmo ardentemente un pastore come lui. Egli, se oggi fosse tra noi, aderirebbe non verbalmente ma concretamente al magistero di papa Francesco, terrebbe ancora il suo episcopio con le porte sempre aperte a tutte le ore del giorno per ricevere tutti senza appuntamento e senza protocolli, un vescovo che dava la preferenza ai più impoveriti e alle vittime di ingiustizie e razzismo e che era del tutto disinteressato a coltivare amicizie e relazioni con i potenti.

La nostra diocesi si trova in una provincia con il reddito più basso della regione, alta disoccupazione, lavoro precario e insicuro, emigrazione giovanile e invecchiamento della popolazione, livello di istruzione tra i più bassi d’Italia, spopolamento, servizi pubblici essenziali carenti, criminalità organizzata saldamente insediata, corruzione e pubblica amministrazione in più casi asservita a interessi di parte, una diffusa cultura misogina e maschilista, un inquinamento ambientale difficilmente sanabile. La sua economia è caratterizzata da grandi concentrazioni di servizi e poca manifattura. Questa situazione è figlia di una mentalità nella quale la competizione per la ricchezza e per l’accaparramento del denaro rappresenta per molti lo scopo principale della vita. Tutto ciò genera disuguaglianze e sfruttamento.  Eppure, nelle comunità cristiane ed anche al di fuori di queste sono tante le pratiche, di singoli e di gruppi, che testimoniano come una società diversa e alternativa, cioè solidale e amichevole, è possibile.
La vita diocesana, in cui non mancano semi nascosti di fermenti evangelici, soffre di un clericalismo accentuato, ha sofferto per alcuni casi di pedofilia di esponenti del clero, fatica a staccarsi da un cattolicesimo sociologico, in essa la profezia latita, vive di molta rassegnazione e di poca speranza in un possibile cambiamento.

Per questo il vescovo che verrà dovrà sentire il compito di guidare la comunità verso una testimonianza evangelica di sempre maggiore fraternità, senza le insegne del potere, un vescovo che appena può scenda per strada, che visiti le case dei malati e dei poveri, che frequenti l’ospedale, che non taccia dinnanzi alle ingiustizie e alla distruzione sistematica dell’ambiente, che testimoni con gesti concreti la parità tra donne e uomini, che inviti la pari dignità tra i battezzati e contrasti il clericalismo, che condivida la vita del popolo, che non predichi la rassegnazione ma annunci la liberazione del Vangelo, che affermi in nome di Gesù Cristo, insieme alle altre confessioni cristiane presenti in diocesi, il primato assoluto della Pace contro ogni giustificazione della guerra e delle armi. Per far questo non occorrono convegni e giornali ma un lavoro profondo di presenza, ascolto e formazione delle coscienze.

Vorremmo che con il nuovo vescovo si interrompa il ferreo uso del trasferimento da un’altra diocesi, perché il vescovo non è un prefetto o un funzionario ministeriale che debba ambire ad una sede più prestigiosa, l’epoca costantiniana dovrebbe essersi conclusa. Escludete pertanto tutti coloro che vogliono venire a Brindisi, quelli che chiedono intercessioni e ambiscono a cattedre elevate. Per questo vorremmo che voi sceglieste tra i tanti parroci che ci sono in Italia, preti e uomini esemplari, non carrieristi e che non hanno studiato da vescovi ma da semplici pastori. Ve ne sono moltissimi in Italia che hanno promosso comunità vive, che hanno anteposto a tutto l’effimero e alla pompa il dialogo sempre aperto con la cultura in nome del Vangelo, il servizio quotidiano ai poveri e agli ammalati, l’ascolto attento ai segni dei tempi, alle altre culture e alle altre religioni e l’amore per lo studio finalizzato alla liberazione e non al potere e al successo. Un vescovo per il quale tutti i battezzati sono allo stesso livello, sconfiggendo la tentazione del clericalismo.

I firmatari della lettera 

Maria Giovanna Buongiorno (Ostuni), Rosaria Calò (Leverano), Giancarlo Canuto (Mesagne), Mino Carbonara (Brindisi), Dario Ciccarese (Veglie), Angela Colasuonno (Brindisi), Annapina Coppola (Veglie), Giovanni Erroi (Leverano), Luca Esperti (Mesagne), Antonietta Frassanito (Veglie), Antonio Greco (Brindisi), Maria Rosaria Lecciso (Leverano), Cinzia Mondatore (Brindisi), Sergio Montanaro (Ostuni), Remo Palma (Brindisi), Consiglia Patera (Veglie), Paolo Piccinno (Brindisi), Maurizio Portaluri (Brindisi), Maria Grazia Rolli (Leverano), Fortunato Sconosciuto (Mesagne), Lucia Tramonte (Brindisi), Giovanna Vantaggiato (San Pancrazio)

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